• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/04275 FERRAZZI, D'ARIENZO, FEDELI, GIACOBBE, CIRINNA', ROJC, TARICCO, LAUS, VALENTE, COMINCINI, BRESSA, ZANDA - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: nella seduta del 5 febbraio 2018 il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-04275 presentata da ANDREA FERRAZZI
mercoledì 21 ottobre 2020, seduta n.267

FERRAZZI, D'ARIENZO, FEDELI, GIACOBBE, CIRINNA', ROJC, TARICCO, LAUS, VALENTE, COMINCINI, BRESSA, ZANDA - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

nella seduta del 5 febbraio 2018 il Consiglio comunale di Venezia approvò a maggioranza un ordine del giorno in cui venne espresso parere favorevole ad un poderoso sviluppo urbanistico dell'area dei Pili che, per essere attuato, necessitava dell'approvazione di varianti alla strumentazione urbanistica comunale;

l'area dei Pili è un'area privata di proprietà della società Porta di Venezia SpA, facente capo alla persona del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. L'area, acquistata nel 2005 da Brugnaro per circa 5 milioni di euro, assumerebbe oggi un valore dai 100 ai 150 milioni di euro grazie alla variante urbanistica. Il sindaco, al fine di evitare d'incorrere in conflitti di interessi, avrebbe affidato le sue società allo studio Withers dell'avvocato statunitense Ivan A. Sacks, secondo l'istituto del cosiddetto blind trust, un istituto in uso nel mondo anglosassone per la gestione delle sole proprietà mobiliari, per antonomasia volatili, e che non quindi è efficace per i beni immobili;

in mancanza di specifica normativa italiana, per istituire e regolamentare un trust è necessario riferirsi innanzitutto alla normativa contenuta nella "convenzione relativa alla legge applicabile ai trust e al loro riconoscimento" sottoscritta a L'Aja il 1° luglio 1985 e ratificata dall'Italia con legge n. 364 del 1989, che, all'articolo 6, stabilisce che il trust sia regolato dalla legge scelta dal costituente e qualora la legge scelta non preveda l'istituzione del trust o la categoria del trust sia applicata la legge di cui all'articolo 7 della convenzione ("il trust sarà regolato dalla legge con la quale ha più stretti legami");

in Italia, la materia dei conflitti di interessi dei titolari di cariche di governo è regolata dalla legge n. 215 del 2004 (detta legge Frattini), mentre per il amministratori locali si applica l'articolo 78 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, che testualmente dispone che: "Gli amministratori (...) devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L'obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado";

considerato che:

alla citata discussione in Consiglio comunale del 5 febbraio 2018, invece, il sindaco ha partecipato ed è anche intervenuto quando si sono affrontati contenuti riguardanti la variante urbanistica che interessa proprio la zona dei Pili; così come ha partecipato anche all'approvazione della delibera di Giunta comunale n. 41 del 13 febbraio 2018, dedicata all'esame della variazione del bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2018-2020, dove è stato votato il cambio di destinazione della previsione di spesa inizialmente prevista per la "riqualificazione urbanistica ed edilizia della stazione di Mestre", per la realizzazione dell'obiettivo di cui al punto 1, lettera b, del patto per lo sviluppo della città di Venezia, verso l'obiettivo di realizzare un ponte ciclopedonale per collegare il parco di San Giuliano con la zona dei Pili; nonché all'approvazione della delibera di Giunta comunale n. 374 del 4 novembre 2019 dedicata all'approvazione della documentazione del piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) della città, dove è prevista, nel principale elaborato di progetto "collegamenti territoriali strategici", la realizzazione di un nuovo canale, che collegherà direttamente la zona dei Pili con la Marittima e il centro storico di Venezia attraverso il canale Vittorio Emanuele III;

in questi casi risulta evidente la correlazione immediata e diretta tra gli atti discussi e varati dal Consiglio comunale e dalla Giunta alla presenza del sindaco Brugnaro ed i suoi interessi privati, relativi alla proprietà delle aree oggetto d'intervento normativo;

considerato, inoltre, che, a quanto risulta agli interroganti:

sono ben note le intenzioni da parte del sindaco, ribadite anche di recente, di trasformare tale area di sua proprietà in un progetto edilizio e urbanistico imponente, tale da portare il valore dell'area, circa 430.000 metri quadrati acquistati all'asta nel 2005, dai 5 milioni dell'acquisto ai 100-150 milioni di euro post variante urbanistica, attraverso la previsione di attività commerciali, alberghiere, residenziali, di intrattenimento (tra cui un casinò), sportive, darsene, come si può leggere in questi giorni in un'inchiesta giornalistica de "La Nuova Venezia", nonostante lo stesso sindaco, nel 2015, avesse pubblicamente dichiarato che, proprio per il potenziale conflitto di interessi, non avrebbe fatto nulla su quell'area;

i terreni dei Pili sono stati invece a lungo oggetto di trattativa con la società Oxley, di proprietà del magnate di Singapore Ching Chiat Kwong, per la vendita ad un prezzo di molto superiore proprio grazie alla modifica della destinazione urbanistica dell'area e la previsione della successiva realizzazione di un progetto edilizio imponente: risulterebbero volumi per 1.300.000 metri cubi ed una superficie coperta pari a 84.000 metri quadrati, con un indice di edificabilità doppio rispetto a quello previsto dal piano regolare generale vigente nel Comune per la destinazione "verde urbano attrezzato" assegnata alle aree;

la vicenda al centro dell'inchiesta relativa ai progetti di vendita e valorizzazione dei terreni, pur non realizzati, ha messo in luce con molta chiarezza la commistione di interessi pubblici e privati e il conflitto di interessi che appaiono coinvolgere il sindaco di Venezia. Ciò considerando sia la sua partecipazione a discussioni in Consiglio comunale che direttamente interessavano l'area, sia il ruolo svolto nella vicenda dal vicecapo di gabinetto di Brugnaro, come dimostra anche la corrispondenza pubblicata su "La Nuova Venezia" con destinatari i più stretti collaboratori del sindaco, il capo di gabinetto e il suo vice, in cui appare evidente il tentativo di ottenere, a favore della proprietà, un deciso aumento del valore dei terreni attraverso l'aumento dell'indice di edificabilità dell'area. Tutti elementi che evidenziano commistioni ramificate e prolungate nel tempo e il coinvolgimento di interessi privati del sindaco,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato, una vicenda che rischia di minare la credibilità delle istituzioni e getta una luce preoccupante sulla trasparenza e legittimità di alcuni atti;

se sia a conoscenza di quella che appare come un'evidente posizione di conflitto di interessi, protratta nel tempo e a cui non è stata data ad oggi alcuna soluzione, e quali atti intendano adottare, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, al fine di intervenire rispetto a tale conflitto d'interessi che riguarda la figura del sindaco di Venezia, in particolare considerando che la sua attività in Consiglio comunale e Giunta risulterebbe configurarsi come una ripetuta infrazione alle prescrizioni dell'art. 78 del decreto legislativo n. 267 del 2000.

(4-04275)