• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.6/00140    in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 15 e 16 ottobre 2020, in cui i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno un cospicuo...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00140presentato daMOLINARI Riccardotesto diMercoledì 14 ottobre 2020, seduta n. 408

   La Camera,
   in occasione della riunione del Consiglio europeo che avrà luogo a Bruxelles il 15 e 16 ottobre 2020, in cui i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno un cospicuo numero di argomenti iscritti all'ordine del giorno e ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio,
   premesso che:
    il Consiglio europeo di ottobre sarà articolato attorno a tre tematiche poste all'ordine del giorno:
     la politica estera, nello specifico esaminando lo stato dell'avanzamento dei negoziati sul futuro partenariato tra l'Unione europea e il Regno Unito, le relazioni tra l'Unione europea e l'Africa, e ulteriori tematiche alla luce delle conclusioni del Consiglio degli affari esteri che si è svolto in data 12 ottobre;
     la situazione sanitaria e il conseguente coordinamento dei lavori sullo sviluppo e sulla distribuzione di un vaccino a livello dell'Unione europea;
     il fattore climatico, con esame dei progressi compiuti verso l'obiettivo dell'Unione europea di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, e un dibattito orientativo su questioni connesse ai cambiamenti climatici;
   considerato che:
    in tema di politica estera, in merito alla situazione relativa alla guerra combattuta nel Nagorno-Karabakh, tra le truppe armene e le truppe azere, rischia di trasformarsi, come già avvenuto in numerosi scenari nel Medio Oriente e nel Nord Africa, in un conflitto per procura che minaccia di destabilizzare ulteriormente la regione mediorientale;
    la tregua concordata tra le due parti in causa il 10 ottobre, è stata violata in diverse occasioni dopo poche ore, segno che l’escalation di violenza non si è arrestata;
    diversi e preoccupanti report internazionali riportano la presenza di circa 1000 foreign fighters – alcuni collocabili all'interno della galassia delle milizie jihadiste impegnate nel conflitto siriano – giunti nel Nagorno-Karabakh per partecipare al conflitto;
    la presenza di miliziani jihadisti e foreign fighters nel conflitto rischia di aprire un nuovo fronte nella lotta al terrorismo, a causa di combattenti radicalizzati che possono trovare nella regione caucasica terreno fertile per attività di reclutamento e proselitismo;
    riguardo al tema della potenziale adesione della Turchia in Unione europea, nel giugno 2018 il Consiglio ha riconosciuto all'unanimità che i negoziati di adesione con la Turchia sono giunti di fatto a un punto morto e che non si può prendere in considerazione l'apertura e la chiusura di nuovi capitoli, ma nella Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2020, l'attuale governo non esclude la possibilità di una ripresa del processo di adesione turco;
    dal 2000 ad oggi la Turchia ha ricevuto quasi 30 miliardi di euro di finanziamenti attraverso la Banca europea per gli investimenti (BEI) e dal 2002 oltre 10 miliardi di euro di fondi pre-adesione; dal 2016 ad oggi sono stati messi a disposizione 6 miliardi di euro da parte di Unione e Stati membri per la gestione dello strumento per la Turchia a favore dei rifugiati;
    dopo la revoca dello stato di emergenza nel luglio 2018, la Turchia ha introdotto molti dei suoi elementi più repressivi nella legislazione vigente. Il nuovo sistema presidenziale ha abolito in gran parte il sistema preesistente di bilanciamento dei poteri, determinando un'ulteriore politicizzazione della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario; si è verificato, inoltre, un notevole arretramento per quanto riguarda la libertà di espressione, di riunione e di associazione; vi sono state inoltre violazioni ripetute, e sempre più frequenti, delle acque territoriali e dello spazio aereo di Stati membri quali Grecia e di Cipro da parte della Turchia;
    il Ministro degli esteri turco ha rilasciato diverse interviste nelle quali ha sottolineato che «l'ingresso nell'Unione europea resta una priorità strategica della Turchia e un'aspirazione largamente condivisa dal popolo turco, è cruciale che rimanga questa prospettiva e non vi siano discriminazioni nel negoziato verso la Turchia»;
