Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Atto a cui si riferisce:
C.3/01715 il 21 luglio 2020 nel Consiglio europeo è stato siglato l'accordo per dare vita al cosiddetto Recovery Fund: 750 miliardi di euro destinati ai Paesi colpiti dalla crisi legata alla...
Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01715presentato daCONTE Federicotesto presentato Martedì 4 agosto 2020 modificato Mercoledì 5 agosto 2020, seduta n. 387
CONTE e FORNARO. —
Al Ministro per il sud e la coesione territoriale
. — Per sapere – premesso che:
il 21 luglio 2020 nel Consiglio europeo è stato siglato l'accordo per dare vita al cosiddetto Recovery Fund: 750 miliardi di euro destinati ai Paesi colpiti dalla crisi legata alla pandemia, ripartiti tra 390 miliardi come sussidi a fondo perduto e 360 miliardi di euro come prestiti;
l'Italia ha ottenuto ben 209 miliardi di euro, con circa 82 miliardi di euro di sussidi e 127 miliardi di euro di prestiti;
l'Italia dovrà preparare entro il 15 ottobre 2020 un piano nazionale di interventi, con progetti specifici che organizzino obiettivi e spesa poi sottoposti alla valutazione dell'Unione europea;
nel documento conclusivo del Consiglio europeo si legge, tra le altre cose: «Obiettivo di questa rubrica è contribuire al valore aggiunto dell'Unione europea promuovendo la convergenza, sostenendo gli investimenti, la creazione di posti di lavoro e la crescita, contribuendo a ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali all'interno degli Stati membri e in tutta Europa»;
per realizzare questo obiettivo è indispensabile che vengano destinati esclusivamente al Mezzogiorno d'Italia almeno 70 miliardi di euro come risorse aggiuntive rispetto a quelle ordinarie dello Stato e a quelle dello stesso Recovery Fund utilizzate per interventi di sistema da effettuarsi uniformemente su tutto il territorio nazionale;
se davvero si vuole incidere sul divario Nord-Sud, che in questi anni ha pesato moltissimo in tutti gli indicatori economici e sociali, le risorse da destinarsi al Mezzogiorno dovranno essere aggiuntive e non sostitutive di altri impegni (come quello del «Piano Sud 2030»), che comunque andrebbero assunti e mantenuti dentro politiche di coesione, di recupero e rilancio del Mezzogiorno che vanno istituzionalizzate con un fondo stabile del bilancio dello Stato, in modo da garantire un impegno ordinario per il recupero del gap, a cui sommare eventualmente risorse straordinarie;
giova ricordare che la spesa ordinaria in conto capitale nelle regioni meridionali, in valore assoluto, raggiunge i 6,2 miliardi di euro nel 2018, ossia solo il 22,5 per cento dell'impegno su scala nazionale;
giova, altresì, segnalare che la crisi economica legata al COVID-19 potrebbe far perdere al Sud quasi 380 mila posti di lavoro nel 2020, secondo una stima elaborata dalla Svimez, con un impatto paragonabile a quello subito nel quinquennio 2009-2013 –:
come intenda il Governo utilizzare i fondi del Recovery Fund in rapporto al Sud e alla necessità di recuperare il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. (3-01715)