• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01450 (3-01450) (Presentata il 14 aprile 2020)



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01450presentato daLUPI Mauriziotesto diMercoledì 15 aprile 2020, seduta n. 326

   LUPI, BENIGNI, COLUCCI, GAGLIARDI, PEDRAZZINI, SANGREGORIO, SGARBI, SILLI, SORTE e TONDO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . – Per sapere – premesso che:

   il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha prorogato al 3 maggio 2020 la partenza della «fase due» dell'emergenza Coronavirus;

   il Paese non può stare fermo altre tre settimane. Si devono fare le cose con prudenza, con le misure che garantiscano sicurezza sui posti di lavoro, ma si deve ripartire;

   altri Paesi (Germania, Austria, Repubblica Ceca, Spagna) hanno già riavviato gli impianti produttivi: alcune attività economiche devono rimettersi in moto, altrimenti i soldi promessi dallo Stato, che prima o poi arriveranno, serviranno solo per la liquidazione delle imprese italiane;

   esistono esperienze, come, ad esempio, l'accordo tra Fca e sindacati metalmeccanici, per affrontare la «fase due» dell'emergenza che, prevedendo alcune importanti limitazioni e procedure per l'immediata riapertura delle aziende (obbligo di mascherina per l'intero personale, rilevazione delle temperature prima dell'ingresso in azienda, mantenimento della distanza di almeno un metro, sanificazione degli ambienti, procedure per evitare assembramenti nelle mense e negli spogliatoi, uso dello smart working e formazione del personale), devono poter essere applicate, immediatamente, anche ad altri settori, in particolare quelli del made in Italy che sono il motore trainante dell'economia italiana;

   gli artigiani, che lavorano da soli nel loro laboratorio e che hanno rare opportunità di rapporto con la clientela (e che si possono comunque normare come previsto per i supermercati), potrebbero, con le dovute cautele, riaprire subito;

   il cosiddetto «decreto dignità» approvato nel 2019 ha inserito, ad avviso degli interroganti, rigidità e vincoli nel mercato del lavoro, che sono assolutamente anacronistici in questo momento di crisi epocale –:

   se non ritenga necessario, al fine di evitare conseguenze ancora più drammatiche sul fronte dell'occupazione, anticipare la riapertura di alcuni settori trainanti e strategici, in particolare quelli del made in Italy, applicando le medesime modalità previste dall'accordo Fca/sindacati e permettendo, al contempo, ai piccoli artigiani e alle imprese individuali di riaprire i propri laboratori anche al fine di effettuare nuove assunzioni (tramite l'adozione di iniziative volte all'eliminazione di alcuni vincoli introdotti dal cosiddetto «decreto dignità», come il riutilizzo di voucher e rendendo più agevole l'avvalersi del lavoro somministrato) in questo periodo di grave crisi economico-sociale.
(3-01450)
(Presentata il 14 aprile 2020)