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Atto a cui si riferisce:
C.4/04192 (4-04192)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 maggio 2020
nell'allegato B della seduta n. 341
4-04192
presentata da
GIGLIO VIGNA Alessandro

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nel fare riferimento alle problematiche di cui risente la casa circondariale di «Brissogne», in termini di sovraffollamento, di elevata presenza di detenuti stranieri e di mancanza dei vertici (direttore e comandante), richiamata la scadenza, nel 2017, del protocollo d'intesa tra il Ministero della giustizia e la regione Valle d'Aosta che ha favorito attività di rieducazione e reinserimento dei detenuti, chiede di sapere se e quali iniziative di competenza il Ministro della giustizia intenda intraprendere per arrivare nel più breve tempo al rinnovo del suddetto protocollo, nell'ottica di restituire piena operatività tecnica e amministrativa alla struttura in argomento.
  Va considerato in premessa che alla data del 13 gennaio 2020, presso la casa circondariale di Aosta «Brissogne», risulta una percentuale di affollamento pari al 131,67 per cento, come tale sostanzialmente in linea con la media nazionale che si attesta attorno al 130 per cento.
  Pur al netto del richiamato tasso di affollamento, l'istituto de quo non fa registrare alcuna violazione dei parametri previsti dalla C.E.D.U., in quanto dei detenuti ivi ristretti, 172 risultano avere a disposizione uno spazio compreso fra i 3 metri quadrati e i 4 metri quadrati, mentre i restanti 64, uno spazio superiore ai 4 metri quadrati.
  Per quanto riguarda l'elevato numero di detenuti stranieri, pari a 155, va dato atto dell'azione che, in campo internazionale, il Ministero sta già conducendo al fine di favorirne il rimpatrio per l'espiazione del residuo pena nei rispettivi paesi di origine, proseguendo i negoziati in essere, stipulando nuovi accordi e valorizzando altresì lo strumento dell'espulsione verso i paesi d'origine per quei detenuti la cui pena residua lo consenta.
  In particolare, è fermo proposito di questo Dicastero sviluppare e condurre in porto in tempi ragionevoli i negoziati già in corso con molti Stati (Capoverde, Filippine, Tunisia, Vietnam, Cina), affinché, in linea con i risultati soddisfacenti già conseguiti nell'anno corrente (Argentina, Colombia, Kosovo, Mali, Libia, Niger, Nigeria, Taiwan, Paraguay) nuovi accordi vengano siglati anche nell'anno venturo e verranno aperti nuovi fronti di dialogo con Paesi come la Bolivia e Cuba.
  Nella medesima direzione deflattiva si iscrive la recente istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un tavolo tecnico fra il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e il dipartimento per gli affari di giustizia con l'obiettivo di stimolare l'adozione e l'esecuzione di provvedimenti di espulsione dei detenuti stranieri ex articolo 16, comma 5, del decreto legislativo n. 286 del 1998 (Testo unico immigrazione) verso i Paesi d'origine, velocizzandone le procedure di identificazione all'atto dell'ingresso in carcere attraverso lo sviluppo di una sinergia virtuosa con gli uffici immigrazione delle questure, da un lato, e i tribunali di sorveglianza, dall'altro, ciascuno per i profili di rispettiva competenza.
  Con specifico riguardo all'assenza delle posizioni apicali, nel dare atto che, allo stato, sia le funzioni di direttore che quelle di comandante sono comunque coperte grazie a incarichi di reggenza temporanea, va debitamente rimarcato che la criticità relativa al posto di comandante è in via di superamento, in quanto, la casa circondariale di Aosta «Brissogne» è stata individuata fra le sedi di destinazione degli 80 futuri commissari del ruolo a esaurimento del corpo di polizia penitenziaria, il cui corso di formazione è tuttora in atto.
  Per quanto attiene, da ultimo, al richiamato protocollo d'intesa, scaduto nel 2017, va detto che il rinnovo è in via di finalizzazione.
  A seguito della seduta del 23 dicembre 2019, si è inteso aggiornare a breve i lavori per una migliore ponderazione delle problematiche correlate alla materia sanitaria.
  Il Ministero della giustizia, comunque, continua nel suo massimo impegno per favorire in tempi rapidi una definizione condivisa delle questioni ancora aperte, così da poter sottoscrivere finalmente un testo il più possibile funzionale al soddisfacimento delle esigenze didattiche, formative, inclusive e rieducative a cui il protocollo è ispirato.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.