    persiste l'esigenza di non attribuire carattere punitivo all'esercizio di autodeterminazione con il quale il Regno Unito si è separato dall'Unione europea;
    in merito alle relazioni Unione europea-Africa, si ricorda che i Paesi africani e l'Unione europea cooperano attraverso due accordi quadro, l'accordo di Cotonou e la strategia comune Africa-Unione europea, e tramite l'adozione di tre strategie regionali che riguardano nello specifico il Corno d'Africa, il Golfo di Guinea e il Sahel;
    nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) l'Unione europea ha avviato diverse missioni e operazioni militari e civili; al momento sono in svolgimento le missioni nei seguenti paesi: Repubblica centrafricana (Euam Rca, Eutm Rca), Libia (Irini, Eubam Libia), Mali (Eutm-Mali, Eucap Sahel Mali), Niger (Eucap Sahel Niger) e Somalia (Eu Navfor Somalia, Eucap Somalia, Eutm Somalia);
    sulla Libia, l’escalation diplomatica e militare nello scenario libico continua ad essere un elemento di costante instabilità; conseguentemente, suddetto elemento di instabilità si riversa nell'intera regione mediterranea, e rischia di minare gli interessi italiani nell'area;
    i principali Paesi africani dell'Africa subsahariana e saheliana da anni denunciano la drammatica perdita di giovani, principalmente tra i 16 e i 35 anni, che viene attirata dal miraggio di un futuro roseo in Europa, alimentata dalla narrativa che diverse forze di governo continuano a sostenere, e dalla mancata rigidità nel controllo dei flussi migratori;
    sempre riguardo il quadrante del Sahel, si ricorda che dal 1960 ad oggi la superficie del lago Chad (che bagna i territori di Ciad, Camerun, Niger e Nigeria) si è ridotta del 90 per cento, con il livello delle acque che si è abbassato di oltre quattro metri; la crisi che colpisce il Lago Chad, causata da una diversità di elementi tra i quali il calo delle precipitazioni, i prolungati periodi di siccità, l'enorme crescita demografica e lo sfruttamento non sostenibile delle acque, ha conseguenze molto negative sulla popolazione che vive sulle rive del lago e che trova nel bacino idrico la fonte primaria di sostentamento;
    il lago Chad assicura risorse idriche a più di 20 milioni di persone che vivono nei paesi che circondano il bacino, e le gravi conseguenze umanitarie nel territorio stanno provocando importanti migrazioni interne; il bacino del lago Chad è, inoltre, fondamentale nella lotta alla desertificazione e in favore della conservazione degli ecosistemi; il lago Chad apre alla possibilità di sviluppo e utilizzo di energie rinnovabili, che possono rappresentare delle grandi opportunità per i Paesi africani che circondano il bacino;
    senza un'azione decisiva e strategica di cooperazione internazionale, la crisi del Lago Chad potrebbe portare ad un aumento significativo delle migrazioni di massa e dell'insicurezza nei territori limitrofi perché le condizioni di vita risulterebbero ben più difficili;
    il 31 ottobre si svolgeranno le elezioni presidenziali in Costa d'Avorio; Alassane Ouattara, presidente uscente, si è ricandidato per un terzo mandato, scatenando una enorme ondata di manifestazioni di protesta che assumono connotati sempre più violenti; va ricordato che la prima elezione di Outtara, avvenuta nel 2010, ha scatenato una guerra civile combattuta in gran parte lungo le linee regionali ed etniche, ed ha portato alla morte di circa 3.000 persone e causato un profondo periodo di instabilità politica e soprattutto economica;
    l'Italia ha partecipato al processo di sviluppo della Costa d'Avorio attraverso una costante presenza imprenditoriale, operante in diversi settori, soprattutto in quello ittico e marittimo; nel Paese è presente anche Eni, con attività off-shore nel settore del gas, che si allarga in tutto il Golfo di Guinea;
    il cosiddetto accordo «accordo di Malta», sbandierato da esponenti del Governo, dell'attuale maggioranza e da rappresentanti europei come panacea di ogni male relativo all'immigrazione, che si è tramutato in un sostanziale nulla di fatto e ha costretto i Paesi esposti al problema dei flussi a prevedere misure bilaterali per diminuire l'impatto degli approdi;
