• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01502 CANDIANI, CALDEROLI, BORGHESI, AUGUSSORI, GRASSI, IWOBI, VESCOVI, LUCIDI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: negli ultimi giorni, in piena emergenza COVID-19, si sono...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01502 presentata da STEFANO CANDIANI
martedì 21 aprile 2020, seduta n.208

CANDIANI, CALDEROLI, BORGHESI, AUGUSSORI, GRASSI, IWOBI, VESCOVI, LUCIDI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:

negli ultimi giorni, in piena emergenza COVID-19, si sono intensificati in maniera consistente gli sbarchi sulle coste siciliane: tra navi di organizzazioni non governative e gommoni singoli le centinaia di migranti approdati mettono a dura prova il sistema dell'accoglienza, anche perché è necessario che uomini e risorse che siano concentrati in altri campi;

la Protezione civile, che attualmente è impegnata oltre misura per contenere l'emergenza sanitaria, è stata incaricata dal Governo anche di "creare strutture o aree sulla terraferma oppure navi dove poter ricoverare i migranti per scongiurare che si aggravi la situazione dei contagi" per la sorveglianza sanitaria delle persone sbarcate;

in modo irresponsabile il Ministro in indirizzo ha deciso di riaprire strutture private per richiedenti asilo, e questo desta allarme perché, senza le dovute condizioni di sicurezza, il rischio che ciò comporta è altissimo e si potrebbe compromettere anche la salute di tutte le persone (forze dell'ordine, servizi sociali, operatori del servizio medico, protezione civile) impegnate nelle operazioni di sbarco, smistamento e sorveglianza;

i cittadini sono comprensibilmente preoccupati per il rischio di contagio da COVID-19, soprattutto dopo la notizia di un 15enne egiziano, giunto a Lampedusa e trasferito prima a Porto Empedocle (Agrigento) e poi a Pozzallo (Ragusa), che è risultato positivo al coronavirus;

la questione potrebbe trasformarsi rapidamente in un problema di ordine pubblico se non si interviene con fermezza nei confronti degli immigrati che non rispettano pedissequamente le misure di contenimento di contagio, mentre i cittadini italiani sono tenuti a rispettare rigidi obblighi di limitazione del proprio diritto, costituzionalmente garantito, alla libertà di circolazione, rischiando multe anche molto salate;

il 10 aprile, il direttore generale dell'OMS si è detto preoccupato per la diffusione del COVID-19 nelle aree rurali, con focolai registrati in più di 16 Paesi africani, privi dei necessari mezzi di rilevazione dei dati,e delle adeguate strutture sanitarie per isolare e trattare i malati;

considerato che in questi Paesi non si stanno attuando adeguate misure di contenimento del COVID-19, come limitazione degli spostamenti, quarantene, sorveglianza, e considerato che i flussi interni verso la Libia sono continui e sistematici, se viene consentito lo sbarco sulle nostre coste si rischia di dare vita ad un fenomeno devastante con l'arrivo di un numero indefinito di persone potenzialmente infette;

impedire gli sbarchi è una questione di sicurezza nazionale, occorre evitare che ai problemi legati all'immigrazione si sommino quelli legati al contagio del virus COVID-19: non è sufficiente dichiarare con decreto interministeriale i porti "non sicuri" se poi nei fatti si consentono ancora gli sbarchi;

a giudizio degli interroganti il Governo affronta la questione in modo approssimativo: è intollerabile che, nonostante l'emergenza sanitaria, non si applichi alcun vero blocco navale al largo della Libia,

si chiede di sapere se fra le priorità del Governo ci sia quella di far rispettare la chiusura dei porti, perché non sicuri, come ribadito con decreto interministeriale 8 aprile 2020, con ogni mezzo necessario, anche eventualmente prevedendo un blocco navale, al fine di tutelare la salute pubblica dei cittadini italiani, ovvero se fra le priorità governative ci sia quella di regolarizzare 600.000 clandestini per poterli impiegare nei campi come anticipato dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

(3-01502)