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Atto a cui si riferisce:
S.4/03304 GASPARRI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che: all'interno dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) si attende da...



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 maggio 2020
nell'allegato B della seduta n. 344
4-03304
presentata da
ROSATO Ettore

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nel fare riferimento al tasso di affollamento carcerario in Italia, ed in particolare a quello della casa circondariale di Taranto che, al contempo, risente di una preoccupante scopertura degli organici polizia penitenziaria, chiede di sapere se il Ministro della giustizia sia a conoscenza delle gravi criticità richiamate in premessa, quali iniziative intenda promuovere, nel breve e nel lungo periodo, per affrontare la questione del sovraffollamento carcerario e, in particolare, il sovraffollamento registrato nell'istituto di pena di Taranto, quali iniziative intenda adottare, nel breve e nel lungo periodo, per colmare la grave carenza di personale registrata nel carcere in questione. Secondo i dati aggiornati al 30 luglio 2019, il numero complessivo dei detenuti nelle carceri italiane è pari a 60.205 su 50.480 posti regolamentari disponibili, per un tasso di affollamento che si attesta sul 129,10 per cento.
  A tale data, presso la casa circondariale di Taranto sono ristretti, allo stato, un totale di n. 570 soggetti (di cui 70 ascritti al circuito detentivo «Alta Sicurezza»), rispetto a una capienza regolamentare pari a complessivi 306 posti disponibili, rilevandosi un indice percentuale di affollamento pari al 186,27 per cento, tra i più elevati del Paese.
  A beneficio di un più corretto inquadramento del problema, occorre comunque prendere le mosse da una considerazione preliminare.
  Il tasso di affollamento, nel nostro Paese, è calibrato in base ad un indice dimensionale stabilito in 9 metri quadri per singolo detenuto, come da circolare del 17 novembre 1988 del Ministero della giustizia, emessa sulla base di un decreto del Ministero della salute del 5 luglio 1975.
  Questo indice dimensionale risulta superiore sia rispettò a quello di 3 metri quadri con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo individua la soglia minima al di sotto della quale può configurarsi il trattamento inumano e degradante sia rispetto ai parametri adottati da molti altri Paesi europei.
  Ne consegue che, allineandosi, in ipotesi, a parametri meno stringenti rispetto a quelli italiani, il problema dell'affollamento carcerario assumerebbe una portata sensibilmente più ridotta.
  Tanto premesso in linea generale, va comunque rimarcata la particolare sensibilità di questo Ministero al problema dell'affollamento carcerario ed il fermo proposito di perseguire rimedi concreti ed incisivi che muovono innanzitutto nella direzione dell'incremento qualitativo e quantitativo della capienza detentiva, a garanzia del principio di certezza della pena, svilito dall'acritico ricorso a provvedimenti svuotacarceri che pongono anche seri problemi in termini di sicurezza collettiva, rimettendo in libertà soggetti che non hanno ancora compiuto o completato un adeguato percorso di riabilitazione.
  Il piano di rilancio dell'edilizia penitenziaria, è sorretto sia dal significativo stanziamento di risorse economiche per l'anno in corso, pari a 13 milioni di euro per gli investimenti ed a 23,6 milioni di euro per manutenzione ordinaria e riparazioni, che dal decreto-legge semplificazione, ossia il decreto-legge, 14 dicembre 2018, n. 135, convertito con modificazioni dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12 che, ferme restando le competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha attribuito al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una serie di mirate prerogative quali l'effettuazione di progetti e perizie per la ristrutturazione e la manutenzione, anche straordinaria, degli immobili in uso governativo, nonché per la realizzazione di nuove strutture carcerarie; la gestione delle relative procedure di affidamento e di formazione ed esecuzione dei contratti; la possibilità di individuare immobili nella disponibilità dello Stato o di enti pubblici territoriali e non territoriali, al fine della loro valorizzazione per la realizzazione di strutture carcerarie.
  Sulla scia del nuovo corso inaugurato da tale provvedimento, in proficua collaborazione con l'Agenzia del demanio e il Ministero della difesa, è stato avviato un piano per l'acquisizione e riconversione in istituti penitenziari di una serie di complessi ex militari, caratterizzati da una configurazione di tipo modulare.
