• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.3/01787    si ritiene giusto interrogarsi su quali saranno gli obiettivi della nuova politica agricola comune (Pac) e in che misura l'agricoltura italiana sarà capace di interpretarvi un ruolo da...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01787presentato daFORNARO Federicotesto presentato Martedì 29 settembre 2020 modificato Mercoledì 30 settembre 2020, seduta n. 401

   FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   si ritiene giusto interrogarsi su quali saranno gli obiettivi della nuova politica agricola comune (Pac) e in che misura l'agricoltura italiana sarà capace di interpretarvi un ruolo da protagonista attuando le strategie del Green Deal per il sistema agroalimentare, presentate dalla Commissione a guida von der Leyen. Crediamo che l'Italia debba partecipare ai tavoli europei con la visione chiara che il futuro del proprio sistema agroalimentare deve rispondere ai target del Green Deal, per essere campione nella lotta alla crisi climatica e nella progressiva riconversione ecologica della propria agricoltura e zootecnia;
   il Green Deal deve essere un concerto di politiche orientate ad un obiettivo comune e l'attuazione italiana della politica agricola comune deve mettere in campo risorse per concorrervi, come sistema Paese. Il comparto agricolo può e deve fare un balzo verso la sostenibilità, come chiede una parte crescente dei consumatori che acquistano sempre di più prodotti biologici anche nell'attuale e difficile frangente economico;
   la politica agricola comune sarà un provvedimento che mobiliterà, a livello europeo, 400 miliardi di euro, ai quali si uniranno le risorse del Recovery Fund; come sottolineato sia dall'appello di oltre 3.600 scienziati che dalla recente presa di posizione dell'ex Commissario all'ambiente dell'Unione europea Potocnik con 200 imprenditori e autorevoli rappresentanti politici e del mondo associativo, occorre che la politica agricola comune ponga l'agroecologia al centro dei percorsi di ristrutturazione del settore;
   la nuova politica agricola comune, sulle cui basi l'Italia dovrà impostare il proprio Piano Strategico, deve affrontare le svolte necessarie per superare una troppo lunga stagione di sussidi basati solo sul possesso della terra, legando invece i sostegni alle imprese ai risultati che esse sapranno conseguire in prestazioni climatico-ambientali e di salvaguardia della biodiversità –:
   se si intenda condividere l'impostazione, già espressa dalla maggior parte dei Paesi membri, di un sistema di eco-schemi obbligatori, inquadrando almeno il 40 per cento delle risorse nel perseguimento di target climatico-ambientali in modo da sostenere l'attuazione nei Piani nazionali delle strategie « Farm to fork» e «Biodiversità», prevedendo, in particolare, una percentuale minima del 10 per cento di superficie agricola destinata ad habitat naturali, un processo chiaro per il dimezzamento dell'impiego di pesticidi tossici in agricoltura e di antimicrobici in zootecnia, il dimezzamento delle perdite di nutrienti e la riduzione del 20 per cento nel consumo di fertilizzanti minerali in modo da perseguire per l'Italia l'obiettivo al 2030 del 40 per cento delle superfici agricole dedicate alla coltivazione biologica, apripista del modello futuro. (3-01787)