• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00459 (7-00459) «Melicchio, Vacca, Gallo, Carbonaro, Bella, Tuzi, Casa, Testamento».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00459presentato daMELICCHIO Alessandrotesto diGiovedì 30 aprile 2020, seduta n. 333

   La VII Commissione,

   premesso che:

    la crisi sanitaria del COVID-19 è una delle più grandi emergenze che la Nazione abbia dovuto affrontare, una crisi che sta mettendo in grande difficoltà la coesione sociale e l'economia, investendo anche il sistema universitario e il diritto allo studio. È necessario garantire, nelle attuali circostanze di emergenza, quanto riportato negli articoli 33 e 34 della nostra Costituzione, unici strumenti per esercitare numerosi altri diritti costituzionalmente garantiti, impegnandosi fortemente nel favorire la fruizione delle piattaforme per la formazione a distanza e tutti gli accorgimenti necessari per poter assicurare l'accesso al diritto allo studio con adeguata sicurezza di tutti gli attori del sistema universitario italiano;

    ogni euro investito nell'università e nella ricerca ne genera da 3 a 4 in termini di ricchezza prodotta. Negli ultimi due anni si è riusciti a raggiungere il massimo storico nel Fondo di finanziamento ordinario (FFO) per le università con la cifra di 7 miliardi 620 milioni di euro e anche per l'analogo fondo per gli enti di ricerca (FOE) si è raggiunta la cifra record di 1 miliardo e 812,1 milioni di euro. Nell'ultima finanziaria si è riusciti a portare il fondo per le borse di studio a 267,8 milioni di euro. Segno questo della grande importanza che si vuole dare ad un sistema che va comunque sostenuto e riformato nella direzione dell'efficienza, dei diritti e della valorizzazione effettiva del merito. Si ha bisogno di un sistema universitario equo, diffuso, sempre più accessibile e in continuo e costruttivo dialogo con la società e il territorio che la circonda, che non può prescindere anche da un ampliamento e potenziamento della No Tax Area. Si vuole andare verso un accrescimento del sapere e della conoscenza di nuovi strumenti, che, come anche questi mesi di emergenza hanno dimostrato, possono essere utilizzati per creare e produrre nuova ricchezza. È necessario accelerare sull'open science, perché la ricerca deve diventare bene comune, aperto e accessibile a tutti. Più che la concorrenza tra aziende e tra scienziati, conta la collaborazione e la condivisione delle informazioni ed è importante mettere la ricerca pubblica italiana in condizione di avere risorse e mezzi adeguati alle sfide poste da fenomeni come questa pandemia. Questa emergenza ha dimostrato definitivamente come sia indispensabile puntare forte su progetti innovativi come la digitalizzazione e la didattica a distanza;

    vista la gravità della situazione sanitaria nel Paese, il Governo ha già previsto, con il decreto-legge «Cura Italia», di ovviare alle particolari condizioni di sofferenza in cui versa il servizio sanitario nazionale (SSN), disponendo tempestivamente di medici i quali potranno, con il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia – classe LM/41, essere abilitati all'esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità. I farmacisti italiani stanno facendo un grande lavoro di informazione e rassicurazione durante questa emergenza. In un momento difficilissimo, in cui c'è carenza di medici, molte sono le operazioni che si svolgono in farmacia ed è grande il numero di persone che non sono arrivate in pronto soccorso perché stoppate e filtrate dai farmacisti. Anche questo mestiere è fortemente a rischio a causa della frequente vicinanza ai contagiati. I farmacisti sono in prima linea e stanno facendo il possibile, ma ormai non si contano più i positivi al coronavirus e in troppi hanno già manifestato i sintomi e sono in quarantena. Qualcuno, purtroppo è morto. La situazione è ormai a limite e sono già diverse le farmacie, soprattutto nei comuni più interni, che sono state costrette a chiudere e, senza un aiuto con cui sostituire gli operatori ammalati, potrebbe non essere più garantito il servizio in tutto il territorio nazionale;

    il Ministero dell'università e della ricerca è intervenuto da subito per prolungare l'anno accademico 2018/2019 portando la scadenza a giugno 2020, per evitare ricadute negative sulla vita universitaria degli studenti e senza far pagare la tassa per il nuovo anno accademico a chi si dovesse laureare nella prossima sessione, oltrepassando quella straordinaria. Si cerca di assicurare, così, la massima regolarità e continuità di tutte le funzioni garantite dal sistema universitario, in modo da avere il minor impatto possibile, legato alla difficile situazione che stiamo vivendo;

    bisogna dar modo agli atenei di organizzarsi, non solo per quanto riguarda le attività didattiche, ma anche per le attività di tirocinio pre-laurea. Si hanno dei corsi di laurea, come ad esempio scienza dell'educazione o scienze della formazione primaria, che prevedono tirocini in asili nido e scuole materne che, a causa dell'emergenza coronavirus, sono chiuse. Ne consegue un'evidente difficoltà per i dipartimenti a far espletare questo tipo di tirocinio;