  Si tratta di una soluzione operativa che offre all'Amministrazione penitenziaria l'opportunità di implementare il patrimonio immobiliare concesso in uso governativo, favorendo la possibilità di attivare – in tempi più brevi di quelli necessari all'individuazione e acquisizione di suoli privati e costruzioni ex novo – strutture in grado di poter assicurare efficienza ed economicità sotto il profilo degli investimenti e delle gestioni, nonché efficacia rispetto alla missione istituzionale.
  L'innesco di questo percorso virtuoso ha già dato i suoi frutti con la recente sottoscrizione del protocollo d'intesa con il Ministro della difesa per la riconversione in struttura penitenziaria della caserma «Cesare Battisti», adiacente all'area delle ex acciaierie di Bagnoli, mentre e in previsione la prossima consegna della caserma Bixio di Casale Monferrato, ed è allo studio la possibilità di riconvertire altre caserme a Grosseto e Bari.
  Per i fini che nella presente sede rilevano, va dato atto che è previsto entro il corrente anno il completamento dei due padiglioni detentivi da 200 posti presso due istituti penitenziari, uno dei quali è proprio quello di Taranto, mentre nel 2018 sono stati già completati, da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, tre padiglioni detentivi da 200 posti ciascuno presso gli istituti penitenziari di Parma, Lecce e Trani, avviati dal Piano Carceri; per l'effetto, è in previsione il raggiungimento di 51.500 posti regolamentari.
  Inoltre, nel 2020 è prevista anche l'ultimazione del nuovo padiglione in realizzazione presso la casa di reclusione di Milano «Opera» per ulteriori 400 posti detentivi.
  Dei circa 3.500 posti attualmente risultanti inagibili, circa 1.000 sono già compresi nei procedimenti e negli interventi avviati con i finanziamenti del piano carceri e con la successiva rimodulazione deliberata dal comitato paritetico per l'edilizia.
  Sono in corso i procedimenti a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la ricerca dell'area del nuovo istituto penitenziario di Savona e la progettazione e realizzazione di nuove strutture detentive per un totale di circa 3.500 nuovi posti, che, sommati ai 51.500 sopracitati, porterebbero al raggiungimento di un realistico obiettivo di medio termine, entro il 2025, di circa 55.000 posti detentivi.
  A tutto questo, va aggiunto che è stata già espletata un'attività di verifica di disponibilità di aree interne alle cinte murarie degli istituti penitenziari già attivi, finalizzata all'inserimento di nuove strutture modulari, capaci di ospitare 120 detenuti ciascuna, per ulteriori 3.000 nuovi posti complessivi, da realizzarsi sotto la regia di questa Amministrazione, in attuazione dell'articolo 7 del decreto-legge n. 135 del 14 dicembre 2018 sulla semplificazione, utilizzando le risorse da assicurarsi progressivamente nei prossimi anni sul cap. 7300.
  Il programma dei lavori è stato approvato con decreto del Ministro della giustizia 15 marzo 2019, adottato d'intesa con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e pubblicato secondo quanto previsto dall'articolo, comma 7, del decreto legislativo n. 50 del 2016.
  Sono già state avviate le procedure urbanistiche per i primi quattro moduli (due a Santa Maria Capua Vetere, uno a Vigevano e uno a Civitavecchia) inseriti nel programma finanziario 2019 e per altri quattro moduli (due a Rovigo e due a Perugia) che saranno inseriti nel programma finanziario 2020, per complessivi 960 posti detentivi.
  Allo scopo di una razionale gestione dei flussi demografici in contesto carcerario risponde anche il costante monitoraggio dei livelli di presenza/capienza svolto dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che sollecita frequentemente i provveditori regionali all'adozione di provvedimenti perequativi di distribuzione dei detenuti nelle strutture dei territori di competenza, attivandosi direttamente a livello centrale per movimentazioni extra-distretto, qualora ne ricorrano i presupposti.
  In questa direzione si iscrivono le movimentazioni in uscita di cui, dal 1° gennaio al 26 luglio del corrente anno ha beneficiato la casa circondariale di Taranto che ha riguardato un numero complessivo di 88 detenuti, di cui 55, trasferiti verso sedi del distretto e 33 verso sedi extra distretto, alcuni dei quali appartenenti al circuito AS3.
  Proprio per quanto attiene al distretto di Puglia e Basilicata, al precipuo fine di alleggerirne la consistenza demografica, con provvedimento del 5 febbraio 2020, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha disposto la deroga al criterio della territorialità per i detenuti privi di figli minori degli anni sedici e che siano risultati effettuare un numero di colloqui inferiore a due nel corso dell'anno precedente, nonché per i detenuti appellanti e i detenuti con fine pena a breve scadenza, purché non inferiore a mesi sei.
