• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/03221 GASPARRI, GIAMMANCO, MALLEGNI, BATTISTONI, GIRO, CALIGIURI, MOLES, MINUTO, CARBONE, MANGIALAVORI, PICHETTO FRATIN, RIZZOTTI, LONARDO, FLORIS, CALIENDO, CANGINI, RONZULLI, TOFFANIN, PAPATHEU...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-03221 presentata da MAURIZIO GASPARRI
martedì 21 aprile 2020, seduta n.208

GASPARRI, GIAMMANCO, MALLEGNI, BATTISTONI, GIRO, CALIGIURI, MOLES, MINUTO, CARBONE, MANGIALAVORI, PICHETTO FRATIN, RIZZOTTI, LONARDO, FLORIS, CALIENDO, CANGINI, RONZULLI, TOFFANIN, PAPATHEU - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

il professor Luc Montagnier, autorevole scienziato francese, premio Nobel per la medicina nel 2008, ha dichiarato, ai microfoni del podcast francese specializzato in questioni di medicina e scienza "Pourquoi doctor", che «la Sars-CoV-2 è un virus che è stato lavorato e rilasciato accidentalmente da un laboratorio di Wuhan, specializzato per la ricerca sui coronavirus, nell'ultimo trimestre del 2019»;

il professore sostiene che il «coronavirus sarebbe un virus manipolato, uscito accidentalmente da un laboratorio cinese a Wuhan dove si studiava il vaccino per l'Aids»;

sono affermazioni da verificare, anche se che arrivano da uno scienziato autorevole. Alla domanda se fosse una teoria complottista, il professore Montagnier ha risposto: «il complottista è colui che nasconde la verità»;

il capo di Stato maggiore delle forze armate degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, durante un incontro con i media, ha detto che gli indizi sono per l'origine naturale del virus ma non è da escludere l'ipotesi di un incidente di laboratorio;

in un articolo del "Washington Post" a firma di Josh Rogin, si dà conto di alcuni rapporti allarmati inviati dall'ambasciata USA a Pechino aventi ad oggetto la sicurezza nell'istituto di virologia di Wuhan: il console americano e il suo consigliere scientifico denunciano le condizioni di scarsa sicurezza in cui lavorano i tecnici del laboratorio e i timori si concentrano sull'attività di Shi Zhengli, responsabile della ricerca a Wuhan;

al riguardo anche il "Corriere della Sera" scrive, in un articolo di Guido Olimpio: «I cablo trasmessi al Dipartimento di Stato segnalano l'inquietudine per i rischi che prende, osservazione già espressa da alcuni studiosi nel 2015. A loro giudizio alcune delle sue iniziative sono sul filo, possono finire male. Altri dubbi investono un secondo laboratorio sempre a Wuhan. I medesimi rilievi emersi, pochi giorni fa, da un altro pezzo del Washington Post. David Ignatius, giornalista e commentatore con buoni agganci, sembra indicare uno scenario e, in qualche modo, una via d'uscita a Pechino: tutto potrebbe essere nato per un errore del personale dei laboratori, dunque un incidente, con la successiva contaminazione. E correda la tesi con molti riferimenti alle presunte imprudenze e alla mancanza di contromisure efficaci per evitare disastri come quello avvenuto»;

l'idea di un incedente di laboratorio sta animando un dibattito nella stampa internazionale, scrive Paul Rincon, editor scientific della BBC: "Coronavirus: ci sono prove per la teoria del rilascio in laboratorio?", spiegando che «esistono quattro livelli, che dipendono dai tipi di agenti biologici studiati e dalle precauzioni di contenimento necessarie per isolarli. Il livello di biosicurezza 1 (BSL-1) è il più basso ed è utilizzato dai laboratori che studiano noti agenti biologici che non rappresentano una minaccia per l'uomo». La CNN titola: "Gli Stati Uniti esplorano la possibilità che la diffusione del coronavirus sia iniziata nel laboratorio cinese, non in un mercato";

il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, alla guida del Dipartimento di Stato del principale e storico alleato dell'Italia ha rilanciato l'ipotesi di un errore di laboratorio, e, del resto, gli USA hanno chiesto alla comunità internazionale di denominare il virus come "virus cinese",

si chiede di sapere per quali ragioni, a fronte di dubbi della comunità scientifica e della diplomazia internazionale, il Ministro in indirizzo non abbia ancora chiesto spiegazioni ufficiali alla Repubblica popolare di Cina, non abbia convocato l'ambasciatore della Repubblica popolare a Roma per un chiarimento sul merito, a giudizio degli interroganti preferendo cullarsi in una compiaciuta strategia filocinese, priva di studi e informazioni, che non tiene neanche conto nelle storiche collocazioni internazionali dell'Italia.

(4-03221)