• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00147    premesso che:     la gestione del ciclo dei rifiuti si è collocata in un quadro generale di problemi determinati dall'emergenza epidemiologica le cui caratteristiche sono...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00147presentato daVIGNAROLI Stefanotesto diLunedì 26 ottobre 2020, seduta n. 415

   La Camera,
   premesso che:
    la gestione del ciclo dei rifiuti si è collocata in un quadro generale di problemi determinati dall'emergenza epidemiologica le cui caratteristiche sono tali da incidere su aspetti sanitari ed economici, affrontati con diversi strumenti normativi, ma anche – nell'attualità e in prospettiva – sui costumi sociali e sulla capacità di risposta nel settore dei servizi essenziali, tra cui la gestione del ciclo dei rifiuti;
    a partire dal gennaio 2020 ci si è trovati di fronte a una totale novità. Le conoscenze si sono andate stratificando e consolidando solo nel corso del tempo attraverso il dibattito pubblico della comunità scientifica, con una ricerca ancora in corso. La Commissione ha interloquito in tempi rapidi con soggetti pubblici e privati, al fine di fornire al Parlamento, ai decisori pubblici nei vari livelli di governo, statali e regionali, al mondo produttivo e ai cittadini un quadro di ciò che si è verificato, nonché valutazioni e raccomandazioni orientate al futuro;
    il contesto normativo generale di gestione dell'emergenza si presenta come di particolare complessità, con fonti di livello diverso, statali, regionali e di enti locali;
    si è rilevata una scelta da parte dell'Esecutivo di limitare l'utilizzo della normazione primaria in materia ambientale, delegando espressamente alle Regioni facoltà di intervento;
    gli interventi sul ciclo dei rifiuti sono dunque in buona parte derivati da ordinanze delle singole Regioni, di natura derogatoria rispetto a regole vigenti, a cui va associata una sola circolare del Ministero dell'ambiente del 25 marzo che ha suggerito alle Regioni stesse l'uso di ordinanze ai sensi dell'articolo 191 del decreto legislativo n. 152 del 2006;
    l'emergenza epidemiologica non ha aumentato in maniera decisiva la produzione di rifiuti in generale anzi l'ha diminuita in alcuni settori merceologici: e semmai i provvedimenti hanno corrisposto a esigenze di risposta alla percezione di deficit strutturali del sistema impiantistico nazionale, che nella fase dell'emergenza hanno acuito gli effetti della carenza di possibili destinazioni per specifiche tipologie di rifiuti, attualmente non gestite sul territorio nazionale per l'assenza di una specifica dotazione impiantistica ovvero di una filiera correttamente costruita di trattamento della materia;
    l'esempio di temporanea – e presto superata – criticità derivante dalla chiusura di alcuni mercati esteri segnala la circostanza che vi sono alcune esportazioni razionali in una logica di mercato globale e altre invece frutto di mancanza di impianti dedicati o conseguenti a raccolta di rifiuto scadente: il che rende necessario, anche a breve e medio termine, creare le condizioni normative ed economiche per investimenti in innovazione ambientalmente compatibile;
    l'emergenza epidemiologica non ha prodotto interruzioni o alterazioni significative nella gestione dei rifiuti: le imprese e i lavoratori del settore, nonostante alcune fasi di iniziale difficoltà, hanno concorso positivamente per consentire il mantenimento di una risposta adeguata del servizio;
    va apprezzato l'orientamento tendente a non proclamare alcuno «stato di eccezione» mantenendo invece indicazioni coerenti con l'esistente per la classificazione dei rifiuti, e riconducendo ad essa le esigenze della fase emergenziale anche in considerazione di quanto sinora noto scientificamente sulla limitata persistenza del virus sulle superfici. L'emergenza epidemiologica ha generato effetti, ed è destinata a generarne, sulla produzione e la gestione dei rifiuti, per quanto riguarda sia la produzione generale sia quella derivante dall'uso di specifici prodotti destinati al contenimento del contagio;
    a questo proposito i temi rilevanti riguardano in primo luogo l'uso di materiali «indotti» dall'emergenza epidemiologica e dalla necessità di contenimento del contagio, suscettibili di produrre sia un aumento nella produzione di rifiuti, sia fenomeni di abbandono diffuso: uso di mascherine facciali e guanti; materiali «usa e getta» nel commercio, nella ristorazione, nel confezionamento dei prodotti alimentari;