    in materia di cambiamenti climatici, la politica dell'Unione europea mira ad un livello di tutela elevato, che tenga conto della diversità delle varie regioni dell'Unione e nel predisporre la sua politica l'Unione si basa sui dati scientifici e tecnici disponibili relativi alle condizioni dell'ambiente nelle varie regioni dell'Unione, ai vantaggi e agli oneri che possono derivare dall'azione o dall'assenza di azione e dello sviluppo socioeconomico dell'Unione nel suo insieme e dello sviluppo equilibrato delle sue singole regioni;
    le conclusioni del Consiglio europeo del 12 dicembre 2019 hanno ribadito la necessità di intensificare l'azione globale per il clima, ponendo l'obiettivo della neutralità climatica, ovvero dell'azzeramento o riduzione al minimo delle emissioni climalteranti a livello europeo entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell'accordo di Parigi del 2015;
    gli esiti del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles, del luglio 2020 hanno posto come priorità del Quadro finanziario pluriennale di medio periodo la copertura adeguata delle principali sfide europee, come il Green Deal, la digitalizzazione, la resilienza; l'obiettivo climatico prevede in particolare di destinare almeno il 30 per cento della spesa complessiva del bilancio pluriennale 2021-2027 all'azione per il clima, a fronte del 25 per cento proposto dalla Commissione e del 20 per cento dell'attuale bilancio, stabilendo, tuttavia, che sia il bilancio UE sia Next Generation EU debbano rispettare l'obiettivo della neutralità climatica dell'Unione europea entro il 2050 e contribuire al raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici 2030 dell'Unione, che dovrebbero essere aggiornati entro la fine dell'anno;
    ai fini dell'adesione a tale obiettivo la Commissione europea ha adottato la Comunicazione sul Green Deal Europeo, riconoscendo comunque la necessità di predisporre un quadro finanziario adeguato per garantire agli Stati membri il necessario sostegno per la gestione della transizione; il 10 settembre 2020 la Commissione per l'ambiente la sanità pubblica e la sicurezza alimentare dell'europarlamento, ha approvato l'obiettivo del 60 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli 1990, come nuovo target intermedio per l'Unione europea, che si presenta ancora più ambizioso e difficile da raggiungere rispetto all'obiettivo del 55 per cento che la Commissione europea propone nella nuova legge per il clima in preparazione; tali ambiziosi obiettivi vanno oltre il 40 per cento indicato quale contributo europeo all'accordo di Parigi e rappresenterebbero un traguardo ulteriore rispetto al mantenimento del riscaldamento globale entro l'1,5oC, come suggerito dai documenti dell'Ipcc, ovvero il gruppo intergovernativo internazionale di esperti sui cambiamenti climatici;
    nell'ambito delle risorse per la transizione ecologica previste dal Green Deal europeo, si evidenzia il diverso trattamento che l'Europa riserva al settore economico produttivo della plastica, del quale l'Italia è uno dei paesi leader, rispetto a quello del carbone, che invece interessa particolarmente la Germania e che sarà oggetto di sussidi a valere sul nuovo fondo per la transizione giusta. In tal modo il processo di decarbonizzazione verrà effettivamente sostenuto, dai fondi europei, mentre, al contrario, il settore della plastica potrebbe essere colpito da una specifica nuova forma di tassazione, con ulteriori probabili danni per un gran numero di aziende coinvolte nel nostro territorio e quindi dell'economia italiana. È quanto mai importante evitare che in un contesto produttivo così globalizzato una rigida regolamentazione europea possa rappresentare una minaccia per le nostre industrie rendendole meno competitive sul settore europeo e mondiale senza alcun reale beneficio in termini ambientali. Limitare o penalizzare la produzione della plastica in Europa non ha alcun beneficio in termini di protezione dell'ambiente e di lotta ai cambiamenti climatici se come conseguenza si verifica un'apertura all'importazione di plastica da Paesi extraeuropei. Oltretutto a seguito dell'emergenza COVID è emersa la grande importanza della plastica quale materiale low-cost, versatile e igienico, con elevatissimi livelli di riciclabilità, e non solo come il grande nemico dell'ambiente; inoltre aprendo al mercato extra europeo si rischia anche di non assicurare il rispetto delle necessarie certificazioni sanitarie e ambientali. Al riguardo occorre far pressione per un Green Deal non solo europeo ma mondiale oppure decidere, a fronte di una normativa comunitaria più rigorosa, di limitare le importazioni di prodotti inquinanti con l'applicazione di maggiori imposte o addirittura di divieti ove la produzione di tali beni non garantisca il rispetto delle basilari regole di tutela ambientale;
