• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/05180 (4-05180)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05180presentato daOCCHIONERO Giuseppinatesto diGiovedì 9 aprile 2020, seduta n. 325

   OCCHIONERO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come a tutti noto, negli scorsi giorni una notizia a dir poco spiacevole e grottesca si è diffusa fra le fonti di stampa italiane e straniere, gettando peraltro sul nostro Paese un velo di discredito che francamente l'Italia non merita, a maggior ragione in questa congiuntura che si sta affrontando con orgoglio e determinazione, facendo da modello e apripista per molti partner internazionali;

   ci si riferisce, ovviamente, alla vicenda delle mascherine, prima donate dall'Italia alla Cina, e poi rivendute da questa all'Italia, raccontata sulle colonne del britannico The Spectator: non certo un giornale di second'ordine, vista la sua ampia diffusione e la sua consolidata tradizione;

   in un articolo dell'edizione del 4 aprile 2020, a firma di Amber Athey (corrispondente a Washington del giornale e vicina all'Amministrazione americana, dalla quale avrebbe ricevuto la segnalazione della questione) la Cina avrebbe costretto l'Italia a riacquistare la fornitura di dispositivi di protezione individuale che avevamo donato alla Cina stessa nella fase iniziale del contagio. In altre parole, prima che il virus colpisse l'Europa, l'Italia ha inviato tonnellate di dispositivi di protezione individuale in Cina per aiutare il Paese a proteggere la propria popolazione. Successivamente, calati i contagi sul proprio territorio, la Cina avrebbe quindi rispedito i dispositivi di protezione individuale italiani in Italia, alcuni, nemmeno tutti, riaddebitandoli, e fregiandosi per di più della sua benevolenza nell'aiutare il nostro Paese;

   ora, il Governo – da quanto si apprende dai giornali – ha prontamente smentito la notizia, bollandola come una fake news. Data la gravità della questione, però, si ritiene opportuno che una simile rassicurazione – sulla quale, ci si augura davvero, non vi sia motivo di dubitare – venga offerta anche al Parlamento;

   peraltro, si auspica che, cogliendo l'occasione, il Governo voglia illustrare in modo analitico e circostanziato alle Camere lo «stato dell'arte» rispetto ai dispositivi di protezione individuale e agli altri strumenti medico-sanitari necessari per affrontare l'emergenza Covid-19, a cominciare dai respiratori, dai ventilatori e dalle postazioni di terapia intensiva. Allo stesso modo, sarebbe opportuno conoscere quali procedure o programmi siano stati attivati, per incrementare l'approvvigionamento: alla nomina di un commissario ad hoc, l'interrogante vorrebbe che si sommasse l'autorizzazione a effettuare i lavori, nonché ad acquistare le forniture e i servizi necessari, con procedure eccezionali, in deroga a tutte le norme vigenti, eccetto quelle penali, europee e costituzionali (come fatto per la ricostruzione del Ponte Morandi a Genova). Si ricorda peraltro che, in questa prospettiva, con la comunicazione 2020/C 108 I/01 del 1° aprile 2020 la Commissione europea ha invitato i Paesi membri a sfruttare appieno le risorse di flessibilità della normativa eurounitaria in materia di appalti, indicando diversi accorgimenti per semplificare, deformalizzare e velocizzare le procedure di evidenza pubblica, e legittimando il ricorso alla procedura negoziata senza bando –:

   se e in quali termini sia fondata la notizia di cui in premessa diffusa dal giornale britannico The Spectator;

   quali e quanti siano i dispositivi di protezione individuale, i respiratori, i ventilatori, i posti di terapia intensiva e gli altri ausili medico-sanitari necessari a contrastare l'emergenza Covid-19 nel nostro Paese;

   dove siano disponibili e tramite quali procedure si stia provvedendo al loro approvvigionamento.
(4-05180)