  Ne sono conseguiti provvedimenti di movimentazione in uscita, adottati nel corso del periodo compreso fra il 15 aprile e l'8 maggio, che hanno interessato complessivamente 82 detenuti media sicurezza destinati a sedi extra distretto caratterizzati da minore sofferenza.
  A seguito delle suddette movimentazioni, il locale provveditorato ha potuto attuare movimentazioni infradistrettuali per una più equa distribuzione dei detenuti nell'ambito del distretto di competenza.
  Da ultimo, fermo restando quanto evidenziato in premessa in punto di spazi minimi, è utile rilevare che il circuito penitenziario si avvale dell'apposito applicativo «Monitoraggio camere di pernottamento e spazi detentivi» – istituito nel 2014 e notevolmente potenziato nel corso del tempo – grazie al quale, attraverso un monitoraggio costante delle strutture, ad implementazione giornaliera, e la generazione di un alert, l'Amministrazione è messa in condizioni di intervenire in tempo reale per rimuovere eventuali condizioni di difformità rispetto ai parametri indicati dalla C.E.D.U.
  Per quanto attiene alla dotazione organica, va detto che presso la casa circondariale di Taranto risultano effettivamente in servizio un totale di 254 unità, rispetto a una previsione organica di complessive 277 unità, rilevandosi un indice di scopertura di circa il 9 per cento, come tale al di sotto di molti altri istituti del Paese.
  Le carenze si registrano nei ruoli degli ispettori e dei sovrintendenti, compensate dall'esubero nel ruolo degli agenti/assistenti, rispetto a cui si registra la presenza di 13 unità in più.
  Tanto premesso, deve innanzitutto darsi atto di un primo recente intervento correttivo grazie al transito al ruolo superiore di 2 neo vice ispettori, già amministrati dalla medesima sede che ha consentito un seppur parziale riequilibrio rispetto al ruolo degli agenti/assistenti.
  Relativamente alla carenza nel ruolo dei sovrintendenti, sono in fase di definizione le procedure per il concorso interno a complessivi n. 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile del Corpo, a seguito del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 in materia di revisione dei ruoli delle Forze di polizia.
  Tenuto conto della complessità della procedura, a breve si procederà alla revisione delle graduatorie approvate con P.D.G. 18 aprile 2019.
  Da ultimo, proprio al fine di fronteggiare più incisivamente le stringenti criticità connesse al sovraffollamento della Casa circondariale di Taranto, in favore della stessa, il 18 luglio 2019, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ha disposto un incremento organico di 15 unità maschili appartenenti al ruolo degli agenti/assistenti che saranno immesse in servizio presso tale struttura nel corso del mese di settembre.
  Tali misure si iscrivono a pieno titolo nel più ampio alveo del significativo potenziamento degli organici a cui sono ispirate le politiche assunzionali perseguite da questo Ministero, come dimostrato da un'azione mirata che fra le sue tappe fondamentali annovera, tra l'altro, la finanziaria per il 2019, legge 30 dicembre 2018, n. 145, articolo 1, commi 382 e 383, con cui il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è stato autorizzato all'assunzione straordinaria di 1.300 unità mediante scorrimento delle graduatorie vigenti; la pubblicazione il 5 marzo 2019 del concorso pubblico a complessivi 754 posti di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria maschile e femminile; l'avviamento, nei prossimi mesi, delle procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendenti per l'incremento della dotazione organica nonché per le vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018; l'autorizzazione, nei prossimi quattro anni, nel limite delle dotazione organiche, in aggiunta alle facoltà previste a legislazione vigente, di ulteriori assunzioni straordinarie e, precisamente, 513 unità nell'anno 2020; 337 unità nell'anno 2021; 100 unità sia per l'anno 2022 che per l'anno 2023.
  A tali misure vanno ad aggiungersi l'immissione in servizio già dal mese di agosto presso le rispettive sedi di destinazione dei 1.162 agenti del 175° corso, mentre è in atto il 176° corso di formazione per i primi 320 candidati aventi diritto, secondo la posizione nelle graduatorie approvate nell'anno 2017. Le restanti 980 unità saranno avviate al 177° corso che avrà inizio il 16 settembre 2019.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.