    nell'ambito della relazione programmatica per il 2020 il Governo richiama gli obiettivi della Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e afferma l'intenzione di voler lavorare per rafforzare i sistemi nazionali di protezione ambientale, promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate, aumentare il sostegno agli interventi in materia di economia circolare, di gestione dei rifiuti, della mitigazione dei rischi idrogeologici e la promozione delle politiche di adattamento, prevenzione dei rischi e resilienza alle catastrofi, di recupero dei siti inquinati a fini produttivi, e anche in materia di messa in sicurezza sismica, di energia rinnovabile e di efficientamento energetico, di mobilità sostenibile, di infrastrutture verdi in aree urbane e di tutela della biodiversità;
    la maggiore ambizione dell'Unione europea, annunciata nel titolo del Programma della Commissione europea per il 2020, si fonda, quasi esclusivamente, sul Green Deal europeo; si ritiene che il Governo italiano sia incline più a penalizzare che a incentivare comportamenti virtuosi in questo campo. Citiamo, ad esempio la plastic tax che penalizza le nostre imprese rischiando di condizionare negativamente anche quelle virtuose e all'avanguardia dal punto di vista ambientale, collocandoli fuori dal mercato europeo e mondiale,

impegna il Governo:

   1) a richiedere una decisa presa di posizione europea nel porsi come mediatore per un concreto piano di pace nel Nagorno-Karabakh, sostenendo un immediato cessate il fuoco tra le parti e richiedendo l'espulsione di tutti i foreign fighters presenti nel territorio conteso;
   2) a richiedere l'interruzione definitiva del processo di adesione della Turchia all'Unione europea, alla luce degli ultimi eventi nel nord-est della Siria, oltre che delle ripetute azioni illegali nel Mediterraneo orientale e nel mar Egeo, lesive oltretutto degli interessi energetici italiani, e della grave situazione dello stato di diritto interno al Paese, in netto e progressivo peggioramento a seguito del tentativo di colpo di Stato del luglio del 2016, ribadendo che la Turchia non rispetta in alcun modo i criteri sanciti dall'articolo 2 e dall'articolo 49 del TUE per far parte dell'Unione; a richiedere, inoltre, la sospensione definitiva dell'erogazione dei fondi di preadesione e di altri contributi finanziari europei alla Turchia;
   3) ad attivarsi per una ferma azione di contenimento dell'espansionismo economico e politico turco sui Paesi confinanti, che si traduce in una aggressiva politica regionale che interferisce nell'area balcanica e rischia inoltre di destabilizzare il Nord Africa e Medio Oriente;
   4) a sostenere in ambito europeo la necessità di conservare un forte e privilegiato legame con gli Stati Uniti e l'Alleanza atlantica rifiutando una «posizione neutrale ed intermedia» tra Stati Uniti e la Repubblica Popolare cinese, posizione che al contrario la Germania vorrebbe trasmettere alla politica estera dell'Unione europea, come dichiarato in audizione alla Camera dei deputati dall'Ambasciatore di Germania e più volte confermato dal medesimo Governo, avallando ciò che il Paese asiatico sta attuando nei confronti dei Paesi dell'Unione europea e nei Paesi del vicinato con politiche di tipo espansivo;
   5) a sostenere in ambito europeo ogni sforzo negoziale tendente a scongiurare l'ipotesi dell'uscita britannica senza accordo, evitando in particolare di proporre clausole palesemente inaccettabili per il governo del Regno Unito;
   6) sulla Libia, a prevedere una piena attuazione della Risoluzione 2292 (2016) del Consiglio di sicurezza Onu, relativamente all'embargo di armi, e ricercare come imperativo strategico un concreto «cessate il fuoco» nel Paese, prerogativa essenziale per giungere a un processo di pace;
   7) a porre la dovuta attenzione riguardo alla situazione politica nel Golfo di Guinea e in particolare al prossimo appuntamento elettorale in Costa D'Avorio, affinché possano svolgersi delle elezioni inclusive, trasparenti, democratiche e senza violenza, proseguendo nelle attività di dialogo già avviate con la delegazione dell'Unione europea, che ha visto anche la presenza dei vertici della rete diplomatica italiana in Costa d'Avorio;
