• Testo MOZIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.1/00286 premesso che: a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, si registra un clima di esasperante incertezza sugli aspetti principali inerenti alla riapertura delle scuole a seguito della...



Atto Senato

Mozione 1-00286 presentata da MATTEO SALVINI
mercoledì 23 settembre 2020, seduta n.259

SALVINI Matteo, ROMEO, PITTONI, SAPONARA, BARBARO, BORGONZONI, ALESSANDRINI, ARRIGONI, AUGUSSORI, BAGNAI, BERGESIO, BORGHESI, BOSSI Simone, BRIZIARELLI, BRUZZONE, CALDEROLI, CAMPARI, CANDIANI, CANDURA, CANTU', CASOLATI, CENTINAIO, CORTI, DE VECCHIS, FAGGI, FERRERO, FREGOLENT, FUSCO, GRASSI, IWOBI, LUCIDI, LUNESU, MARIN, MARTI, MONTANI, NISINI, OSTELLARI, PAZZAGLINI, PELLEGRINI Emanuele, PEPE, PERGREFFI, PIANASSO, PILLON, PIROVANO, PISANI Pietro, PIZZOL, PUCCIARELLI, RICCARDI, RIPAMONTI, RIVOLTA, RUFA, SAVIANE, SBRANA, SIRI, STEFANI, TESTOR, TOSATO, URRARO, VALLARDI, VESCOVI, ZULIANI - Il Senato,

premesso che:

a ridosso dell'inizio dell'anno scolastico, si registra un clima di esasperante incertezza sugli aspetti principali inerenti alla riapertura delle scuole a seguito della prolungata chiusura, dal mese di marzo, dovuta all'emergenza COVID-19. Continuano a variare le indicazioni alle famiglie e agli addetti ai lavori sugli orari d'ingresso a scuola, se questi saranno o meno diversificati per fasce orarie, se ci saranno doppi turni tra mattina e pomeriggio per attuare il necessario distanziamento in caso di assenza di spazi adeguati, se dovranno essere i genitori stessi a dover effettuare le misurazioni della temperatura corporea dei propri figli, prima dell'ingresso a scuola; questo solo per citare alcuni degli innumerevoli dubbi che, nell'imminenza dell'inizio dell'anno scolastico 2020/2021, destano forte preoccupazione tra i genitori dei ragazzi in età scolare ed aggravano non poco le difficoltà legate alla gestione della situazione;

l'incertezza circa l'avvio dell'anno scolastico 2020/2021 e le paventate ipotesi di un nuovo lockdown generano insicurezza nei genitori per la gestione delle dinamiche familiari per quanto attiene all'organizzazione dei tempi e alla conciliazione degli impegni scolastici dei figli con il proprio lavoro. In tale situazione non facile e inusuale, le famiglie si sarebbero aspettate dall'autorità che governa il sistema scolastico italiano un atteggiamento di responsabilità, una gestione autorevole ed efficiente della macchina organizzativa, stante soprattutto l'ampio margine di tempo avuto da marzo per pianificare ogni aspetto inerente al ritorno in aula;

al contrario, da mesi si assiste a dichiarazioni confuse e spesso contraddittorie del Ministro dell'istruzione, a ipotesi di soluzioni velleitarie, ma soprattutto a un atteggiamento di chiusura, di cocciuto arroccamento su posizioni che non lasciano spazio ad alcuna mediazione, portando allo scontro continuo con tutte le categorie della scuola: dagli insegnanti, ai dirigenti scolastici, ai sindacati di settore;

gli sconclusionati interventi sui media del ministro Azzolina hanno disorientato gli operatori del comparto scuola e i genitori: dal plexiglas all'acquisto dei banchi singoli con le rotelle dal costo insostenibile per il sistema pubblico, dall'utilizzo di cinema, teatri, biblioteche e B&B come aule, sottraendoli alla loro funzione primaria anch'essa importante, ignorando per motivi ideologici la disponibilità delle strutture paritarie, alla mancata fornitura di termoscanner alle scuole, aspetto di fondamentale importanza, lasciando alle famiglie, nonostante la perplessità degli infettivologi, la responsabilità di misurare la temperatura ai figli prima di uscire di casa. Non si sa se gli alunni dovranno presentarsi con l'attestazione della misurazione giornaliera, chi la firmerà nel caso di genitori assenti per motivi di lavoro, quando sarebbe decisamente più semplice e sicuro effettuare la misurazione all'ingresso dell'istituto;

