• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00898 (2-00898) «Mollicone, Frassinetti, Lollobrigida, Bignami».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00898presentato daMOLLICONE Federicotesto diMartedì 4 agosto 2020, seduta n. 386

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   il 23 febbraio 2006, i consulenti della Commissione Mitrokhin Gian Paolo Pelizzaro e Lorenzo Matassa depositarono la «Relazione sul gruppo Separat e il contesto dell'attentato del 2 agosto 1980», studio fondamentale di quella che nel linguaggio giornalistico verrà poi denominata la «pista palestinese» o «tedesco-palestinese»;

   nel saggio «I segreti di Bologna» l'ex giudice Rosario Priore e l'avvocato Valerio Cutonilli ipotizzano che la strage sia stata un attentato organizzato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ed eseguito materialmente dal gruppo «Separat» del terrorista Ilich Ramírez Sànchez, detto «Carlos lo Sciacallo», come ritorsione per la violazione degli accordi mai ufficializzati tra l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e Governo italiano, il cosiddetto «Lodo Moro», tesi proposta anche dal giornalista Silvio Leoni;

   il saggio di Cutonilli e Priore confermerebbe l'ipotesi già emersa dai lavori della Commissione Mitrokhin circa i collegamenti tra la rete «Separat» e il terrorismo interno brigatista, tesi confermata anche dai documenti del libro «La strage del 2 agosto» del condirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni;

   i documenti trasmessi dai servizi di sicurezza degli Stati del Patto di Varsavia, ora conservati presso gli archivi della Commissione Mitrokhin e delle altre principali Commissioni d'inchiesta parlamentari, confermerebbero la pista del terrorismo internazionale palestinese, già emersa, appunto, nell'ambito dei lavori delle medesime Commissioni;

   tra gli aspetti mai chiariti della strage del 2 agosto figura anche quello della presenza a Bologna dei terroristi delle Cellule Rivoluzionarie Thomas Kram e Christa-Margot Fröhlich, appurata nel corso della prima inchiesta sulla strage e ribadita da un articolo pubblicato su Il Giornale del 6 settembre 2012, a firma del giornalista Gianmarco Chiocci;

   la prova dei Dna sui resti attribuiti a Maria Fresu, disposta nel recente dibattimento del processo a carico di Gilberto Cavallini, ha dimostrato che quei poveri resti non erano della Fresu, ma appartengono a persona giovane e di sesso femminile, che si trovava vicinissima alla fonte dell'esplosione, persona mai reclamata da alcun familiare e tutt'ora sconosciuta;

   il corpo della Fresu risulta dunque scomparso e il reperto facciale a costei attribuito appartiene a persona ignota, non essendo attribuibile per le sue caratteristiche ad alcuna vittima conosciuta, come dimostrato dai verbali espletati dall'istituto di medicina legale dell'Università di Bologna;

   nell'agosto 1980 l'autorità giudiziaria di Bologna, nell'ambito dell'inchiesta sulla strage, chiese agli organi di polizia giudiziaria di effettuare accertamenti sui cittadini italiani e stranieri registrati negli alberghi del capoluogo emiliano nei giorni antecedenti il 2 agosto 1980;

   nel medesimo mese di agosto 1980 la polizia segnalò la presenza, nella notte fra il 1o il 2 agosto, all'Albergo Centrale di Bologna, di Thomas Kram, estremista tedesco di sinistra appartenente alle Cellule Rivoluzionarie e legato a Carlos;

   il 20 febbraio 1981 il Capo della polizia comunicò per iscritto al questore di Bologna e al direttore del Centro Nazionale Criminalpol-direzione Interpol che i «servizi collegati» avevano accertato che «gli estremi di cui Iaramillo, Juanita e Quintana Maria erano in possesso sono stati alterati dagli stessi possessori o da altre persone»;

   il 3 agosto 1981 la Digos di Bologna trasmise al giudice istruttore Aldo Gentile una informativa dell'Ucigos che riferiva gli esiti degli accertamenti svolti sulla sedicente Iaramillo condotti tramite l'Interpol, da cui risultava che gli estremi del passaporto utilizzato dalla suddetta corrispondevano in realtà a un uomo chiamato Francisco Ignacio Jordan;

   il 25 luglio 2020 su «Reggio Report» è stata pubblicata la notizia che Aldo Gentile, primo giudice istruttore titolare delle indagini sulla strage di Bologna, in un verbale di sommarie informazioni reso nel novembre 2012, dichiarò di conoscere Abu Anzeh Saleh, il cittadino giordano di origini palestinesi responsabile dell'organizzazione clandestina del Fronte popolare per la liberazione della Palestina in Italia;

   dalla documentazione giudiziale non è dato conoscere se furono condotte attività investigative finalizzate a verificare la legittimità della condotta di Gentile;

   la poca considerazione, a giudizio degli interpellanti, dedicata sinora dal pool giudiziario bolognese alla evidente presenza di piste alternative, rende auspicabile il trasferimento a Roma da Bologna della sede processuale sulla strage;

   già il compianto deputato Vincenzo Fragalà, con la propria attività parlamentare, ha promosso un'intensa attività di investigazione sui fatti ancora non svelati sulla strage di Bologna –:

   se siano a conoscenza dell'attività svolta dalla procura della Repubblica di Bologna e dall'ufficio istruzione negli anni 1980-86 sulla persona di Thomas Kram e sulle ragioni della sua presenza a Bologna;

   se siano a conoscenza dell'attività svolta dalla magistratura di Bologna negli anni 1980-86 sulle persone dei sedicenti Juanita Jaramillo, Maria Quintana e Ramon Gacitu, tutti alloggiati all'Hotel Milano Excelsior di Bologna e forniti di passaporti falsi cileni, simili a quelli utilizzati da terroristi filopalestinesi in attentati commessi negli anni Settanta;

   se risultano essere stati acquisiti elementi in relazione alle ragioni della permanenza in alberghi di Bologna il 1o e il 2 agosto 1980 di Francesco Marra e Brunello Puccia;

   se non si ritenga necessario adottare iniziative per una riforma complessiva dell'istituto del segreto di Stato;

   se non si ritenga urgente per il raggiungimento della verità storica e giudiziaria a favore dei parenti delle vittime dare libero accesso a tutti i documenti relativi alla strage di Bologna e alle vicende connesse – lodo Moro, la rete Separat di Carlos, i report trasmessi dai colonnello Giovannone dal Libano tra il novembre 1979 e il 31 dicembre 1981 – conservati presso gli archivi dei sistemi informativi e di sicurezza, al fine di permettere anche agli inquirenti maggiore solidità probatoria in relazione alla riapertura dell'inchiesta.
(2-00898) «Mollicone, Frassinetti, Lollobrigida, Bignami».