• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01683    le partite Iva, i lavoratori autonomi e le imprese, i primi ad essere colpiti dalla crisi economica da COVID-19 ancora in corso, sono sottoposti in questi giorni all'ulteriore disagio...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01683presentato daLOLLOBRIGIDA Francescotesto presentato Martedì 21 luglio 2020 modificato Mercoledì 22 luglio 2020, seduta n. 377

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BALDINI, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   le partite Iva, i lavoratori autonomi e le imprese, i primi ad essere colpiti dalla crisi economica da COVID-19 ancora in corso, sono sottoposti in questi giorni all'ulteriore disagio causato dal pagamento delle tasse che non è stato ancora prorogato;
   sono coinvolti 4,5 milioni di contribuenti nelle 142 scadenze previste al 20 luglio 2020. Si tratta dei versamenti Irpef, Irap e Ires fino al pagamento del diritto annuale alla camera di commercio;
   il Sottosegretario per l'economia e delle finanze, Alessio Villarosa, durante la seduta di interrogazioni a risposta immediata in Commissione finanze della Camera dei deputati, ha confermato che molte imposte erano già state fatte slittare dal 30 giugno 2020 in avanti per effetto del «decreto rilancio», ma che non ci sarà un ulteriore rinvio;
   i primi a segnalare il vero e proprio «ingorgo fiscale» che si verificherà a fine mese è stato l'Ordine dei commercialisti che aveva chiesto al Governo una proroga, considerato anche il momento difficile che stanno passando imprese e liberi professionisti;
   è necessario non sottovalutare il fatto che il mancato rinvio rafforzerebbe il «rischio chiusura» con un impatto diretto ed indiretto sulla finanza pubblica maggiore di quello derivante dalla proroga delle scadenze fiscali;
   si apprende da dichiarazioni che il Governo ha aperto alla possibilità di riprogrammare le scadenze del pagamento delle tasse previste a settembre 2020, le ritenute e i contributi del periodo marzo-maggio 2020, ma non si hanno notizie certe in merito;
   è evidente che il mancato rinvio delle scadenze fiscali rischia di diventare un duro colpo per quelle imprese già in crisi di liquidità per l'emergenza Coronavirus. A dare l'allarme è anche Confcommercio, che dichiara: «Occorre che si prenda atto di una situazione che, di fatto, vedrà tantissime imprese e tantissimi lavoratori autonomi impossibilitati a procedere ai versamenti nei termini fin qui previsti»;
   il Governo ha confermato il «no» alla proroga, nonostante le ripetute e motivate richieste di contribuenti e commercialisti in difficoltà –:
   se non intenda adottare iniziative volte a prorogare la scadenza degli adempimenti fiscali previsti al 20 luglio 2020, che rappresentano un aggravio insostenibile per milioni di lavoratori e partite Iva che stanno affrontando la crisi economica più difficile dal dopoguerra ad oggi e che non hanno la liquidità per far fronte al pagamento delle imposte allo stato preteso dal Governo. (3-01683)