• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/04704 (5-04704)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04704presentato daPRETTO Erik Umbertotesto diMartedì 6 ottobre 2020, seduta n. 403

   PRETTO, FERRARI, BONIARDI, CASTIELLO, PICCOLO, ZICCHIERI, LORENZO FONTANA, COIN, ANDREUZZA, BADOLE, BAZZARO, BISA, BITONCI, COLMELLERE, COMENCINI, COVOLO, FANTUZ, FOGLIANI, GIACOMETTI, LAZZARINI, MANZATO, PAOLIN, PATERNOSTER, RACCHELLA, STEFANI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO e ZORDAN. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 20 luglio 1866 ebbe luogo in Adriatico nel contesto della Terza guerra d'indipendenza italiana uno scontro navale di grandi dimensioni tra le navi della Regia marina e la flotta dell'impero asburgico, passato alla storia come battaglia di Lissa, vinta dagli imperiali;

   le flotte che si scontrarono a Lissa il 20 luglio 1866 erano composte da navi di legno e corazzate, entrambe a vele e vapore. La squadra italiana era costituita da 12 corazzate e 17 vascelli lignei, mentre quella austriaca era composta da 7 navi corazzate e 11 in legno;

   a dispetto della sconfitta riportata tanto nelle acque di Lissa quanto sul fronte terrestre a Custoza, l'Italia si trovò comunque dalla parte dei vincitori in forza della sua alleanza con la Prussia, che aveva prevalso sull'esercito imperiale asburgico, con l'effetto di vedersi attribuire tramite la Francia la sovranità sul Veneto, sulla provincia di Mantova e parte del Friuli;

   gran parte della flotta e dell'organico della Marina da guerra dell'impero austriaco era stata acquisita con l'assorbimento dell'antica Marina veneta, cosicché la stragrande maggioranza dei marinai e degli ufficiali asburgici presenti a Lissa proveniva dai territori già appartenuti alla Serenissima Repubblica di Venezia;

   la Marina da guerra asburgica era talmente influenzata dalla componente veneta che di fatto la base navale di riferimento dell'Impero austriaco era Venezia, nel glorioso Arsenale, lo storico cantiere navale della città. I cadetti provenienti anche da altre zone dell'Impero austriaco venivano preparati alla carriera imparando il veneto, lingua di comando della Marina da guerra dell'impero austriaco;

   in memoria della battaglia di Lissa, l'impero austriaco commissionò la realizzazione di un monumento ai caduti di parte asburgica, realizzato dallo scultore triestino Leone Battinelli ed innalzato nel 1867 nel cimitero dell'isola;

   in seguito alla vittoria della Prima guerra mondiale, le truppe del Regno d'Italia occuparono le terre della Dalmazia promesse con il Patto di Londra, fra le quali anche l'isola di Lissa. Il monumento ai caduti della battaglia di Lissa venne allora modificato con l'aggiunta di due placche: «Italia vincitrice» e «Novembre 1918»;

   dal momento che il Regno d'Italia non riuscì ad annettere definitivamente quelle terre, poiché la Dalmazia venne alla fine ceduta al neonato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni, con l'eccezione della città di Zara, il monumento di Lissa venne smontato e trasferito a Livorno presso l'Accademia navale, dove tuttora si trova, nel piazzale antistante il retro del Comando, in una posizione non accessibile ai civili;

   l'isola di Lissa, oggi Vis, come tutto il territorio costiero dell'Istria e della Dalmazia, è intimamente legata alla storia della Serenissima Repubblica di Venezia, di cui la città di Venezia e la regione del Veneto sono le principali eredi morali;

   fra i caduti di parte austriaca, per ricordare i quali il monumento fu originariamente commissionato, vi erano numerosi marinai di nazionalità italiana ed in particolare provenienti dalle aree costiere del Veneto e del Friuli, dell'Istria e della Dalmazia;

   non sembra conseguentemente adeguata l'attuale collocazione del monumento a Livorno, mentre sarebbe auspicabile il suo spostamento in un sito che si affacci sull'Adriatico, teatro della battaglia di Lissa –:

   se esistano motivi, ed eventualmente quali, che ostino al trasferimento del monumento ai caduti di Lissa oggi situato nell'Accademia navale di Livorno in altra sede più idonea dal punto di vista storico e culturale, come ad esempio il Collegio navale militare «Francesco Morosini» o l'Arsenale di Venezia.
(5-04704)