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Atto a cui si riferisce:
S.4/02999 IWOBI, LUCIDI, PELLEGRINI Emanuele, VESCOVI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che: nei giorni scorsi si è assistito a una nuova...



Atto Senato

Risposta scritta pubblicata nel fascicolo n. 070
all'Interrogazione 4-02999

Risposta. - Il Governo italiano continua a seguire con la massima attenzione l'evoluzione del conflitto in Siria, compresi gli sviluppi legati all'escalation avvenuta nella provincia di Idlib a inizio 2020. A seguito dell'intensificarsi della pressione delle forze di Damasco, con il sostegno russo, in questo quadrante, culminata a fine febbraio nell'uccisione di decine di militari turchi e nel conseguente lancio dell'operazione militare "Spring shield" da parte di Ankara, l'Italia si è immediatamente attivata per chiedere alle parti in conflitto la cessazione delle ostilità e il ripristino della tregua, sostenendo l'azione di mediazione dell'inviato speciale delle Nazioni Unite. Tale appello è stato ribadito in un editoriale a firma di 14 Ministri degli esteri, tra cui il ministro Di Maio, pubblicato lo scorso 26 febbraio e volto a scongiurare il rischio di una catastrofe umanitaria, e in occasione del Consiglio affari esteri straordinario del 6 marzo.

Anche grazie all'azione di sensibilizzazione svolta dall'Italia e dalla UE, il 5 marzo 2020 Mosca e Ankara hanno annunciato il raggiungimento di un'intesa per il ripristino del cessate il fuoco a Idlib. L'accordo, che si configura quale protocollo addizionale al memorandum d'intesa su Idlib concluso a Sochi nel settembre 2018, ha previsto la cessazione di tutte le azioni militari, l'istituzione di un corridoio di sicurezza di 12 chilometri attorno all'autostrada M4 (che collega Aleppo e Lattakia) e l'avvio di pattuglie congiunte russo-turche. Nonostante alcuni incidenti e violazioni di minore entità, legate anche alle attività di Hayat Tahrir al-Sham (HTS) nell'area, la tregua ha sostanzialmente retto, permettendo di evitare pericolose escalation.

Nel fare fronte alla crisi a Idlib, l'Italia ha operato e continua ad operare in stretta sinergia con gli alleati e partner UE, nella convinzione che conflitti come quello a cui si assiste da oltre 9 anni in Siria non possano essere risolti attraverso il ricorso alle armi. In Siria, la cui stabilizzazione ha un valore strategico per la nostra sicurezza nazionale, l'unica soluzione duratura sostenibile è rappresentata da un processo politico credibile e inclusivo, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tutti i nostri sforzi sono orientati a sostenere l'azione dell'inviato speciale ONU Pedersen in questa direzione.

L'instabilità nel Paese arabo, e in particolare a Idlib, dove sono presenti oltre 3 milioni di persone, tende a riflettersi anche in ambito migratorio, con il rischio di un rafforzamento della pressione sulla frontiera turco-siriana e, in seconda battuta, sui confini UE. Ciò è risultato evidente lo scorso 29 febbraio, quando Ankara ha dichiarato, nel pieno dell'escalation a Idlib, la propria volontà di non bloccare più i migranti desiderosi di entrare nell'Unione, in violazione della dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016 sull'impegno di Ankara nel contrasto ai flussi irregolari verso l'Unione e nella riammissione dei migranti giunti in Grecia. Anche a seguito del Consiglio affari esteri straordinario del 6 marzo, in cui Ankara è stata richiamata al rispetto della dichiarazione del 2016 e ad evitare ogni uso strumentale della questione migratoria, la situazione al confine greco-turco si è successivamente stabilizzata. Ankara è tornata a prevenire le partenze via mare, determinando una diminuzione dei tentativi di attraversamento via terra. Le restrizioni alla mobilità tra province turche adottate da Ankara in risposta alla pandemia contribuiscono inoltre al rallentamento dei flussi irregolari verso la UE. Nel complesso, si registra una diminuzione del 18 per cento degli ingressi irregolari in Grecia dalla Turchia nel 2020 rispetto al 2019.

La preoccupazione per la situazione al confine greco-turco, nonché la solidarietà verso Atene e gli altri Stati membri situati alla frontiera esterna della UE, sono state ribadite in occasione della videoconferenza dei leader (capi di Stato e di Governo) del 26 marzo 2020, in occasione della quale l'alto rappresentante Borrell ha ricordato come, sebbene difficili, le relazioni con Ankara in ambito migratorio restino fondamentali. L'Italia intende continuare a sostenere la cooperazione migratoria euro-turca nel quadro di un approccio olistico che riaffermi l'impegno della UE, anche in termini di risorse finanziarie, rispetto a tutte le rotte migratorie, a partire da quella cruciale per l'Italia del Mediterraneo centrale.

SCALFAROTTO IVAN Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale

30/06/2020