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Atto a cui si riferisce:
C.5/04632 (5-04632)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 23 settembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04632

  Com’è noto, il question time di cui si discute riguarda la situazione dell'azienda Sematic di Osio (Bergamo), la cui proprietà è stata trasferita ad un fondo che detiene il controllo del gruppo Wittur. Il Gruppo è uno dei principali produttori di componenti, moduli e sistemi completi per l'industria degli ascensori.
  La Wittur Holding Gmbh capofila ha annunciato alle Organizzazioni Sindacali di voler sospendere una parte della produzione dello stabilimento di Osio, motivando tale scelta «nell'andamento del settore dell'industria degli ascensori e della componentistica, che ha vissuto un inasprimento delle dinamiche competitive a livello globale ed europeo, ulteriormente aggravate dall'insorgere della pandemia di Covid-19, con uno spostamento del baricentro industriale dei principali operatori del settore, verso l'Est Europa».
  Al momento risulta che il personale in esubero verrebbe gestito utilizzando la Cassa integrazione per emergenza Covid-19. I sindacati unitamente ai lavoratori temono che, esaurito l'utilizzo degli ammortizzatori sociali si proceda ai licenziamenti, disperdendo non solo la competenza dei lavoratori che tanto hanno contribuito a far diventare la Sematic spa leader in tale settore ma impoverendo il territorio bergamasco.
  Posto che ad oggi non risulterebbe che la società in questione abbia beneficiato della concessione di contributi agevolativi, alla luce della normativa vigente in materia, non vi sarebbero molti spazi di intervento.
  Tuttavia, com’è noto il tema della delocalizzazione riveste un ruolo importante all'interno del dibattito governativo e l'impegno di questo Governo è diretto, da un lato, a sanzionare eventualmente le aziende che delocalizzano (qualora abbiano usufruito di finanziamenti pubblici) e a difendere i marchi storici; dall'altro, ad individuare politiche pubbliche utili tese ad incoraggiare le aziende ad investire e rimanere nei territori originari di produzione.
  Voglio ribadire a riguardo quanto affermato già dal Ministro dello sviluppo economico Patuanelli in un Question Time tenutosi al Senato recentemente. In quella sede, il Ministro ha ribadito la necessità di porre in essere azioni che non incidano solamente su chi ha delocalizzato ma vadano a premiare chi riporta le attività produttive in Italia, il cosiddetto back reshoring, che sarà ed è un elemento fondante del piano di Governo. Vi è la necessità, quindi, di individuare cosa porta una multinazionale a non produrre nel nostro Paese oltreché proteggere il nostro mercato rispetto agli altri a livello globale attraverso un quadro omogeneo di interventi.
  Ciò premesso ed evidenziato, a fronte della notizia della delocalizzazione del sito produttivo di Osio resta ferma la massima attenzione della competente struttura del Ministero dello sviluppo economico e sono in corso i necessari approfondimenti presso gli enti locali direttamente interessati, che sino ad oggi hanno seguito la questione. L'obiettivo, infatti, è quello di individuare tutte le possibili azioni da intraprendere in merito alla vicenda, inclusa la possibilità di convocare un tavolo di crisi, ove sia richiesto e ne sussistano le condizioni, al fine di garantire la continuità produttiva e salvaguardare i lavoratori coinvolti.