    nell'ambito dell'emergenza epidemiologica COVID-19, tra le azioni volte al contenimento è risultato ampiamente diffuso l'utilizzo di mascherine facciali di vario tipo e guanti, anche nelle azioni quotidiane non direttamente collegate all'attività lavorativa. Le disposizioni in materia sono state plurime, provenienti da fonti statali, regionali, o locali con specifiche ordinanze, e si sono evolute nel tempo;
    un secondo tema rilevante riguarda gli scenari della produzione di rifiuti determinata nelle fasi di nuova normalità dopo l'emergenza epidemiologica, con particolare riguardo a rifiuti solidi urbani e rifiuti sanitari;
    vi sono poi questioni correlate: l'impatto ambientale di forme di sanificazione diffusa, del trattamento delle acque reflue, del possibile rapporto tra inquinamento atmosferico e contagio;
    la priorità assoluta è quella di salvare vite, di ridurre l'impatto del contagio ed evitare il collasso del sistema sanitario e di tutti i sistemi sociali che una diffusione esponenziale dei contagi avrebbe prodotto e potrebbe produrre: ma si deve porre anche il tema di avviare la ricerca scientifica, l'elaborazione tecnologica e l'innovazione organizzativa delle imprese e della pubblica amministrazione verso soluzioni che portino alla riduzione della produzione di rifiuti e più in generale a investimenti sui processi di economia circolare, con adeguati investimenti impiantistici, sulla tutela dell'ambiente e sulla sostenibilità ambientale;
    un insieme di processi che nel campo della tutela dell'ambiente e della regolazione ambientalmente sostenibile delle attività antropiche deve essere accompagnato, ben più di quanto non sia stato fatto sin qui, da iniziative normative di livello primario, secondario e di quadro, connotate da capacità di visione strategica,
    in questa prospettiva:
     al mantenimento di un adeguato livello di gestione dei rifiuti solidi urbani nella fase dell'emergenza epidemiologica va associato il mantenimento del rispetto dei principi nazionali ed europei in materia di economia circolare e applicando la corretta «gerarchia dei rifiuti quale ordine di priorità della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti; valutando con attenzione gli scenari attesi anche in relazione a mutate abitudini di consumo e di organizzazione del lavoro e della produzione; il tema dell’End of Waste va affrontato sistematicamente, rapidamente e con uno sguardo al futuro; va considerato altresì l'impatto economico dell'emergenza sulle tariffe e sugli introiti delle imprese del settore e degli enti pubblici con particolare riguardo alla TARI;
     nella fase più acuta dell'emergenza epidemiologica, l'uso dei presìdi individuali di protezione, mascherine facciali e guanti, di materiali «usa e getta» nel commercio e nella ristorazione, il confezionamento dei prodotti alimentari, alcune iniziative di sanificazione diffusa, hanno posto a confronto la percezione del rischio, l'ansia di ipotesi risolutive e, al contrario, la necessaria lungimirante valutazione del saldo sanitario e ambientale complessivo delle azioni intraprese; sulla base della trasmissione inter-umana del virus Sars-CoV-2, secondo quanto ricostruito dalla Commissione con interlocuzioni tecniche, la funzione delle mascherine facciali come dispositivi destinati a proteggere l'altro da eventuali droplets può essere assolta da mascherine chirurgiche utilizzate in forma anche alternata o protratta e da mascherine di comunità riutilizzabili; l'igienizzazione accurata e frequente delle mani è elemento essenziale della prevenzione del contagio mentre l'uso dei guanti non reca alcun vantaggio per il contenimento dei contagi ed è utile solo in particolari situazioni lavorative; nel settore della ristorazione non è indispensabile l'uso di contenitori e stoviglie usa e getta poiché le ordinarie pratiche di lavaggio sono sufficienti a garantire la prevenzione del rischio di contagio; un'opera di informazione e sensibilizzazione dei cittadini in questo campo andrà condivisa tra organi statali, regioni ed enti locali;
