• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01434 (3-01434) (Presentata il 7 aprile 2020)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01434presentato daBOLDRINI Lauratesto diMercoledì 8 aprile 2020, seduta n. 324

   BOLDRINI, DELRIO, ROTTA, GRIBAUDO, BORDO, ENRICO BORGHI, DE MARIA, DI GIORGI, FIANO, LEPRI, PEZZOPANE, POLLASTRINI, VISCOMI, SCHIRÒ, CARLA CANTONE, BERLINGHIERI, QUARTAPELLE PROCOPIO, NARDI, BRUNO BOSSIO, BRAGA, MADIA, MURA, BONOMO, INCERTI, SERRACCHIANI, CENNI, CIAMPI e CARNEVALI. – Al Ministro per le pari opportunità e la famiglia . – Per sapere – premesso che:

   parallelamente all'adozione delle misure restrittive anti COVID-19, il Governo ha specificato che la rete a sostegno delle donne vittime di violenza c'è e continua a operare, organizzando la propria attività in base a determinati standard di sicurezza sanitaria ovvero dotandosi di strumenti di protezione e di spazi adeguati;

   a tal proposito, la Ministra dell'interno ha diramato una circolare a tutti i prefetti affinché siano individuate nuove soluzioni alloggiative, anche temporanee, nelle quali offrire ospitalità alle donne vittime di violenza che non possono trovare accoglienza negli esistenti centri antiviolenza e nelle case rifugio;

   a fronte dell'attenzione delle istituzioni al tema della violenza contro le donne in questo momento così drammatico per il nostro Paese, purtroppo sono emerse criticità che rischiano di rendere ancora più difficile il percorso di quante decidono di uscire dalla spirale della violenza, poiché in alcuni casi è emerso che donne fuggite dalla violenza e dalle minacce di morte del compagno avrebbero incontrato delle difficoltà nell'accedere alle strutture di accoglienza, giacché, per essere accettate, avrebbero dovuto dimostrare di non essere positive al tampone diagnostico COVID-19. Il tampone era stato loro rifiutato in quanto asintomatiche;

   si tratta, dunque, di un circolo vizioso paradossale che richiede soluzioni urgenti omogenee su tutto il territorio nazionale;

   sul tema la regione Lazio, con circolare del 18 marzo 2020, ha precisato che, a fronte di nuovi ingressi, viene avviato un percorso che prevede che la donna venga prontamente contattata dal personale medico per una valutazione circa la presenza o meno di fattori di rischio COVID-19: in caso di assenza di rischi, viene rilasciato il nulla osta all'ingresso presso la struttura. In caso positivo, invece, la donna viene subito segnalata all'azienda sanitaria locale per eventuali misure di sorveglianza sanitaria (ricorso a dispositivi di protezione, tampone e, se necessario, isolamento) –:

   quali urgenti misure intenda promuovere per garantire, in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, la protezione delle donne vittime di violenza prevedendo un percorso sanitario-diagnostico COVID-19 che consenta, con la massima tempestività, l'accesso in sicurezza, sia per le ospiti sia per gli operatori, presso i centri della rete antiviolenza, al fine di impedire che eventuali richieste di certificazione di negatività al contagio da effettuarsi tramite tampone si traducano in un paradossale ostacolo per la messa in sicurezza delle donne che fuggono dalla violenza.
(3-01434)
(Presentata il 7 aprile 2020)