   8) riguardo alla problematica del Lago Chad, a porre in essere le dovute iniziative per incentivare in sede europea un dibattito sullo sviluppo del «Progetto Transaqua», che mira al trasferimento dell'acqua dal bacino di Ubangi-Congo al bacino del lago Chad, data l'importanza strategica dello stesso per la crescita dell'Africa, e per la funzione deterrente nei confronti di possibili e rischiosi fenomeni migratori di massa che coinvolgono l'intero continente europeo;
   9) a contrastare in ogni modo possibile il traffico di esseri umani, che non è in grado di garantire nessun futuro dignitoso ai migranti, anche alla luce della grave crisi economica che colpirà l'Italia e l'Unione europea nel breve periodo, e a porre in cima alle varie riforme in materia di immigrazione e sicurezza il principio del disincentivo alla partenza come priorità per l'approccio a tale materia;
   10) a sostenere conseguentemente la creazione nei Paesi di transito e partenza di appositi centri in cui avviare gli immigrati al fine di verificare subito l'eventuale sussistenza dei requisiti richiesti per essere ammessi alla concessione del diritto d'asilo;
   11) ad impegnarsi in ambito europeo all'effettivo rispetto della direttiva sui rimpatri e degli accordi di riammissione stipulati anche a livello comunitario sostenendo una loro implementazione, nonché ad adottare iniziative per ottenere le adeguate risorse finanziarie onde procedere ai respingimenti e rimpatri degli immigrati irregolari, ricordando che la revisione del trattato di Dublino deve diventare un obbiettivo prioritario da perseguire nel brevissimo termine, secondo l'ottica che «chi sbarca in un paese europeo sbarca nell'Unione europea non nel singolo paese»;
   12) con riferimento alle politiche ambientali, a porre le fondamenta per un Green Deal non solo europeo ma mondiale per evitare che tutti i nostri sforzi in termini di produttività e di guadagni vengano vanificati da politiche industriali spregiudicate da parte di altre potenze mondiali: gli obiettivi di riduzione della plastica non possono essere circoscritti ai confini europei ma devono essere realistici e oggetto di un patto a livello internazionale per non penalizzare i produttori italiani in favore di esportatori cinesi o indiani, con dubbia tutela dell'ambiente e della salute. Occorre definire un quadro normativo condiviso soprattutto dalle potenze extraeuropee per una produzione virtuosa e rispettosa dell'ambiente, senza necessariamente danneggiare i sistemi produttivi dei singoli Paesi. Ove tutto ciò non sia possibile è necessario individuare misure che disincentivino l'acquisto e l'utilizzo di materiale inquinante applicando tasse o dazi in entrata all'interno dei confini europei;
   13) a rafforzare una posizione ferma dell'Unione europea verso una risposta globale e unitaria alla minaccia dei cambiamenti climatici, da parte di tutti i paesi della terra, evitando posizioni autonome che non faranno altro che sottoporre le imprese europee ad ulteriori sforzi economici, maggiore costo del lavoro ed esposizione a distorsioni della concorrenza a livello internazionale; a tal fine, occorre promuovere un monitoraggio a livello mondiale sull'attuazione degli impegni presi e sui progressi compiuti, sia da parte degli Stati sottoscrittori dell'accordo di Parigi sia a livello globale, allo scopo di mettere in luce i progressi compiuti e gli Stati inadempienti;
   14) ad evitare di assumere decisioni importanti in tema di neutralità climatica che incrementano gli obiettivi Ue per il 2030 oltre il 40 per cento, indicato nell'accordo di Parigi, allo scopo di essere realistici e coerenti e soprattutto sensibili alle difficoltà cui sono sottoposte le imprese a causa della pandemia da COVID-19; occorre prevedere investimenti mirati della Unione europea, ai fini di uno sviluppo che sia sostenibile anche economicamente per gli Stati membri, che individui le opportunità economiche in termini di nuova occupazione e competitività, sostenendo anche finanziariamente le aziende ai fini di una transizione green e garantendo alle imprese europee tempi realistici e sostenibili, programmi elastici con obiettivi stabili a lungo termine e obiettivi intermedi non vincolanti, nonché soglie minime che consentono di escludere da vincoli le aziende più piccole che contribuiscono in misura non significativa in termini di emissioni climalteranti;
