• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01639 MAGORNO, MARINO, FARAONE, CUCCA, GINETTI, SBROLLINI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per il Sud e la coesione territoriale. - Premesso che: con il decreto-legge 8 aprile...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01639 presentata da ERNESTO MAGORNO
mercoledì 3 giugno 2020, seduta n.224

MAGORNO, MARINO, FARAONE, CUCCA, GINETTI, SBROLLINI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per il Sud e la coesione territoriale. - Premesso che:

con il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, detto "decreto liquidità", la cui conversione è stata recentemente approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati, il Governo ha predisposto, tra l'altro, una serie di misure che consentono a professionisti e piccole e medie imprese di richiedere prestiti alle banche e agli istituti di credito, potendo contare, entro una determinata soglia, sulla garanzia del fondo centrale PMI a copertura automatica, in certi casi, anche del 100 per cento del finanziamento, senza che venga effettuata la valutazione del merito di credito;

stando al comunicato del Ministero dello sviluppo economico e del Mediocredito centrale, le domande al fondo di garanzia hanno superato le 400.000 unità per un importo di oltre 19 miliardi di euro; sono state infatti ben 413.442 le domande per richieste di garanzie pervenute al fondo di garanzia con un importo complessivo di 19.183.866.825,52 euro nel periodo dal 17 marzo al 27 maggio. Di queste domande, 410.751 sono quelle pervenute ai sensi dei decreti "cura Italia" e "liquidità" per un importo di 18.896.264.781,45 euro, in particolare: 373.829 operazioni riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con copertura al 100 per cento per un importo finanziato di 7.728.508.992,13 euro, "per i quali l'intervento del Fondo è concesso automaticamente e possono essere erogati senza attendere l'esito definitivo dell'istruttoria da parte del Gestore";

a questo proposito, sono da leggere attentamente i dati emergenti dall'indagine svolta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario del 20 maggio 2020 volti a rilevare gli effetti e le problematiche riscontrate dagli istituti di credito e dai richiedenti nell'elargizione della garanzia;

dall'indagine è emerso come la concessione delle garanzie per le richieste inferiori ai 25.000 euro sia stata di poco superiore alla metà delle domande, mentre per le altre richieste di importo superiore la concessione si sia fermata intorno all'11 per cento; tempi più lunghi nell'erogazione dei finanziamenti sono stati riscontrati principalmente per i prestiti superiori alla soglia citata, e tale problematica è derivata anche dalla concentrazione delle domande in un breve arco temporale, con accrescimento dei conseguenti carichi di lavoro e con la necessità di modifiche all'organizzazione interna degli sportelli delle banche;

altro problema ha riguardato la possibilità di ottenere nuova liquidità: in base alla normativa dei decreti-legge n. 18 e n. 23 del 2020 il fondo centrale di garanzia per le PMI può concedere garanzie solo su nuovi crediti, che non possono essere quindi condizionati dalla banca all'estinzione di passività pregresse, con sole due eccezioni, di cui la possibilità di rinegoziare i debiti preesistenti (art. 13, comma 1, lett. e)), salva comunque l'erogazione di un nuovo credito per almeno il 10 per cento dell'accordato in essere. Le segnalazioni riportano, diversamente, casi di soggetti costretti ad usufruire del prestito solo a condizione che parte dello stesso servisse a ripianare situazioni debitorie in essere, con evidente limitazione di liquidità aggiuntiva;

considerato che:

nonostante la portata dell'intervento, e la sua importanza ai fini della ripartenza del tessuto produttivo del nostro Paese, sono numerose le segnalazioni giunte riguardanti i ritardi o la mancata elargizione del credito da parte di alcune banche nei confronti dei richiedenti;

questi dati, a ben vedere, denotano una situazione complessa, caratterizzata dalla difficoltà derivante dalla decretazione d'urgenza e dalle successive modifiche intercorse in sede di conversione, nonché dalla priorità avanzata da alcuni istituti nei confronti di chi già è correntista rispetto a chi non ha mai avuto rapporti con quell'istituto, ed ancora dalla presunta valutazione del creditore da effettuare secondo parametri non ben precisati ovvero estranei alle norme contenute nel decreto liquidità;

considerato inoltre che la mancata elargizione del credito in alcune zone d'Italia può essere prodromica ad alimentare lo spettro dell'usura e della criminalità organizzata, come dichiarato dallo stesso segretario generale di FABI, Lando Maria Sileoni, a cui purtroppo alcuni imprenditori sono costretti a far ricorso per accedere a quel minimo di liquidità di cui non possono più fare a meno,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali siano i loro orientamenti in merito alle vicende descritte;

se non ritengano di voler semplificare l'iter per l'approvazione dei prestiti garantiti, anche tramite una collaborazione con la Banca d'Italia nel verificare il corretto adempimento d ella normativa da parte degli istituti bancari, vigilando inoltre sulla corretta applicazione dei tassi di interesse sulle somme messe a garanzia.

(3-01639)