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Atto a cui si riferisce:
C.5/03505 (5-03505)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 28 luglio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-03505

    Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sulla salvaguardia dell'occupazione presso gli stabilimenti del gruppo Acque Minerali d'Italia (AMI), azienda del settore delle acque minerali che opera in Umbria con marchi quali la Sangemini, la Grazia e la Fabia.
  Dal 2012 la Sangemini si è trovata a fronteggiare una situazione di crisi che ha portato, il 17 gennaio 2014, il Tribunale di Terni ad ammettere la stessa alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale in esito ad una procedura volta ad ottenere manifestazioni di interesse da parte di operatori economici del settore. Il 1o gennaio 2018 la Sangemini Acque S.p.A. viene fusa per incorporazione nel gruppo Acque Minerali d'Italia. Successivamente, nei primi mesi del 2018, a seguito di dichiarata intenzione da parte del management aziendale di voler intervenire sui costi di produzione attraverso una riduzione del personale si è aperto un confronto tra impresa e organizzazioni sindacali che la Regione Umbria ha costantemente monitorato.
  Nel settembre 2018 la proprietà ha annunciato la volontà di implementare un nuovo piano industriale triennale di valorizzazione del brand Sangemini con interventi di restyling delle linee produttive e della gamma di prodotti immessi nel mercato.
  A conclusione di un confronto, svoltosi al Tavolo Regionale, fra l'azienda e le Organizzazioni Sindacali il 16 novembre 2018 è stato sottoscritto dalle parti il verbale di accordo che prevede un piano industriale di investimenti e di sviluppo commerciale per il triennio 2019/2021 pari a 19 milioni di euro, incentrati sul miglioramento della capacità produttiva della linea «A» e «C» e della linea «vetro» e su strategie di marketing che accrescano il tasso di acquisto.
  Sul versante occupazionale fino al 2024 l'accordo prevede una graduale e non traumatica riduzione del personale, con una gestione delle eccedenze attraverso strumenti che tengano conto della volontà del lavoratore. In particolare, in ossequio al principio della non opposizione al licenziamento, vengono individuati diversi incentivi all'esodo in ragione dei tempi e delle modalità di uscita.
  Per la realizzazione dell'intero piano industriale infine Acque Minerali d'Italia ha attivato la CIGS per riorganizzazione della durata di 24 mesi per l'intero organico aziendale (92 unità).
  Nell'ambito dell'Accordo, la Regione Umbria si è impegnata ad attivare politiche attive del lavoro sia per i dipendenti in uscita volontaria, sia quale strumento di rafforzamento delle competenze dei lavoratori in forza, in coerenza con gli investimenti aziendali previsti.
  Il cambiamento di scenario che agli inizi del 2020 ha interessato il gruppo Acque Minerali d'Italia è stato puntualmente monitorato dalla Regione Umbria anche attraverso incontri con le organizzazioni sindacali ed i sindaci dei territori coinvolti.
  In questo contesto la Regione, si è impegnata a ricercare ogni possibile interlocuzione con la proprietà al fine di perseguire l'obiettivo condiviso tra le parti di operare a tutela dei siti industriali umbri in un'ottica di salvaguardia occupazionale.
  Segnalo, inoltre, che in questa fase, è stato attivato presso il Mise, un Tavolo di Crisi, cui, essendo l'Azienda plurilocalizzata, è demandata la gestione complessiva della crisi.
  Evidenzio altresì che il Tribunale di Milano ha ammesso la Società alla procedura di concordato preventivo e il termine per la presentazione, da parte della società, della proposta concordataria, è stato fissato al 18 giugno 2020.
  Il Tribunale ha inoltre nominato un commissario giudiziale, che oltre ad esprimere il proprio parere sugli atti di straordinaria amministrazione, dovrà vigilare sull'attività della Società.
  Ciò premesso, la Regione Umbria, espressamente interpellata, ha dichiarato la propria disponibilità a sostenere i lavoratori e loro ragioni, nella consapevolezza che l'organizzazione del lavoro attiene in ogni momento alla responsabilità aziendale e a maggior ragione in questo momento. Così come lo stesso impegno e la stessa attenzione è stata manifestata dalla Regione Umbria che ha dichiarato che attiverà nei confronti delle imprese e dei lavoratori dell'area che operano nell'indotto e nella sub-fornitura laddove dovessero determinarsi situazioni di criticità.
  In conclusione, nell'evidenziare l'impegno del Governo e in particolare della Regione Umbria sulla questione, il Ministero che rappresento monitorerà lo sviluppo della vicenda anche al fine di poter valutare possibili azioni di intervento o di tutela per i lavoratori coinvolti e le loro famiglie.