Testo della risposta
Atto a cui si riferisce:
C.5/04725 (5-04725)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Mercoledì 7 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04725
Con riferimento al question time in parola, sentita anche la Direzione generale competente in materia di crisi di impresa, al fine di offrire un quadro esaustivo di quanto accaduto sino ad oggi, evidenzio quanto segue:
in data 13 febbraio 2020 la società di cui si discute ha depositato in Tribunale la domanda di concordato preventivo ai sensi dell'articolo 161, comma 6 con riserva di presentazione di proposta, piano e documentazione nel termine fissato dal Tribunale di Modena;
con decreto del predetto Tribunale in data 18 febbraio 2020 è stato nominato il Commissario giudiziale;
successivamente, in data 14 settembre scorso, la società ha depositato in Tribunale un piano concordatario.
Preciso altresì che durante l'incontro del 18 settembre scorso svolto al Ministero dello sviluppo in modalità conference call (a cui hanno partecipato tra gli altri, le organizzazioni sindacali, gli enti locali, gli amministratori della società nonché la proprietà) è emerso che la presentazione del sopracitato piano concordatario ha rappresentato un atto unilaterale da parte dell'azienda, che solo qualche giorno prima – durante il tavolo regionale – si era resa disponibile a valutare l'opportunità di depositare un piano in continuità.
Al riguardo, voglio anche sottolineare che la Sottosegretaria Todde ha concluso rincontro ricordando che sul territorio si stava lavorando per fornire supporto ad un eventuale soluzione di un concordato in continuità aziendale, sottolineando che sia inaccettabile arrivare ad un tavolo istituzionale in assenza di soluzioni concretamente percorribili. Pertanto, è stato richiesto all'azienda di farsi carico in primis della risoluzione della crisi.
Il tavolo di confronto istituzionale verrà riconvocato in tempi brevi auspicando che l'azienda torni al tavolo con delle proposte concrete, fermo restando il lavoro che il Governo italiano e le istituzioni locali stanno già ponendo in essere per addivenire ad una soluzione che salvaguardi i livelli occupazionali esistenti.
Quanto al tema delle delocalizzazioni di cui ci viene anche richiesto, è noto che esso rivesta un ruolo importante all'interno del dibattito governativo e l'impegno del Governo è diretto, da un lato, a sanzionare le aziende che delocalizzano (qualora abbiano usufruito di finanziamenti pubblici) e a difendere i marchi storici; dall'altro, ad individuare politiche pubbliche tese ad incoraggiare le aziende che hanno già delocalizzato a reinvestire in Italia (back reshoring). Concordo dunque sulla necessità di individuare cosa porta una multinazionale a non produrre nel nostro Paese e di prevedere un quadro omogeneo di interventi, anche normativi, volti a difendere il tessuto produttivo del nostro Paese.
Il Ministero dello sviluppo economico, avrà cura di aggiornare tale nota a seguito dei futuri eventi (tra cui il prossimo incontro del tavolo istituzionale) laddove venga nuovamente richiesto.