• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.9/00085-A/002    premesso che:     l'AC 85 prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/00085-A/002presentato daDAGA Federicatesto diMartedì 10 luglio 2018, seduta n. 23

   La Camera,
   premesso che:
    l'AC 85 prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati;
    in particolare alla lettera f) prevede tra i compiti della Commissione quello di «verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite nella gestione del servizio idrico integrato per quel che attiene alla gestione degli impianti di depurazione delle acque nonché alla gestione dello smaltimento dei fanghi e dei reflui provenienti da tali impianti»;
   premesso, inoltre, che:
    sull'Italia pendono ben 3 procedure di infrazione europea;
    la prima fu la procedura d'infrazione 2004/2034 (Causa C 565/10): relativa agli agglomerati > 10.000 a.c. che scaricano in aree cosiddette «sensibili», in cui l'inadempienza dello Stato italiano è relativa agli obblighi di predisposizione dei sistemi di raccolta (Dir. 91/271/CEE, articolo 3) e dei sistemi di trattamento (articolo 4 e 10). La sentenza della Corte di Giustizia del 19 luglio 2012 ha accertato la violazione da parte dello Stato italiano per 110 agglomerati;
    la seconda procedura d'infrazione è la 2009/2034 (Causa C-85/13): relativa allo stato di attuazione per gli agglomerati > 2.000 a.c. per cui la sentenza della Corte di Giustizia del 10 aprile 2014 ha accertato la violazione da parte dello Stato italiano per 41 agglomerati; e la terza partita all'inizio del 2014 è la 2014/2059, all'esito della raccolta di informazioni EU Pilot 1976/11/ENVI, relativa agli agglomerati con carico generato superiore a 2.000 a.c., e che riguarda la non conformità agli articoli 3,4 e 5 per 883 agglomerati urbani e la non conformità all'articolo 5 per 55 aree sensibili;
    relativamente alla prima procedura avviata nel lontano 2004, l'Italia è stata appena condannata dalla Corte europea di giustizia per non avere completato le fogne e i depuratori di 74 città, soprattutto in Sicilia. La condanna è di 25 milioni più 30 milioni per ogni sei mesi di ritardo nel completare i lavori. La sentenza di primo grado, nel 2012, era stata assai più salata, più del doppio;
    con la sentenza del 19 luglio 2012, la Corte di giustizia aveva stabilito che la Repubblica italiana non ha fatto in modo che 109 centri abitati italiani fossero provvisti di reti fognarie per la raccolta delle acque reflue urbane o di sistemi di trattamento delle acque reflue urbane conformi alle prescrizioni della direttiva 91/271, che dava tempo fino all'anno 2000 per mettersi in regola;
    la Corte aveva dato un ultimatum, una data entro la quale l'Italia avrebbe dovuto mettersi in regola: 11 febbraio 2016. La data concessa è passata e la Commissione Ue di Bruxelles ha verificato: le città senza fogne o depuratore sono scese da 109 a 74 ma l'Italia è ancora fuorilegge. Così la Commissione si è rivolta di nuovo ai giudici della Corte, i quali hanno accertato l'inadempienza italiana e hanno irrogato la multa;
   premesso, infine, che:
    anche laddove i comuni si sono adeguati, sono troppe le inadempienze c i guasti che mettono seriamente a rischio l'ecosistema marino e la salute umana. È il caso, per esempio, di quanto accaduto lo scorso mese di marzo sulle coste di Campania, Lazio e Toscana, quando migliaia di dischetti bianchi hanno invaso il Mar Tirreno. Si trattava infatti di «filtri a biomassa adesa» provenienti dal depuratore di Varolato, della cui manutenzione doveva occuparsi la Veolia Water Technologies Italia, e utilizzati per la depurazione delle acque reflue che a causa del cedimento strutturale di una vasca hanno raggiunto il Sele, riversandosi poi nel Mar Tirreno,

impegna il Governo

anche alla luce dei lavori e delle risultanze della Commissione ad assumere le iniziative di sua competenza affinché vi sia maggiore controllo sulla messa in opera dei sistemi di depurazione, e con il fine di recuperare i colpevoli ritardi registrati in questi anni, e di scongiurare una ennesima condanna da parte della Corte di Giustizia europea, di valutare la possibilità di accelerare le procedure di affidamento e realizzazione degli impianti di depurazione negli agglomerati sottoposti a procedura di infrazione.
9/85-A/2. Daga.