• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00728 (2-00728) «Varchi, Ferro, Lucaselli, Prisco, Caretta, Zucconi, Delmastro Delle Vedove, Butti, Luca De Carlo, Ciaburro, Mantovani, Galantino, Rotelli, Mollicone».



Atto Camera

Interpellanza 2-00728presentato daVARCHI Maria Carolinatesto diMercoledì 8 aprile 2020, seduta n. 324

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 1, lettera f), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 marzo 2020 dispone espressamente che è sempre consentita «l'attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna [...] di prodotti agricoli e alimentari»;

   in virtù di tale disposizione, il Governo, come si legge nella pagina internet ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri dedicata alle domande più frequenti sulle misure anti-contagio, ha confermato «la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti e altro. Peraltro tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell'allegato 1 dello stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri “coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali”, con codice ATECO “0.1”, per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa l'apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore»;

   nonostante ciò, e in netta contraddizione rispetto alla previsione di legge e alle rassicurazioni governative, l'allegato 1 del medesimo decreto che riporta l'elenco delle attività produttive industriali e commerciali che possono proseguire, in deroga alle restrittive misure di contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale, non riporta il codice ateco 47.76.10 relativo, appunto, al commercio al dettaglio di fiori e piante;

   tale situazione, con l'accavallarsi dei decreti, anche poco coordinati, ha causato confusione e disorientamento tra le aziende di categoria, come riconosciuto dallo stesso Ministro Bellanova, rispondendo sulla sua pagina facebook, alle numerose richieste di chiarimenti pervenute: «L'obiezione è comprensibile e mi rendo io stessa conto che sia tutt'altro che semplice, purtroppo, districarsi tra norme, interpretazioni autentiche (cioè fatte da chi ha emanato la norma) e soprattutto successive applicazioni da parte di funzionari regionali, comunali o, ad esempio, agenti della polizia municipale che si trovano a dover capire se un negozio di fiori possa o non possa stare aperto. Sconfiggeremo sicuramente il coronavirus, verrebbe da dire, ma la burocrazia è più dura a morire»;

   mentre Coldiretti si è detta soddisfatta del chiarimento del Governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, mercati, punti vendita e vivai, la regione Lombardia ha comunicato con nota ufficiale che: «In ottemperanza dell'ordinanza regionale del 21 marzo che ha introdotto limitazioni ancora più stringenti per contrastare la diffusione del coronavirus, sul territorio regionale l'attività floricola e di florovivaismo è ammessa soltanto per quanto riguarda la produzione e la vendita a domicilio, essendo il comparto assoggettato alla produzione agricola. Non è invece ammessa, in Lombardia, l'apertura dei punti vendita al dettaglio»;

   secondo i dati Coldiretti, «senza fiori e piante sono a rischio 27 mila imprese con 2,5 miliardi di fatturato che ora si trovano in gravissime difficoltà con il divieto di cerimonie come battesimi, matrimoni, lauree e funerali e le difficoltà alle esportazioni dove l'Italia ha svolto fino ad ora un ruolo di leader nel mondo con il record per le spedizioni florovivaistiche che nel 2019 hanno raggiunto ben 904 milioni di euro di piante, fiori e fronde, dirette soprattutto in Francia (188 milioni di euro), Germania (159 milioni di euro) e l'Olanda (153 milioni di euro)» –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare il Governo per fare immediata chiarezza sulle attività commerciali che possono rimanere aperte e, in particolare, sul codice ateco 47.76.10 per evitare agli operatori del settore di incorrere in sanzioni amministrative e penali.
(2-00728) «Varchi, Ferro, Lucaselli, Prisco, Caretta, Zucconi, Delmastro Delle Vedove, Butti, Luca De Carlo, Ciaburro, Mantovani, Galantino, Rotelli, Mollicone».