• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.4/05942 (4-05942)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05942presentato daMURONI Rossellatesto diMartedì 9 giugno 2020, seduta n. 353

   MURONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'Onu ha segnalato la recente scomparsa di più di 1.700 persone nel sistema dei lager libici. Nei primi 5 mesi del 2020, un totale di 3.150 persone è stato catturato in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica e dai maltesi, con la quotidiana collaborazione degli aerei italiani della missione Frontex;

   le 3.150 persone catturate in mare sono state tutte respinte in Libia, con sbarco nel porto di Tripoli. Di queste, segnala l'Onu, solo 1.400 si trovano attualmente nel sistema dei campi migranti «ufficiali» di Al Serraj. Riguardo alle altre 1.700 persone non si conosce la fine che hanno fatto;

   in questi mesi tutti i gruppi di attivisti che si occupano di Libia hanno ricevuto moltissime segnalazioni di persone scomparse. Più di quante ne ricevono di solito. Parenti di rifugiati catturati nel Mediterraneo chiedono agli attivisti notizie dei loro cari, letteralmente scomparsi;

   subito dopo la deportazione in Libia, la maggior parte è stata chiusa nel lager di Triq al Sikka. È da qui che sono iniziate le sparizioni. Una parte dei rifugiati è stata ceduta alle terribili milizie di Al Serraj per essere impiegati come schiavi-soldato. Vengono mandati in prima linea. Molti sono già morti al fronte. Un'altra parte ha subito un «processo» e con il reato di immigrazione clandestina sono stati condannati chi a 3 chi a 6 mesi di reclusione da scontare nelle carceri ordinarie (soprattutto nel carcere di El Jadida a Tripoli). Al termine di questa detenzione, alcuni sono stati riportati a Triq al Sikka e lì ceduti alle milizie di Al Serraj, quelle tristemente famose per torture e omicidi;

   per fortuna, certe volte, alcuni rifugiati sono riusciti a sfuggire alle milizie e ad arrivare in Europa, riacquistando la libertà e raccontando le loro storie;

   tra le testimonianze, c'è quella di Paul (nome di fantasia). La sua storia è recente, 2020, ed è allucinante. Dopo essere stato catturato in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica viene deportato in Libia, nel lager di Triq al Sikka. Trasferito al tribunale di Tripoli per un «processo», non gli è stato concesso il diritto di chiamare un avvocato ed è stato condannato a 3 mesi da scontare nel carcere ordinario di El Jadida, quello per criminali. Dopo è stato ricondotto a Triq al Sikka, ceduto alle milizie di Al Serraj e costretto a combattere in prima linea, assieme a tanti altri migranti schiavi-soldato;

   queste persone hanno un nome quando si imbarcano per fuggire dalla guerra. Hanno un nome quando gli aerei di Frontex le scorgono dall'alto in mezzo al mare. Non hanno nome quando Frontex comunica le loro coordinate alla cosiddetta Guardia costiera libica. Vengono catturate e diventano degli invisibili, dei quasi-morti senza nome da spedire in prima linea a morire, carne da macello. Tutto questo è solo una parte dell'ennesimo articolo denuncia di Sarita Fratini pubblicato sul sito online «SaritaLibre – Una selvaggia parata di idee» –:

   se il Governo non ritenga necessario attivarsi immediatamente nei confronti della Libia, assumendo iniziative, tramite i canali diplomatici, affinché:

    a) sia fatta piena luce in merito alla vicenda esposta in premessa;

    b) vengano messe in sicurezza le persone detenute nel centro di detenzione di Triq al Sikka e in altri luoghi di detenzione;

    c) siano predisposti controlli adeguati, attraverso personale specializzato, relativamente all'uso dei metodi di tortura e della violenza;

    d) vengano ascoltate le persone detenute nel centro di detenzione di Triq al Sikka, e in altri luoghi di detenzione, e condotte in luogo protetto a garanzia e tutela dei diritti della persona;

    e) si preveda l'invio di rappresentanti di organismi di tutela dei diritti umani.
(4-05942)