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Atto a cui si riferisce:
C.5/03597 (5-03597)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 giugno 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-03597

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulle iniziative per la promozione dello sviluppo e la salvaguardia del potere d'acquisto dei lavoratori destinatari di trattamenti di integrazione salariale con particolare riferimento alla realtà della provincia di Mantova.
  Al riguardo, la Regione Lombardia, espressamente interpellata, ha reso noto che la provincia di Mantova, al netto di oscillazioni anche estemporanee nell'utilizzo della cassa integrazione da parte delle industrie del territorio, è costantemente all'attenzione della Regione in ordine alle problematiche occupazionali.
  Il «mantovano» rappresenta, infatti, per la Lombardia un importante cluster del tessile (di particolare rilevanza il «distretto della calza»), settore che dopo la crisi generalizzata del 2008, negli anni successivi è sempre rimasto sotto pressione, sia per la concorrenza asiatica che per altri fenomeni di dumping salariale rispetto alle altissime professionalità espresse dai lavoratori delle aziende e marchi storici del territorio il cui costo del lavoro è più elevato.
  Questi sono i fenomeni che hanno presumibilmente prodotto una maggiore richiesta di cassa integrazione nella seconda metà del 2019 rispetto ad altre realtà territoriali, anche in virtù di singole situazioni molto rilevanti numericamente.
  Preliminarmente, mi corre l'obbligo di ricordare il contesto in cui il Governo ha dovuto operare negli ultimi tre mesi, al fine di garantire, in tempi quanto più rapidi possibili, la tutela delle aziende e dei lavoratori. Come noto a tutti, abbiamo dovuto utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento, riadattandoli ad eccezionali esigenze di protezione, scaturite dalla pandemia in atto. Ciò si è verificato in particolar modo con riferimento agli ammortizzatori sociali.
  Le aziende e i lavoratori sono stati accompagnati con misure racchiuse in più provvedimenti legislativi che hanno creato un reticolato normativo idoneo a sostenere datori di lavoro e lavoratori. L'ultimo in ordine di tempo risale al 15 giugno scorso che permetterà alle aziende che hanno esaurito le 14 settimane di cassa integrazione previste dai decreti finora approvati dal Governo di anticipare le ulteriori 4 settimane previste. Questo consentirà al contempo di garantire ai lavoratori la continuità del sostegno al reddito.
  Voglio, inoltre, sottolineare che con il decreto Rilancio è stato istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali l'Osservatorio nazionale per il mercato del lavoro al fine di monitorare gli effetti dell'emergenza epidemiologica e delle misure di contenimento adottate sul mercato del lavoro, così da programmare adeguate strategie occupazionali (incluse politiche attive per il lavoro e per la formazione).
  L'Osservatorio promuove la costituzione di Osservatori regionali con analoghe finalità, se non già costituiti, assicurando indirizzi comuni e funzioni di coordinamento volte a formare una Rete nazionale degli Osservatori del mercato del lavoro. Per farlo occorre confrontarci, pianificare, mettere idee sul tavolo. Ed è essenziale che imprese, istituzioni e organizzazioni sindacali, anche territoriali, viaggino nella stessa direzione. Solo così potremo disegnare un nuovo futuro dell'Italia fondato sul lavoro.
  Fondamentale sarà, poi, l'introduzione di misure per tutelare il potere d'acquisto e il reddito dei lavoratori, attraverso la proposta del salario minimo orario.
  In conclusione, il Ministero che rappresento, consapevole delle criticità segnalate dall'Onorevole interrogante, è impegnato ad affrontare le singole situazioni più rilevanti di crisi, intervenendo qualora necessario per tutelare livelli occupazionali e – con l'ausilio del Ministero dello sviluppo economico – anche il tessuto industriale.