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Atto a cui si riferisce:
S.1/00267 premesso che: nei numerosi provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiare e contenere l'emergenza epidemiologica da COVID-19, non erano state inserite particolari misure di sostegno...



Atto Senato

Mozione 1-00267 presentata da MARIO PITTONI
martedì 21 luglio 2020, seduta n.242

PITTONI, SAPONARA, ALESSANDRINI, BARBARO, BORGONZONI, MONTANI, CASOLATI, BAGNAI, BORGHESI, RUFA, CORTI, BRIZIARELLI, PEPE, AUGUSSORI, VESCOVI, PILLON, ZULIANI, VALLARDI, PERGREFFI, BRUZZONE, PUCCIARELLI, CAMPARI, SBRANA, NISINI, CANDIANI, BERGESIO, LUNESU, DE VECCHIS, IWOBI, FREGOLENT, TOSATO, PELLEGRINI Emanuele, CANTU', MARIN, RICCARDI, STEFANI, RIPAMONTI, PIANASSO, URRARO, SAVIANE, LUCIDI, PAZZAGLINI, ARRIGONI, RIVOLTA, BOSSI Simone - Il Senato,

premesso che:

nei numerosi provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiare e contenere l'emergenza epidemiologica da COVID-19, non erano state inserite particolari misure di sostegno per le scuole paritarie, di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, recante "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione", né per famiglie degli studenti che frequentano queste scuole;

la temuta chiusura degli istituti scolastici paritari avrebbe comportato, oltre alla perdita del diritto di scelta educativa e di posti di lavoro, un notevole aggravio per i conti pubblici per l'inevitabile passaggio degli studenti dagli istituti paritari a quelli statali, rendendo ancora più gravoso, inoltre, il problema del reperimento degli spazi necessari per applicare le misure di distanziamento sociale;

solo negli ultimi giorni la maggioranza trasversale che si è concretizzata nella V Commissione permanente (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati sul decreto-legge "Rilancio", ha portato ad aumentare i fondi per aiutare le famiglie colpite economicamente dal COVID, che si vedono impossibilitate a proseguire nei pagamenti delle rette delle scuole paritarie. Si parla di 300 milioni (dai 65 iniziali) che permetteranno di aiutare 12.000 istituti, 900.000 famiglie, 180.000 dipendenti tra docenti e operatori. L'iniziativa è nata per l'impegno delle forze di opposizione e dei cittadini che si sono spesi in prima persona nel richiedere questo intervento finanziario da parte dello Stato, il connubio tra opposizione e società civile ha trainato parte della maggioranza ad approvare questa modifica al decreto "Rilancio" ed è stato così che, quasi tutti i partiti hanno sostenuto la libertà di scelta educativa delle famiglie, ribadendo, una volta per tutte, che la scuola paritaria è pubblica, al pari della scuola statale e fondamentali entrambe al sistema scolastico italiano che si conferma un sistema plurale;

rischiare di avere il 30 per cento delle scuole paritarie a rischio chiusura avrebbe significato lasciare scoperti 300.000 alunni, con conseguenze devastanti per lo Stato, con un costo aggiuntivo stimato di 2,4 miliardi di euro. Soprattutto in periodo di COVID, le 40.000 scuole statali non avrebbero potuto accogliere l'utenza delle 13.000 scuole paritarie. Non ripartire con la scuola significherebbe consegnare i ragazzi svantaggiati del sud Italia alla criminalità e non riattivare il comparto 0-6 anni, significherebbe costringere le donne a rinunciare al lavoro, specie nelle aree più svantaggiate del Paese;

è ampiamente dimostrato in tutta Europa che una sana concorrenza delle scuole, alza il livello di qualità di tutto il sistema dell'istruzione. Vanno perciò attivati i costi standard, in quanto un allievo costa 5.500 euro l'anno, ma lo Stato ne destina 8.500 alle scuole statali e 500 alle paritarie per ogni alunno. L'introduzione del costo standard per studente potrebbe generare risparmi per lo Stato di circa 2,5 miliardi di euro l'anno;

sono destinati esclusivamente alle scuole statali i 29 milioni di euro di risorse europee per istituire le smart- class alle superiori, ovvero la fornitura di dispositivi elettronici per l'e-learning. In questo modo sono stati esclusi 110.000 studenti delle paritarie di secondo grado, sebbene l'avviso pubblicato sul sito ministeriale reciti di voler "garantire pari opportunità e il diritto allo studio";

va segnalata inoltre la grave discriminazione che investe gli alunni disabili che, a fronte di un costo che lo Stato sostiene per loro pari a 20.000 euro nelle scuole pubbliche statali, per i disabili che frequentano la scuola paritaria lo Stato destina euro 1.700, lasciando l'onere a carico della famiglia o della scuola, con conseguenze ancora più pesanti per le famiglie meno agiate;

considerato che:

al fine di trovare una soluzione adeguata al bisogno di maggiori spazi dove ubicare le nuove classi che dovranno essere formate per rispondere alle esigenze di distanziamento, le scuole paritarie hanno dato disponibilità per l'utilizzo dei propri spazi in disuso per accogliere oltre un milione di alunni che non potranno rimanere negli istituti pubblici;

a causa della compressione eccessiva dei tempi di esame del decreto-legge "Rilancio" nel passaggio al Senato, non c'è stato modo di agire con ulteriori interventi a favore delle scuole paritarie,

impegna il Governo:

1) a proseguire con le azioni positive messe in campo a favore delle scuole paritarie, in linea con quanto segnalato dalle opposizioni, nello specifico:

1.a) a prevedere la detraibilità integrale del costo delle rette versate dalle famiglie alle scuole pubbliche paritarie nei mesi di sospensione della didattica, con tetto massimo di 5.500 euro (che è il costo standard di sostenibilità per allievo);

1.b) a valutare l'opportunità di attribuire alle famiglie una quota pari al costo standard di sostenibilità per allievo, con una media di 5.500 euro, consentendo così la libera scelta educativa delle famiglie;

1.c) a promuovere una concertazione tra Stato e Regioni, per trovare la piena copertura del docente di sostegno, sull'esempio di quanto fatto dalla Regione Lombardia che destina 3.000 euro per ogni allievo disabile che frequenta la scuola paritaria;

1.d) a siglare intese con le 12.564 scuole paritarie, visto che dispongono degli spazi necessari per accogliere in sicurezza quel 15 per cento di studenti che a causa del distanziamento non troveranno posto nelle 40.749 sedi scolastiche statali.

(1-00267)