• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01597 BAGNAI, PERGREFFI, URRARO, ARRIGONI, FERRERO, RIVOLTA, TOSATO, BERGESIO, PIZZOL, LUCIDI, CANTU', PIANASSO, CANDURA, SAPONARA, ALESSANDRINI, CAMPARI, ZULIANI, MONTANI, BRIZIARELLI, CASOLATI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01597 presentata da ALBERTO BAGNAI
martedì 19 maggio 2020, seduta n.218

BAGNAI, PERGREFFI, URRARO, ARRIGONI, FERRERO, RIVOLTA, TOSATO, BERGESIO, PIZZOL, LUCIDI, CANTU', PIANASSO, CANDURA, SAPONARA, ALESSANDRINI, CAMPARI, ZULIANI, MONTANI, BRIZIARELLI, CASOLATI, BOSSI Simone, PUCCIARELLI, IWOBI, STEFANI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

l'articolo 44-bis del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (cosiddetto "decreto "Crescita"), consentiva la trasformazione in credito d'imposta delle DTA (deferred tax assets, attività per imposte anticipate) non ancora imputate in diminuzione del reddito disponibile, nel caso di aggregazioni, realizzate mediante operazioni di fusione, scissione ovvero conferimento di azienda o di rami di azienda riguardanti più società, di imprese finanziarie e non finanziarie aventi sede legale, alla data del 1° gennaio 2019, nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna, fino a un massimo di 500 milioni di euro ed entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della norma;

come confermato da numerose fonti di stampa, nelle intenzioni del legislatore la norma era esplicitamente indirizzata a risolvere le note criticità della Banca Popolare di Bari, e più in generale avrebbe potuto fungere da stimolo all'integrazione fra banche popolari, allo scopo di rafforzare il sistema bancario meridionale;

con decisione del 13 dicembre 2019 la Banca d'Italia poneva la Banca Popolare di Bari in amministrazione straordinaria, in ragione delle perdite patrimoniali;

conseguentemente, il 16 dicembre 2019 il Governo emanava il decreto-legge n. 142 (decreto "Popolare Bari"), recante "misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno", che all'art. 1 disponeva l'assegnazione all'Agenzia nazionale per l'attrazione investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. - Invitalia di contributi in conto capitale, fino all'importo complessivo massimo di 900 milioni di euro per l'anno 2020, interamente finalizzati al rafforzamento patrimoniale di Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale S.p.A., affinché questa promuovesse lo sviluppo di attività finanziarie e di investimento, anche attraverso il ricorso all'acquisizione di partecipazioni al capitale di società bancarie;

l'8 gennaio 2020 gli onorevoli Zanni, Donato, Grant e Rinaldi si rivolgevano con interrogazione con richiesta di risposta scritta, alla Commissione europea, chiedendo se la riluttanza ad utilizzare la norma sulle DTA ex decreto-legge n. 34 del 2019 nel salvataggio della Banca Popolare di Bari, fosse stata determinata dal timore di una procedura di infrazione per violazione della norma sugli aiuti di Stato;

il 9 marzo 2020 la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Margarethe Vestager, rispondendo all'interrogazione, dichiarava che: "per il momento, la misura prevista non è stata notificata alla Commissione. Di conseguenza, la Commissione non è in grado di affermare se la misura prevista sia compatibile con le norme sugli aiuti di Stato";

il 28 aprile 2020 fonti di stampa riportavano che gli uffici del Ministero dell'economia non avevano ancora inviato a Bruxelles le notifiche necessarie per garantire che i provvedimenti presi con i recenti decreti relativi all'emergenza COVID-19 fossero in linea con la normativa europea sugli aiuti di Stato, come modificata dal cosiddetto "Temporary Framework";

considerato che:

il ritardo nell'applicazione della norma, ex art. 44-bis del decreto-legge n. 34 del 2019, ha determinato una situazione di allarme sui mercati e presso i cittadini, conseguente alla richiesta di amministrazione straordinaria per la Banca Popolare di Bari, e un significativo esborso di denaro pubblico;

l'attuale quadro macroeconomico richiederà il frequente ricorso a interventi pubblici che potendo astrattamente configurarsi come "aiuto di Stato", pur nel contesto normativo modificato dall'adozione del "Temporary framework", imporranno un tempestivo obbligo di notifica alla Commissione europea,

si chiede di sapere cosa motivi l'omessa notifica alla Commissione europea della norma ex art. 44-bis del decreto-legge n. 34 del 2019 e quali provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda prendere, una volta accertate le responsabilità, per scongiurare che simili episodi, particolarmente pregiudizievoli nell'attuale contesto economico, possano ripetersi in futuro.

(3-01597)