• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/04208 (5-04208)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04208presentato daCENTEMERO Giuliotesto diMartedì 23 giugno 2020, seduta n. 360

   CENTEMERO, BITONCI, CAVANDOLI, COVOLO, GERARDI, GUSMEROLI, ALESSANDRO PAGANO, PATERNOSTER, TARANTINO e BIANCHI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 giugno 2020 il Sottosegretario per l'economia e le finanze Pierpaolo Baretta ha annunciato la richiesta formalizzata dal Governo alla Commissione europea di autorizzare una proroga di tre anni del regime di split payment, in scadenza il 30 giugno 2020;

   il meccanismo di scissione dell'Iva è stato adottato in Italia in via derogatoria al regime Iva comunitario nel 2015, e nuovamente prorogato nel 2017, prevedendo che le pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti versino, per i lavori svolti, l'imposta sul valore aggiunto direttamente all'erario, mentre l'impresa continua a pagare l'imposta per l'acquisto di beni e servizi;

   la misura, introdotta nell'ordinamento italiano come strumento di contrasto all'evasione fiscale, comporta — per le imprese che forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione — l'impossibilità, al momento di emissione della fattura, di incassare l'Iva, che resta in carico allo Stato, con una conseguente sottrazione di liquidità alle aziende. Questo, a fronte dei ritardi da parte dello Stato nell'erogare ai privati i rimborsi della stessa imposta: come denunciato da Ance, l'Italia si attesta fanalino di coda rispetto al resto dei Paesi dell'Unione europea, con una media di 63 settimane contro le 16 europee per ottenere il rimborso Iva;

   secondo uno studio realizzato da I-Com-Istituto per la competitività, solo per il settore delle costruzioni il meccanismo drena alle imprese 2,5 miliardi di euro l'anno di liquidità. Se si allarga lo spettro dalle imprese delle costruzioni a tutte le attività private che hanno a che fare con lo Stato, la perdita totale di liquidità è stimabile per il 2019 in 12,4 miliardi di euro;

   l'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha inferto un colpo durissimo al tessuto produttivo e imprenditoriale del Paese, caratterizzato da imprese, spesso medie e piccole, che con fatica provano a resistere alle drammatiche conseguenze del blocco delle attività durante il lockdown, al calo degli ordini e ai ritardi nei pagamenti delle fatture;

   il Governo, nella volontà di sostenere le imprese garantendo un'adeguata iniezione di liquidità, ha previsto misure volte a garantire prestiti e a erogare contributi a fondo perduto. Appare dunque quantomeno contraddittoria la volontà di iniettare liquidità a sostegno del sistema produttivo e, contemporaneamente, drenarla attraverso una proroga di ulteriori tre anni del meccanismo di scissione dell'Iva;

   rispetto a quando è stata varata la norma sul pagamento scisso dell'Iva, è entrata in vigore la fatturazione elettronica, che, oltre a consentire di controllare in modo capillare i versamenti, dal momento della sua introduzione ha assicurato un significativo aumento del gettito Iva. La sua piena operatività non giustifica più, pertanto, la richiesta di un'ulteriore proroga del regime di split payment –:

   quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a richiedere alla Commissione europea l'autorizzazione a un'ulteriore proroga triennale del meccanismo di split payment;

   quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di fornire una risposta alla riduzione di liquidità che le imprese italiane continueranno a fronteggiare a seguito della proroga.
(5-04208)