    in questa emergenza uno degli svantaggi più gravi con cui ci si è dovuti scontrare e che ha rallentato la reazione del Paese è stato quello dell'eccessiva burocrazia. Un'inefficienza che ha, ad esempio, causato un gran danno nella capacità di approvvigionamento dei dispositivi sanitari fondamentali per combattere il virus;

    la carenza maggiore con cui ci si è dovuti scontrare è stata quella degli specialisti in medicina. Il prossimo test di accesso alle scuole di specializzazione vedrà 22.500 candidati, tutti laureati in medicina e abilitati alla professione. Le borse però sono solo 8 mila e 300 e chi rimane fuori dovrà aspettare un anno, quando si aggiungeranno nuovi laureati. La previsione dello stanziamento di ulteriori 5 mila borse di studio non basta per intaccare quell'imbuto formativo che si è creato anche per i ripetuti tagli alla sanità degli ultimi decenni e che si è rivelato deleterio per l'Italia durante questa emergenza; il decreto-legge del 9 marzo 2020 ha fatto cadere le incompatibilità previste dal contratto di formazione specialistica, dando la possibilità di assumere gli specializzandi dell'ultimo e del penultimo anno. Si è, così, chiesto un ulteriore sforzo agli specializzandi, ma il tipo di contratto previsto, però, non fa aver diritto al Tfr e ai trattamenti economici che riguardano i turni di reperibilità, le guardie notturne e l'indennità di rischio, alle ferie. L'emergenza ha ovviamente bloccato tutte le attività formative di ambulatorio. Quello che non è ancora stato bloccato però è la prossima rata delle tasse universitarie. E un grande e fondamentale aiuto è arrivato anche dai cosiddetti camici grigi e dagli specializzandi di materie sanitarie non mediche;

    i laureati in medicina, risorsa fondamentale per il nostro Paese, come si è avuto modo di vedere durante questa emergenza, dovrebbero poter partecipare ad un concorso per le specializzazioni mediche che si dovrebbe svolgere a luglio. È prevista una ulteriore sessione di laurea in giugno-luglio e questo andrà presumibilmente ad aumentare il numero dei partecipanti al concorso per le specializzazioni mediche del 2020. In generale, l'emergenza COVID-19 impone di ripensare l'organizzazione di ogni eventuale procedimento selettivo, nell'ottica di garantire adeguate misure standard di sicurezza e il distanziamento sociale;

    l'Osservatorio nazionale per la formazione medico-specialistica (ONFMS), organo del Ministero dell'Università e della ricerca, dopo la scadenza naturale, più di un anno fa, non è ancora stato rinnovato. L'ONFMS dovrebbe verificare i requisiti che le scuole dichiarano in fase di accreditamento. Si parla, ad esempio, del numero di sale operatorie per poter formare i chirurghi, questione fondamentale, quindi, per assicurare che una certa struttura abbia davvero le caratteristiche che dichiara;

    l'articolo 100 del decreto «Cura Italia» prevede la costituzione per l'anno 2020 di un fondo denominato «Fondo per le esigenze emergenziali del sistema dell'Università, delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e degli enti di ricerca», con una dotazione pari a 50 milioni di euro, demandando al Ministro dell'università e della ricerca di individuare i criteri di riparto e di utilizzazione delle risorse tra le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli enti di ricerca ed i collegi universitari di merito accreditati. Ma il settore AFAM presenta diversi problemi ancora irrisolti: organici bloccati, assenza di una disciplina organica di settore, necessità di riscrivere i regolamenti emanati, assenza strutturale di un centro cui affidare la gestione del sistema e la programmazione e lo sviluppo delle istituzioni. In generale, tutto il sistema soffre di una politica di mancati investimenti;

    secondo un rapporto della Svimez, le università al Sud perdono 120 professori ogni anno. Avere molte università meridionali con una possibilità di reclutamento inferiore alle persone che hanno cessato servizio è un gravissimo problema in questo difficile momento, perché non permette alle università del Sud di ampliare l'offerta didattica e la qualità della ricerca, per come si dovrebbe assolutamente fare per favorire la ripartenza del nostro Paese. Ci sono tanti atenei meridionali che rischiano addirittura la soppressione, a causa degli squilibri nella ripartizione delle risorse, e questo non farebbe che acuire la desertificazione industriale e demografica del Mezzogiorno d'Italia, riflettendosi direttamente sulla capacità di sviluppo e ripresa economica dell'intero Paese,

impegna il Governo:

   ad adottare tutte le iniziative utili a investire di più nell'università e nella ricerca, settori che rappresentano un sistema integrato di assoluta importanza per far ripartire il nostro Paese, volano di sviluppo sociale ed economico di cui l'Italia ha e avrà assoluto bisogno appena usciti dall'emergenza coronavirus, facendo sì che gli investimenti aggiuntivi tengano conto della compensazione totale per quegli atenei che applicano la «No Tax Area», rafforzando e ampliando la misura e siano indirizzati con particolare attenzione al potenziamento e alla valorizzazione della didattica online e piattaforme «MOOC» come dell'open access, con i dati e i risultati della ricerca liberamente riutilizzabili e fruibili da tutti;

   ad adottare ogni iniziativa volta a offrire agli scienziati e ai ricercatori la possibilità di condividere le proprie informazioni e accedere alla letteratura scientifica in modo libero e aperto, anche attraverso piattaforme e motori di ricerca predisposti dal Ministero, rendendo accessibile al tempo stesso la conoscenza relativa alla produzione scientifica, anche solo in parte finanziata con fondi pubblici, a tutti coloro che ne siano interessati;

   ad adottare iniziative per rendere abilitante all'esercizio della professione di farmacista il conseguimento di una laurea magistrale afferente alla classe LM/13 in farmacia e farmacia industriale ed equiparate così da affrontare l'emergenza, dando un aiuto quanto mai necessario a tutto il sistema sanitario nazionale, così duramente impegnato in questi giorni così difficili;

   ad adottare iniziative per prorogare l'anno accademico 2019-2020 per dare agli atenei il tempo di organizzarsi o di cercare soluzioni alternative vista l'impossibilità per gli studenti di portare a termine alcuni tirocini pre-laurea con le regole stabilite prima delle misure adottate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al fine di contrastare il diffondersi sul territorio nazionale del virus, comportanti sospensioni, chiusure e divieti;

   ad adottare iniziative volte a snellire tutte le procedure che riguardano gli acquisti per i materiali utili alla ricerca, dando piena attuazione alle norme contenute nell'articolo 4 del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126; a favorire una semplificazione della parte burocratica nella valutazione della qualità della ricerca (VQR), prevedendo, nel caso, un rinvio delle scadenze previste per il processo di VQR, così come da appello del Consiglio universitario nazionale; a tener conto, nell'ambito dell'individuazione dei criteri per l'abilitazione scientifica nazionale, dell'attività clinica svolta da chi è stato coinvolto nell'emergenza COVID-19 che ha impedito una normale produzione scientifica o la sospensione delle attività sperimentali;

   ad adottare tutte le iniziative utili, nei limiti delle risorse disponibili, a stanziare fondi aggiuntivi per la formazione specialistica e a favorire una serie di riforme strutturali che permettano di ampliare la capacità formativa degli atenei e arrivare a un numero maggiore di posti, garantendo un rapporto almeno del 70 per cento tra il numero di borse disponibili e i partecipanti, e favorendo, per quanto di competenza del Ministero dell'università e della ricerca, il riconoscimento professionale agli specializzandi, ai camici grigi e agli specializzandi in materie sanitarie non mediche, in termini di tasse, di contratto, di remunerazione, come in ordine alla qualità dell'assistenza fornita e dell'insegnamento;

   ad assumere ogni utile iniziativa di competenza per: garantire il rispetto di adeguate misure di sicurezza e di distanziamento sociale per lo svolgimento all'interno delle diverse università del concorso per le specializzazioni mediche, nella malaugurata ipotesi di un allungamento delle misure restrittive di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019; evitare ogni test di accesso ai corsi, dove il rapporto tra i candidati e posti disponibili sia dell'ordine di uno a uno; con modalità sperimentale, favorire lo slittamento del test di accesso a medicina e chirurgia al 2021, attraverso la revisione del primo anno, con esami che non prevedano effettuazione di attività laboratoriale e la sospensione dell'obbligatorietà di presenza; posticipare l'effettuazione dei test di accesso, garantendo l'accesso aperto alle lezioni con modalità telematica; garantire, con modalità sperimentale, l'effettuazione della didattica con modalità telematica o attraverso equa ripartizione degli studenti, con modalità telematica e frontale, di tutti i corsi di laurea;

   ad adottare tutte le iniziative utili a velocizzare la nuova composizione dell'Osservatorio nazionale per la formazione medico-specialistica e a stabilire le regole con le quali verranno rappresentate all'interno dell'organismo le varie associazioni;

   ad adottare iniziative di riordino e semplificazione per l'Afam, l'Alta formazione artistica, musicale e coreutica, ambito che sta accusando perdite non indifferenti dallo scoppio dell'emergenza;

   ad adottare tutte le iniziative utili a migliorare la proposta formativa delle università del sud dell'Italia con una maggiore possibilità di reclutamento di nuovi docenti, rivedendo quei criteri di distribuzione delle somme e dei punti organico che penalizzano le università del Meridione d'Italia.
(7-00459) «Melicchio, Vacca, Gallo, Carbonaro, Bella, Tuzi, Casa, Testamento».