• Testo della risposta

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/02481 MONTEVECCHI, COLLINA, VANIN, ANGRISANI - Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo. - Premesso che: il patrimonio culturale è il fulcro dell'identità di un...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 078
all'Interrogazione 4-02481

Risposta. - La realizzazione della colonia elioterapica "Vittorio Emanuele III" di castel Raniero risale al 1928, quando il prefetto autorizzò l'acquisto del terreno per la costruzione di un ospizio montano, con il quale assolvere al voto di riconoscenza verso i morti in guerra. Già nell'ottobre 1922 era sorto a Faenza un comitato cittadino per l'erezione di un monumento in onore dei caduti di guerra sopra una pubblica piazza; su sollecitazione dell'allora sindaco di Faenza e del presidente del comitato per gli ospizi marini, dottor Antonio Bucci, che pensavano di realizzare un "'ospizio montano", e per proseguire l'esperienza di ospitalità in campagna condotta fino ad allora, si arrivò a fondere i due progetti in uno, in quanto si ritenne che il miglior omaggio alla memoria dei caduti fosse l'erezione di un edificio a favore dell'infanzia più bisognosa di cure, in particolare a favore degli orfani di guerra. Con regio decreto 2 febbraio 1928 l'Ente per gli ospizi marini e montani, derivato dal comitato, venne eretto a ente morale.

Il progetto del 1927 si deve all'ingegnere comunale Giovanni Anteriore che adottò uno stile eclettico, non privo di suggestioni liberty ma anche bizantino-ravennati, e sulla base di questo progetto iniziarono i lavori di costruzione dell'ospizio e della casa del custode. I lavori proseguirono fino al novembre 1929 ma successivamente, per l'aumento dei costi, vennero definitivamente sospesi. Nel 1930 si ultimò la casa del custode mentre l'ospizio si fermò al grezzo, sebbene completo di divisori interni e copertura. I lavori ripresero parzialmente nel 1939 con la costruzione di infissi in legno, porte e finestre. Durante il passaggio del fronte, l'ospizio assolse funzioni di succursale dell'ospedale di Faenza e rimase in parte distrutto. Nel 1957 si effettuarono i lavori di riparazione che ne consentirono un uso fino alla seconda metà degli anni '70. Fino al 1972 continuò l'attività di colonia, mentre dal 1972 al 1975 l'attività si limitò al soggiorno diurno.

La colonia è circondata da un'area verde di quasi 7 ettari, con prato e castagneto sottostante, evolutosi fino a dar luogo all'attuale querceto misto. Sotto i pini e i cipressi che bordano il prato si è sviluppata una macchia a cisto bianco.

Attualmente l'immobile è di proprietà dell'Azienda servizi alla persona (ASP) con sede a Faenza che risulta essere costituita come soci da tutti i Comuni dell'Unione Romagna faentina. Secondo lo statuto è ente pubblico non economico disciplinato dall'ordinamento regionale; è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia statutaria, gestionale, patrimoniale, contabile e finanziaria e non ha fini di lucro. Si tratta perciò di un immobile di proprietà pubblica.

L'immobile risulta tutelato "ipso iure" ai sensi del combinato disposto dell'art. 10, comma 1, e art. 12, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004. Seppur in una nota della Soprintendenza del 2003 se ne dichiari "l'interesse storico artistico in quanto [si tratta] di architettura rappresentativa dell'articolato fenomeno delle colonie e degli ospizi vacanzieri, ampiamente diffuso a scopo sociale nel ventennio", gli immobili non sono soggetti ad un provvedimento di tutela specifico e non sono mai stati sottoposti dalla proprietà alla verifica di interesse culturale disciplinata dall'art. 12 del codice dei beni culturali e del paesaggio. Dall'entrata in vigore del codice ed in particolare nel 2010 e nel 2011, numerosi sono stati i solleciti alla proprietà, da parte della Soprintendenza di Ravenna e anche della Direzione regionale, al fine di dare avvio alla procedura informatizzata di verifica di interesse culturale, senza che si sia mai provveduto in tal senso da parte della proprietà.

Agli atti e nei quotidiani locali inviati alla Soprintendenza come allegati alle istanze, si fa spesso riferimento alla tutela dell'immobile ai sensi della legge n. 78 del 2001. Si precisa che l'immobile non ricade tra gli immobili di cui al censimento e catalogazione dei monumenti ai caduti della grande guerra (lapidi, viali e parchi della rimembranza) né l'immobile è stato segnalato dal Comune di Faenza, in risposta a una richiesta di collaborazione da parte della stessa Soprintendenza inviata nel 2017 a tutti i Comuni nel territorio di competenza per procedere all'individuazione dei beni da schedare. Né è stata presentata proposta di partecipazione al bando per l'assegnazione di contributi a progetti e iniziative relativi al patrimonio storico della prima guerra mondiale, reso noto tramite comunicazione inviata dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Ravenna a tutti i Comuni del territorio di competenza.

Oltre alla tutela per legge ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, gli immobili sono soggetti a tutela del piano strutturale comunale, che identifica la colonia come un immobile di valore storico-architettonico (si veda il quadro conoscitivo del piano). Nel censimento degli edifici storici la colonia è, inoltre, registrata con la scheda n. 657, contenente informazioni di dettaglio, ma disponibile solo presso gli uffici dell'Unione. Sulla base del valore riconosciuto, gli strumenti di pianificazione obbligano l'immobile ad una tipologia di interventi di restauro scientifico, ed infatti si esplicita che "dovrà essere salvaguardata la valenza monumentale e celebrativa dell'immobile e della relativa area della Colonia di Castel Raniero e il connesso vincolo di restauro scientifico del fabbricato stesso".