inoltre, per l'acquisto dei banchi singoli, l'inerzia dello stesso Ministro ha portato prima alla nomina di un commissario e poi a una discussa gara europea fuori tempo massimo;

arrivati al limite di tempo estremo per l'individuazione degli spazi necessari alla ripartenza delle lezioni in presenza, il ministro Azzolina ha dovuto ammettere che la scuola paritaria, in quanto parte integrante del sistema pubblico, va tutelata allo stesso modo della statale, aprendo (a parole) la strada ad accordi per l'utilizzo di locali delle paritarie da parte delle scuole statali. Tale soluzione, proposta già da mesi dalla Lega, poteva tranquillamente essere percorsa con determinazione da subito. Non solo adesso (ammesso che sia vero), a ridosso cioè dell'avvio dell'anno scolastico, compromettendo la buona riuscita dell'intera operazione;

considerato che:

non c'è stata alcuna chiarezza in merito agli organici dei docenti, malgrado la grande necessità di insegnanti legata all'esigenza di duplicazione delle classi per il distanziamento;

il Ministro, anziché adoperarsi per garantire la presenza di insegnanti tutti titolari in cattedra per settembre, attraverso una procedura di stabilizzazione dei precari storici, ha proposto un concorso da effettuarsi in estate, impossibile da realizzare, non a caso poi fatto slittare, visto che non ci sono mai stati i tempi tecnici per espletarlo e viste le limitazioni dell'emergenza sanitaria. Per coprire i posti lasciati scoperti a causa dei pensionamenti, quest'anno saranno necessari 30.000 insegnanti in più, che porteranno a oltre 200.000 il totale dei precari. E dire che, per uscire dall'impasse, sarebbe bastato effettuare l'assunzione dalle graduatorie, sistema già utilizzato per le graduatorie ad esaurimento, procedura pienamente legittima, come affermato da numerose pronunce costituzionali. Per nulla irrispettosa delle regole, come invece continua a ripetere il Ministro, che pure, da insegnante e sindacalista, si era battuta (a parole) per il rispetto della direttiva europea 1999/70/CE, che prevede di non reiterare contratti a tempo determinato ai precari dopo 36 mesi di servizio;

atteso che:

nelle situazioni di difficoltà, chi ne paga le conseguenze maggiori sono i più deboli, e desta molta preoccupazione la situazione dei ragazzi diversamente abili, visto che sarebbero necessari almeno 50.000 insegnanti di sostegno, ma non c'è stato ancora alcun reale interessamento da parte del Ministro (la Lega chiede almeno 20.000 stabilizzazioni subito);

riguardo alla tanto pubblicizzata assunzione di 85.000 docenti sui posti vacanti e disponibili, prima di Azzolina nessun ministro si era vantato per una procedura di fatto automatica, che si ripete ogni anno. Infatti, come previsto dall'art. 39 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, recante misure per la stabilizzazione della finanza pubblica, come modificato dall'art. 22 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e dall'art. 20 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, per le assunzioni nel comparto del pubblico impiego-scuola, l'amministrazione scolastica chiede al Ministero dell'economia e delle finanze l'autorizzazione relativa. Quest'ultimo, una volta accertato che le assunzioni non comportino aggravio ingiustificato per l'erario, cioè che i posti siano effettivamente vacanti e disponibili nella pianta organica, stila una nota tecnica e predispone uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Succede però che nelle graduatorie ad esaurimento di diverse province, in prevalenza al Centro-Nord, molte classi di concorso siano esaurite, come pure le graduatorie di merito. Secondo i sindacati "è difficile che si arrivi a coprire con assunzioni in ruolo più del 30% dei posti disponibili". Stando ad alcune previsioni si apre un anno scolastico con lo spettro di circa 300.000 supplenti, anche perché ai numeri attuali bisogna aggiungere l'organico Covid, circa 70.000 tra professori e collaboratori scolastici. Si è rivelata un flop la "chiamata veloce" dei docenti, messa in piedi dal Ministero dell'istruzione, che consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni nella propria regione, di presentare domanda in altra regione, dove ci sono posti disponibili, per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato. Evidentemente il blocco quinquennale di permanenza ha scoraggiato questa scelta da parte dei docenti, per cui sarà necessario ricorrere, ancora una volta, ai supplenti. Un'ulteriore spinosa questione riguarda i docenti che, affetti da patologie o di età più avanzata (cosiddetti lavoratori fragili), stanno chiedendo di restare a casa, visto l'aumento in questi giorni del numero dei contagi;

