• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/04293 VANIN, MONTEVECCHI, MAIORINO, TRENTACOSTE, PAVANELLI, PRESUTTO, DONNO, ACCOTO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che: il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04293 presentata da ORIETTA VANIN
martedì 27 ottobre 2020, seduta n.268

VANIN, MONTEVECCHI, MAIORINO, TRENTACOSTE, PAVANELLI, PRESUTTO, DONNO, ACCOTO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:

il consorzio interuniversitario nazionale "La Chimica per l'Ambiente" (INCA), costituito nel 1993 da 5 università italiane (Venezia "Ca' Foscari", Lecce, Milano, Firenze e Viterbo "della Tuscia"), proponeva qualche anno fa al Comune di Venezia di finanziare uno screening per il monitoraggio biologico di microinquinanti organici persistenti trasmessi dall'alimentazione nel siero e nel latte materno di residenti del comune di Venezia, al fine di redigere una proposta di piano triennale da sottoporre a diversi finanziatori, tra cui il Comune stesso;

accogliendo l'iniziativa, il Comune di Venezia, con determina n. 2734 del 22 novembre 2011 del direttore della Direzione ambiente e politiche giovanili, affidava il servizio di monitoraggio biologico di microinquinanti organici persistenti (PCDD/F, PCB, HCB) trasmessi dall'alimentazione nel siero e nel latte materno di residenti nel comune al consorzio INCA. Lo screening doveva essere effettuato per conto del Comune e la parte analitica doveva includere il prelievo del sangue presso una struttura autorizzata e l'esame dei vasi di campionamento del latte materno finalizzata all'analisi di PCDD/F, PCB e HCB in circa 15 campioni;

lo studio mirava a valutare la persistenza o meno delle risultanze di studi pregressi che evidenziavano un tasso di diossine nel latte materno delle mamme veneziane pari al doppio di quello rilevato nelle mamme romane (rapporto finale del programma "Latte umano" dell'Istituto superiore di sanità, Roma luglio 2002, condotto da Alessandro Di Domenico in collaborazione con la AULSS di Venezia dipartimento di prevenzione);

il rapporto con le risultanze dello screening sul latte delle puerpere tuttavia non risulterebbe essere stato consegnato nei termini e, per questo motivo, il Comune in data 19 dicembre 2013 con nota PG/2013/554458 decideva di risolvere il contratto;

nonostante la formale richiesta di INCA di riprendere lo studio, il Comune di Venezia decideva comunque di non proseguire con lo screening;

proprio nel comune di Venezia e aree limitrofe, vi è un forte timore per quanto riguarda il futuro prossimo con l'imminente accensione della terza linea dell'inceneritore di Fusina-Marghera, fonte di grande preoccupazione per la tutta la cittadinanza e in particolare per le mamme;

rilevato che:

l'associazione medici per l'ambiente ISDE di Forlì-Cesena, con la collaborazione di altre associazioni con finalità di tutela dell'ambiente e della salute, promuoveva a Forlì un'iniziativa di biomonitoraggio per valutare la concentrazione dei metalli pesanti nelle unghie dei ragazzi di età compresa fra i 6 ed i 9 anni; alla stessa iniziativa, inoltre, aderiva a posteriori anche il Comune di Forlì;

all'iniziativa partecipavano un totale di 221 bambini volontari in età 6-9 anni che contribuivano alla raccolta dei campioni di unghie per ricerca di 23 metalli analizzati poi dal laboratorio specializzato "Eurolab" di Torino;

dall'indagine è emerso che l'ambiente cittadino a nord della ferrovia di Forlì, più esposto a fonti di inquinamento come gli inceneritori, la zona industriale in generale e gli assi a maggior traffico come l'autostrada sono più contaminati del 50-60 per cento, per quanto riguarda i metalli pesanti, rispetto alla zona sud della linea ferrata;

in particolare si rinveniva la presenza di cadmio (metallo potenzialmente tossico e cancerogeno) in oltre il 76 per cento dei campioni, e accanto a questo tracce di alluminio, antimonio, nichel, piombo: elementi estranei, nocivi e talora cancerogeni, che nessuno vorrebbe che fossero presenti nel corpo dei propri figli;

le esposizioni tossiche ambientali non sono all'origine solo del cancro, ma minano le fasi più delicate della vita, a cominciare dalla salute riproduttiva; già nel 2015 la Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia individuava come assoluta priorità per ostetrici, ginecologi, ostetriche e gli altri professionisti della salute perinatale un'adeguata conoscenza di questi problemi;

considerato che con regolamento (CE) n. 166/2006 del 18 gennaio 2006 è stato istituito il registro integrato delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti a livello comunitario (PRTP europeo) sotto forma di banca dati elettronica accessibile al pubblico. Il successivo regolamento (CE) n. 1881/2006, in particolare, stabilisce nei considerando, per la tutela della salute dei lattanti e dei bambini che costituiscono un gruppo vulnerabile, l'opportunità di stabilire tenori massimi ai più bassi livelli ottenibili mediante una selezione rigorosa delle materie prime impiegate nella produzione degli alimenti loro destinati, incoraggiando inoltre le autorità competenti ad individuare le fonti di contaminazione e prendere provvedimenti per la loro riduzione,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

se intendano riconoscere l'importanza dei progetti descritti sia per verificare la qualità degli ambienti (aria, acqua, suolo, matrici alimentari, emissioni da ciminiere o da ambienti di lavoro) dove si siano evidenziate concentrazioni di alcuni metalli particolarmente elevate ed avviare così eventuali verifiche e ricerche secondo le modalità indicate dalle vigenti normative e secondo i dettami della ricerca scientifica, sia al fine di condividere e incrociare i dati che emergono dagli studi con quelli del registro tumori per conoscere i risultati relativi agli eventuali agenti inquinanti e pericolosi per la salute, attuando la necessaria prevenzione;

quali iniziative di competenza intendano intraprendere al fine di condurre, su tutto il territorio nazionale, attività di biomonitoraggio di microinquinanti organici persistenti trasmessi dall'alimentazione nel siero e nel latte materno, nonché per verificare l'esposizione a metalli pesanti presenti nell'ambiente misurandone la concentrazione nelle unghie della popolazione di età fra i 6 e i 9 anni, così fornendo un'osservazione trasversale della condizione ambientale.

(4-04293)