La formalizzazione della tutela è un presupposto ai fini di qualsiasi finanziamento di questo Ministero per il restauro dell'immobile. Come del resto evidenziato nel decreto dei Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze n. 14 del 16 gennaio 2018, art. 3, commi 11 e 12, i criteri di priorità per stabilire la programmazione triennale dei lavori pubblici sono quelli fissati dalla legge e, in particolare, "sono da ritenersi di priorità massima i lavori di ricostruzione, riparazione e ripristino conseguenti a calamita naturali e, in subordine, i lavori di completamento di opere pubbliche incompiute". La colonia di castel Raniero non ricade tra questi. Si fa presente che l'intervento potrebbe accedere anche ad altra fonte di finanziamento da parte degli enti territoriali che hanno competenza sul territorio comunale di Faenza, quali ad esempio la Regione.

Nel 2017 è stata inoltrata richiesta di verifica sulla possibilità per l'immobile di usufruire di erogazioni liberali ai sensi del decreto-legge n. 83 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 2014 (art bonus). Considerata la natura giuridica dell'ente proprietario (art. 3 dello statuto dell'ASP della Romagna faentina), la Soprintendenza ha risposto positivamente, atteso che "Enti e Istituzioni pubbliche, senza scopo di lucro, possono accedere alle agevolazioni del D.L. n. 83/2014 (...) se svolgono direttamente attività nello spettacolo".

La colonia di castel Raniero e il suo parco sono stati oggetto di interventi di manutenzione straordinaria solo nel 2011, a seguito di una segnalazione pervenuta circa il cattivo stato di conservazione in cui versavano. Nel rammentare i doveri di conservazione in capo alla proprietà dei beni tutelati, la Soprintendenza ha chiesto "di porre in atto tempestivamente ogni utile intervento di salvaguardia atto alla conservazione del bene", sia relativamente al fabbricato, sia al suo parco. Nello stesso anno la proprietà ha presentato istanza per l'autorizzazione dei lavori di manutenzione straordinaria sull'immobile, qualificate come opere urgenti e provvisorie "in attesa dell'elaborazione di un programma di ristrutturazione e restauro complessivo dell'edificio" ed in particolare: a) ispezione complessiva del manto di copertura allo scopo di individuare ulteriori parti collabenti oltre a quella a nordest; b) rimozione del tavellonato in laterizio e delle parti lignee fatiscenti; c) ripristino dell'orditura lignea minore, per le parti fatiscenti; d) posa di tavolato ligneo in sostituzione del tavellonato in cotto e ripristino del manto di tegole; e) riparazione delle gronde esistenti con guaina in alluminio bitumata a garantire il normale deflusso delle acque; f) sostituzione del pozzetto al piede pluviale dell'angolo nordest. Per quanto riguarda il parco, si propone la manutenzione dell'area circostante tramite sfalcio delle essenze spontanee e rimozione delle stesse rampicanti.

Tali opere sono state autorizzate e si sono concluse a dicembre 2011, come si evince dal consuntivo scientifico acquisito agli atti. Più recentemente, nel 2017, la Soprintendenza ha ricevuto comunicazione relativamente all'esecuzione di opere urgenti di puntellamento del coperto ai sensi dell'art. 27 del decreto legislativo n. 42 del 2004.

Il 4 dicembre 2019 è stato effettuato un sopralluogo presso la colonia dal quale si evince che: 1) per quanto riguarda la colonia vera e propria i fenomeni di degrado più gravi sono dovuti al crollo parziale della copertura e al percolamento delle acque meteoriche nei piatti inferiori. Più nel dettaglio: a) le strutture verticali non sembrano presentare gravi lesioni, ma sono danneggiate dall'infiltrazione dell'acqua soprattutto negli angoli nordest e nordovest; b) le strutture orizzontali del secondo piano sono in parte crollate, mentre negli altri piani non sembrano essere presenti fenomeni di degrado strutturale; c) la copertura di un padiglione è in parte crollata e risulta molto danneggiata, anche dal punto di vista strutturale, compresa la copertura della loggia sulla torretta che rappresenta l'elemento più caratteristico dell'immobile; d) gli infissi, quando sono ancora presenti, risultano molto degradati; e) gli elementi decorativi sono in parte assenti perché non sono mai stati realizzati, trattandosi di un edificio parzialmente incompiuto; 2) per quanto riguarda la casa del custode, lo stato di conservazione è sostanzialmente buono; 3) per quanto riguarda infine il parco, è ancora ben leggibile un impianto che si comprende essere in continuità con l'edificio.

Se questa era la situazione fino al mese di gennaio 2020, in data 5 febbraio 2020 la Soprintendenza di Ravenna ha ricevuto dal segretariato regionale per il patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna la scheda di verifica ex art. 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004 da parte della proprietà per il riconoscimento del complesso monumentale di interesse culturale. In data 9 aprile, la Soprintendenza ha rilasciato al segretariato regionale il proprio parere favorevole. Tale procedura si è conclusa favorevolmente e il 1° luglio 2020, con decreto n. 55, la commissione regionale per il patrimonio culturale del segretariato regionale per l'Emilia-Romagna ha dichiarato l'immobile denominato colonia di castel Raniero, già ospizio montano Vittorio Emanuele III, di interesse storico artistico ai sensi degli articoli 10, comma l, e 12 del codice dei beni culturali.

Con il riconoscimento, l'immobile rimane sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella disposizione legislativa e si è costituito il presupposto necessario affinché questo Ministero possa valutare la possibilità di reperire i fondi necessari per il restauro dell'immobile o di sue parti. Si conferma, dunque, l'impegno di questo Ministero ad intervenire per il pieno recupero del complesso di castel Raniero.

ORRICO ANNA LAURA Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e per il turismo

11/09/2020