da molte regioni e in particolare dalla Toscana, dalla Puglia e dalla Campania, giungono forti lamentele sulle nuove graduatorie provinciali, dalle quali si dovrebbe pescare i supplenti. I tempi sono strettissimi, il personale è poco, con il risultato di una situazione a dir poco caotica. "La legge non dispone che per l'avvenire" è scritto nelle preleggi del codice civile, ma, per quanto riguarda i punteggi, tale atto del Ministro dispone anche per il passato: è cioè retroattivo, andando a modificare il delicato sistema di rapporti ed equilibri determinato dalla sedimentazione pluridecennale di punteggi e valutazioni. Si determineranno situazioni di contrapposizione, che inevitabilmente sfoceranno in pesanti contenziosi, in dispregio del "buon andamento" della pubblica amministrazione (articolo 97 della Costituzione). Sarebbe stato più opportuno e responsabile adottare un sereno e ponderato regime transitorio per traghettare, senza scosse, il vecchio quadro valutativo verso il nuovo;

considerato che:

come ripetutamente denunciato dal linguista Massimo Arcangeli sulle pagine de "la Repubblica" e di altri quotidiani nazionali, c'è il dubbio che il ministro Azzolina abbia commesso reato di plagio e di violazione del diritto d'autore, copiando da opere altrui interi brani (complessivamente sarebbero più di 40) sia nella sua tesi per la scuola di specializzazione all'insegnamento secondario (perché di questo si tratta, non di una semplice relazione di tirocinio, come pubblicamente confermato dal funzionario che al tempo coordinava la segreteria della SSIS per la Toscana), discussa all'università di Pisa nel 2010, sia nelle due tesi di primo e di secondo livello, discusse all'università di Catania, mettendo per giunta in vendita i tre elaborati su un sito specializzato;

lo stesso Ministro, come segnalato dallo stesso Arcangeli in due articoli del 12 e del 14 agosto 2020 pubblicati da "Il Giornale", risulterebbe essersi di fatto anche "autoassunta" a dirigente scolastico, poiché il Ministro è già ora in posizione utile per essere chiamato a rivestire quel ruolo dopo il via libera del Ministero all'assunzione di 458 nuovi dirigenti scolastici per l'anno scolastico 2020/2021;

il TAR ha emesso una sentenza di annullamento dell'intera prova del concorso, cui il Ministro ha partecipato, e se il Consiglio di Stato il prossimo 15 ottobre dovesse confermare quanto previsto dal TAR Lazio, si potrebbe sostanziare una situazione di palese conflitto di interessi;

atteso che con 200.000 insegnanti precari non stabilizzati, 50.000 precari assunti e licenziabili, in caso di lockdown, senza alcuna tutela o indennità di disoccupazione, con 20.000 aule mancanti, senza garanzia di spazi adeguati e relative forniture di arredi, senza chiarimenti sulla misurazione della febbre, senza sapere se e come si potrà usufruire di servizio mensa e trasporti in sicurezza, le scuole rischiano di non riaprire e sarebbe un pessimo segnale che getterebbe il Paese nello sconforto più totale;

considerato infine che:

secondo un sondaggio realizzato in esclusiva per "Affaritaliani" da Roberto Baldassari, direttore generale di Lab2101 e docente di Strategie delle ricerche di opinione e di mercato all'università degli studi "Roma Tre", il 55,2 per cento degli italiani vuole che il ministro Azzolina lasci subito l'incarico;

la disastrosa gestione della scuola del Ministro sta tenendo in tensione famiglie, studenti e personale, un Ministro che ha perso molti mesi preziosi in chiacchiere, senza fornire alcuna certezza sul proprio destino a 8 milioni di studenti;

il Governo non ha alibi e l'incapacità di chi lo rappresenta pesa ormai irrimediabilmente sulla vita e sulla formazione dei nostri ragazzi. Servono risposte immediate, non c'è più tempo e senza ripartenza in sicurezza della scuola non riparte l'intero Paese;

visto l'articolo 94 della Costituzione e visto l'articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica,

esprime la propria sfiducia al ministro dell'istruzione, onorevole Lucia Azzolina, e la impegna a rassegnare le proprie dimissioni.

(1-00286)