• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/04335 (5-04335)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04335presentato daCATTOI Mauriziotesto diGiovedì 9 luglio 2020, seduta n. 369

   MAURIZIO CATTOI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con nota datata 22 maggio 2020, l'ufficio ordinamento del comando generale dell'Arma dei carabinieri, nell'ambito della riorganizzazione del servizio sanitario interno, ha rimodulato la presenza delle attuali 42 strutture sul territorio, prevedendo la soppressione di alcune infermerie presidiarie per almeno 12 mesi;

   nella regione Lazio, insistono oggi nove strutture sanitarie dell'Arma dei carabinieri, dislocate presso: Legione carabinieri «Lazio», Legione allievi carabinieri, Comando unità forestali ambientali e agroalimentari, Scuola ufficiali, Reparto autonomo, Reggimento corazzieri, Comando unità mobili e specializzate «Palidoro», 2° Reggimento allievi marescialli e brigadieri, Scuola forestale;

   la riorganizzazione del dispositivo sanitario dell'Arma, secondo la citata nota del 22 maggio 2020, fatte salve le debite distinzioni, sarebbe avvenuta secondo criteri di razionalizzazione che tenderebbero a replicare lo stesso carico di pazienti di un medico di base del servizio sanitario nazionale, nonché alla rimodulazione del rapporto tra medici ed infermieri;

   il piano di rimodulazione ha previsto complessivamente la soppressione di nove strutture sanitarie, tra le quali le infermerie presidiarie del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufa) e della Scuola forestale, le uniche presenti all'interno di strutture dell'ex Corpo forestale dello Stato, entrambe nell'ambito della regione Lazio;

   l'infermeria presidiarla del Cufa, peraltro esistente già prima dell'assorbimento, ha un areale di quasi 1.500 unità dell'Organizzazione forestale dislocate nel Lazio (ad eccezione della provincia di Rieti), 550 delle quali impiegate proprio nella sede; vi prestano servizio un ufficiale medico (a fronte dei 2 previsti), un infermiere professionale (ne sarebbero previsti 3), un fisioterapista ed un carabiniere;

   l'infermeria presidiaria del Cufa, nonostante sia sotto organico rispetto alle attuali previsioni e non si avvalga di professionisti esterni, ha svolto altresì gli accertamenti strumentali e di laboratorio necessari per la concessione dell'idoneità alla mansione agli operai impiegati presso i reparti biodiversità su tutto il territorio nazionale, favorendo così un notevole risparmio economico;

   il Comando generale dell'Arma dei carabinieri ha scelto di chiudere l'infermeria presidiaria del Cufa pur essendo la terza per importanza e sotto organico, e di mantenere altri presidi in soprannumero – anche consistente – che tra l'altro servono un'utenza di molto inferiore;

   il consiglio di base del Cufa ha evidenziato che la sola ipotesi di soppressione dell'infermeria presidiaria, unico servizio all'interno della grande unità che assicura un certo benessere – anche di natura psicologica, per chi ancora soffre le conseguenze dell'assorbimento – al di là degli effettivi ed innegabili disagi pratici che ne deriverebbero, ha creato un profondo malessere nel personale ivi impiegato;

   la scelta, se confermata, renderebbe peraltro inutile la spesa sostenuta per la progettazione, autorizzata dall'ufficio infrastrutture del Comando generale dell'Arma dei carabinieri, dello spostamento dell'infermeria presidiaria in locali differenti all'interno del medesimo edificio –:

   se la decisione di chiudere l'infermeria presidiaria del Cufa sia stata ben ponderata e, alla luce delle argomentazioni sopra esposte, se non ritenga opportuno adottare iniziative affinché i carabinieri dell'organizzazione forestale non vengano privati di un importante punto di riferimento e la stessa Arma di un presidio sanitario virtuoso che ha fornito ampie dimostrazioni di saper fornire un servizio importante, che genera notevoli risparmi, seppur ad organico ridotto.
(5-04335)