• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/05275 (4-05275)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05275presentato daD'ETTORE Felice Mauriziotesto diMartedì 21 aprile 2020, seduta n. 328

   D'ETTORE, MUGNAI, PEREGO DI CREMNAGO e FIORINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   nei distretti produttivi della provincia di Arezzo le imprese dell'oreficeria e della moda sono quasi tutte in «lockdown», fino alla scadenza prevista del 4 maggio 2020. La provincia di Arezzo è la seconda in Italia per intensità di export in rapporto alla popolazione e l'attuale blocco delle attività mette in condizioni di vantaggio competitor stranieri, localizzati in aree dove si continua a lavorare, come ad esempio in Turchia e altri Paesi;

   le produzioni dei settori di oro e moda di cui il 70 per cento è riferito all'export, si indirizzano a una fascia alta di consumatori stranieri residenti in Paesi economicamente performanti, produzioni quindi destinate nel medio periodo a riprendere un trend di crescita prevedibilmente positivo, purché si possa riprendere a lavorare prima possibile;

   nel settore della lavorazione dell'oro Arezzo è il distretto più importante del settore sia a livello nazionale che europeo, con 1.202 aziende attive e quasi 8.000 addetti; alle grandi realtà aziendali dislocate nelle varie zone industriali, si affiancano sia imprese di piccole dimensioni che semplici laboratori artigianali situati anche all'interno dei centri storici;

   nel settore della moda (tessile, abbigliamento, pelletterie e calzature) la provincia di Arezzo, assieme a quella di Firenze, ha un'altissima concentrazione di imprese. Molte grandi firme italiane hanno in Toscana sedi di medie e grandi dimensioni (ad esempio Prada e Valentino). Sono 10 le imprese con più di 250 addetti che complessivamente occupano 5 mila addetti (il 5 per cento del totale), mentre 160 sono quelle di medie dimensioni (tra 50 e 249 addetti) che assorbono oltre 14 mila addetti. Ma si registrano anche 800 piccolissime imprese, anche artigianali, direttamente coinvolte nella filiera;

   i settori della moda in senso stretto (tessile, abbigliamento, conceria, calzature, pelletteria, gioielleria) danno lavoro in Toscana a circa 130 mila persone: 115 mila direttamente impegnate, 1.800 nella produzione di macchine e 12.800 nel terziario (commercio all'ingrosso e intermediazione). Il peso del sistema moda toscano su quello nazionale in termini di valore aggiunto è del 22,1 per cento (Lombardia 23 per cento, Veneto 16,3 per cento). In termini di addetti sul totale nazionale, la Toscana ha il peso maggiore con il 22,8 per cento. Anche in termini di distretti industriali è evidente l'importanza della moda per la Toscana: su 15 totali, 10 sono specializzati nel comparto;

   la moda ha ulteriori necessità urgenti, connesse con la tempestiva prototipazione delle collezioni autunno/inverno. Occorre ideare, disegnare e produrre tutte le collezioni; preparare la stagione autunno-inverno vuol dire cominciare subito a sfornare almeno i modelli, che vanno pubblicizzati almeno entro luglio in tutto il mondo. È necessario avere certezze e programmare accuratamente i tempi. Analogo discorso per il settore dell'oro: se si riparte a maggio, mancheranno meno di due mesi per Oro Arezzo 2020 (già spostata, e programmata ora per metà luglio, la più importante fiera dell'anno). Per arrivarci pronti servono oltre due mesi;

   occorre autorizzare e avviare al più presto, e senza ulteriori ritardi, un processo graduale di riattivazione che deve prevedere la sanificazione dei locali e una nuova organizzazione del lavoro. Occorre riavviare gli approvvigionamenti, aggiornare dei campionari, riprendere contatti con i clienti. Non basta, quindi, un decreto la domenica sera per aprire il lunedì;

   in considerazione dell'emergenza in atto, le aziende ad alta vocazione internazionale hanno già sviluppato e discusso con la regione Toscana dei protocolli di sicurezza, e possono prevedere; un'organizzazione del lavoro basata su più turni per evitare sovra affollamenti e su sette giorni lavorativi; dispositivi di protezione individuali; igienizzazione frequente dei locali; termoscanner in ingresso e in uscita; verifiche periodiche sulle linee di produzione; sostegni pubblici mirati con risorse dedicate per servizi alle imprese;

   le attuali strategie di politica estera ed economica del Governo devono subito tenere conto dell'importanza dei settori produttivi dell'industria italiana che deve tornare a competere sui mercati, al fine di non regalare quote di export ad altri competitor internazionali; i dati trimestrali su produzione ed export sono molto preoccupanti per moda, tessile, abbigliamento, meccanica –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare urgenti e specifiche iniziative per consentire il riavvio delle attività dei settori dell'oro e della moda in Toscana e anche in provincia di Arezzo, il prima possibile, rispetto alla scadenza del lockdown prevista per il 4 maggio 2020, in considerazione del fatto che la gran parte delle imprese di settore possono organizzarsi per l'emergenza e che le scadenze commerciali e internazionali impongono un sollecito riavvio delle attività;

   se intenda avviare immediatamente, e senza ulteriori ritardi, con le aziende e le rappresentanze di categoria dei settori citati in premessa, un tavolo, anche tecnico, di confronto per procedere, in tempi brevissimi, all'emanazione dei conseguenti provvedimenti governativi, anche autorizzativi, di concerto con le regioni interessate.
(4-05275)