   15) ai fini della transizione verso un'economia circolare, ad adottare iniziative per prevedere misure incentivanti per le attività di riciclo e recupero di materia e misure di semplificazione a livello normativo per le procedure di attivazione di nuovi impianti di riciclaggio e ulteriori impianti di recupero energetico, specialmente nei territori in cui tale assenza, comporta trasferimenti di rifiuti sul territorio europeo in completo disaccordo con il concetto di prossimità e dei principi di efficienza, efficacia ed economicità di gestione e di tutela dell'ambiente, sostenendo in modo concreto le aziende che garantiscono il fine vita del rifiuto e pertanto la «chiusura del cerchio», all'interno di un contesto di economia circolare reale e non solo teorico;
   16) allo scopo di garantire una maggiore resilienza dei territori agli effetti dei cambiamenti climatici, ad adottare iniziative per garantire finanziamenti per contrastare il dissesto idrogeologico attribuendo alle regioni risorse e competenze per l'attuazione di interventi strutturali di prevenzione e di difesa del territorio dai fenomeni alluvionali, anche attraverso una semplificazione normativa per una sistematica pulizia dei fiumi e dei torrenti, e prevedere investimenti per il rinnovamento e la riqualificazione dei sistemi fognari esistenti e della rete idrica, anche nelle aree lacustri e lagunari, e per il riassetto delle reti fognarie comunali per la raccolta e lo smaltimento delle acque di dilavamento, con particolare riferimento alle infrastrutture vetuste dei centri storici;
   17) allo scopo di contrastare lo spopolamento delle valli e quindi l'abbandono di territori fragili quali quelli montani, ad adottare iniziative per garantire le esigenze economiche, sociali e culturali della popolazione locale quale strumento essenziale di tutela e protezione del territorio, sia promuovendo misure a livello europeo per il contenimento degli animali selvatici predatori, con delega alle regioni e alle autorità locali per la gestione delle specie, l'adozione di misure regolamentari e la conservazione dei relativi habitat naturali, sia colmando il divario digitale esistente tra i territori economicamente più sviluppati e la montagna, con la predisposizione di un serio programma di aiuti europei espressamente dedicato;
   18) a sostenere una reale e duratura transizione energetica e per ridurre le emissioni di anidride carbonica in tutti i settori produttivi, attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica, l'utilizzo e l'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, lo sviluppo del trasporto pubblico e delle forme di incentivazione al suo utilizzo, l'incremento delle buone pratiche colturali per l'abbattimento della CO2, al fine del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e il progressivo superamento della dipendenza dai combustibili fossili, arrivando ad un cambio di direzione in tutti i settori dell'economia tale da consentire in tempi certi e congrui, nel rispetto delle indicazioni scientifiche e degli accordi internazionali, senza penalizzare i vari settori, e in coerenza con i piani nazionali adottati dai singoli governi, ricordando come, al pari se non più importante dell'obiettivo dell'emissione zero, debba essere considerato un obiettivo prioritario per l'istituzione europea il raggiungimento di un continente a povertà e disoccupazione zero attraverso una concreta politica del lavoro.
(6-00140) «Molinari, Giglio Vigna, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Capitanio, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Cestari, Coin, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Durigon, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Garavaglia, Gastaldi, Gava, Gerardi, Giaccone, Giacometti, Giorgetti, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Guidesi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Latini, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Locatelli, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Maturi, Minardo, Molteni, Morelli, Morrone, Moschioni, Murelli, Alessandro Pagano, Panizzut, Paolin, Paolini, Parolo, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Sasso, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Vinci, Viviani, Raffaele Volpi, Zicchieri, Ziello, Zoffili, Zordan».