     in questo complessivo settore dovranno essere investite risorse in ricerca tecnologica e organizzativa per la riconduzione a razionalità dell'uso dei presidi individuali e di materiali usa e getta; per la raccolta e il trattamento dei materiali dismessi; per lo sviluppo di nuovi materiali orientati alla sostenibilità;
     la raccolta e il trattamento dei rifiuti ospedalieri, ora basata su incenerimento o sterilizzazione, può evolvere se le valutazioni tecnico-scientifiche sulla chiusura effettiva del ciclo saranno accompagnate da norme adeguate, indirizzate a soluzioni a minore impatto ambientale complessivo: la riflessione necessaria è sugli effetti della sterilizzazione in situ quale soluzione idonea a evitare aumenti delle quantità di rifiuti inceneriti e trasporti di rifiuti dai presidi ospedalieri agli impianti;
     va promosso con decisione l'esame – scientificamente fondato e assistito dall'attività dei soggetti pubblici con competenze tecniche e scientifiche, in primo luogo ISS e ISPRA/SNPA – dei temi sensibili della presenza di virus o materiale genetico di virus nelle acque reflue e del rapporto tra emergenza epidemiologica e inquinamento atmosferico, a partire dalle consapevolezze già acquisite: che l'analisi delle acque reflue è utile alla ricerca epidemiologica; che lo stato della depurazione delle acque in Italia suscita preoccupazione, in molti territori, nelle condizioni ordinarie; che l'ipotesi secondo cui il particolato possa essere un carrier di particelle virali è da verificare, come anche è in corso di verifica, il rapporto tra inquinamento atmosferico, pressione ambientale sulle popolazioni e suscettibilità maggiore all'infezione batterica o virale, in particolare derivante da patologie croniche legate ad elevata concentrazione di particolato;
     le scelte di trattamento dei rifiuti e di chiusura del ciclo dei rifiuti in relazione alle specificità dell'emergenza e del futuro atteso dovranno considerare le criticità di segmenti del sistema impiantistico nazionale e la necessità di costruzione di una filiera economica del trattamento di materia ambientalmente sostenibile, in particolare in alcune Regioni d'Italia;
     l'adeguatezza della produzione normativa andrà misurata sulla capacità di integrazione, tecnicamente e giuridicamente elevata, tra norme statali primarie, norme statali secondarie, normativa regionale; i provvedimenti legislativi dovranno tenere conto dell'esperienza dell'emergenza epidemiologica e degli scenari futuri attesi, anche sulla base di un monitoraggio istituzionale dell'evoluzione delle situazioni e della loro percezione; tema particolarmente sensibile laddove si consideri la possibile diffusione tra i cittadini di sensazioni di incertezza delle istituzioni corrispondente invece ai mutamenti progressivi delle conoscenze e delle necessità di adeguamento ad esse delle misure adottate;
     le norme derogatorie statali e le ordinanze derogatorie regionali dovranno essere superate; l'emergenza epidemiologica ha amplificato la diffusa richiesta di semplificazione, anche in materia di regolazione ambientale: l'accoglimento di istanze in tal senso che dovesse riguardare i procedimenti amministrativi dovrà essere ponderata e compensata da una adeguata pianificazione di controlli; i quali peraltro dovranno essere coordinati, tra agenzie di controllo ambientale, di controllo sanitario, polizie giudiziarie ordinarie e specializzate, per non gravare con «controlli su controlli» bensì razionalizzare l'intervento pubblico;
     il parallelo sviluppo di tecnologia, organizzazione, amministrazione e norme va affrontato affidando i compiti di elaborazione e attuazione ai soggetti istituzionali, con una comunicazione rapida e trasparente con gli interlocutori pubblici e privati, e una produzione di regole chiare e ben governate nell'attuazione e nell'applicazione;
     la reazione a fatti illeciti e a possibili fenomeni illeciti dovrà avvenire sulla base del più ampio scambio di informazioni, e di strumenti di coordinamento tra le autorità giudiziarie, e tra esse e polizie giudiziarie ed enti di controllo,

impegna il Governo

per quanto di competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, le Regioni e gli enti territoriali interessati.
(6-00147) «Vignaroli, Benedetti, Braga, Licatini, Muroni, Nobili, Patassini, Polverini, Raciti, Vianello, Zolezzi».