Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
S.0/01766/055/ ... Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge n.1766, Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, Potenziamento SSN e sostegno economico emergenza...
Atto Senato
Ordine del Giorno 0/1766/55/05 presentato da GREGORIO DE FALCO
mercoledì 1 aprile 2020, seduta n. 263
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge n.1766, Conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, Potenziamento SSN e sostegno economico emergenza COVID-19
premesso che:
contemporaneamente al drammatico aggravarsi della situazione in Italia che, per numero di decessi e contagi giornalieri ha superato ogni altro paese al mondo, la Corea del Sud, che pure precedeva l'Italia quanto a diffusione dell'infezione, sembra essere uscita dal tunnel, con un numero di nuovi infetti che negli ultimi giorni varia tra le 70 e 150 unità al giorno in tutto il paese;
secondo quanto è dato di desumere tale successo nel contenimento del virus deriva, non tanto e non solo dalle misure di distanziamento sociale adottate anche nel nostro Paese, ma da quelle che potremmo definire di «difesa attiva»;
con questa espressione s'intende l'isolamento dei focolai del virus attraverso il tracciamento dei contatti dei positivi e la sottoposizione di questi stessi contatti ai test, isolando i riscontrati positivi e procedendo così a ritroso fino a definire una platea di soggetti, sicuramente molto numerosi, ai quali praticare i tamponi per poi metterli in isolamento qualora trovati positivi;
ciò ha consentito alla Corea non solo di sconfiggere, di fatto, la diffusione del virus ma anche sostanzialmente di evitare il blocco integrale del paese adottando nella sostanza misure d'isolamento numerose ma selettive e incidenti sui soggetti positivi e su coloro che avevano avuto contatti con essi, anche se senza sintomi, in primis ovviamente medici e personale sanitario;
tale approccio, sostanzialmente fondato su di una sorta di sorveglianza attiva da parte delle istituzioni pubbliche che «ricercano» il virus e lo isolano, è stato fortemente raccomandato anche dall'Organizzazione mondiale della Sanità il cui Direttore Generale nella dichiarazione del 16 marzo scorso ha invitato tutti i paesi a moltiplicare i test da praticare, secondo l'OMS, in misura crescente e con risposte sempre più rapide;
considerato che:
l'Italia è diventato il primo Paese al mondo per numero di decessi e per tassi diffusione dei contagi, non segue questo protocollo, praticando i test ai soli soggetti gravemente sintomatici;
inoltre, agli stessi sanitari non vengono praticati i test se non quando vi siano gravi sospetti di positività, ma non risulta sussista in questo momento un protocollo sul punto, nonostante il rischio nel caso dei sanitari sia duplice, minando le capacità di risposta del nostro sistema, già sostanzialmente in ginocchio nelle regioni del nord e trasformando i nostri ospedali in focolai essi stessi dell'infezione come avvenuto a Codogno;
dunque, la risposta dell'Italia si è esclusivamente incentrata sul distanziamento sociale attraverso l'adozione di misure d'isolamento, gradualmente estese a tutto il territorio nazionale provocando il blocco temporaneo di tutte le attività qualificate «non essenziali»;
non vengono invece adottate in Italia quelle misure di «difesa attiva» raccomandate dall'OMS e adottate dalla Corea, che non si fondano esclusivamente sul comportamento dei cittadini costretti all'isolamento, ma che, come detto, presuppongono un'attività di tracciamento, che si fonda sullo sforzo delle autorità pubbliche, in primis quelle sanitarie, chiamate a intensificare il lavoro organizzativo, moltiplicando i test e le indagini necessarie all'isolamento dei focolai;
è stato obiettato che queste misure di «difesa attiva» non sarebbero compatibili con il nostro ordinamento, in particolare per quel che riguarda la protezione dei dati personali (il diritto alla privacy);
in realtà, il Governo nel DL 20/2020 del 9 marzo scorso ha espressamente introdotto all'art. 14 un'ampia deroga alla disciplina del trattamento dei dati e della riservatezza, in favore delle autorità sanitarie le quali sono dal 9 marzo autorizzate a compiere trattamenti dei dati e quindi a scambiarsi informazioni relative ai nominativi delle singole persone anche in deroga alla disciplina sul trattamento dei dati, proprio per finalità connesse al contenimento della diffusione dell'infezione. peraltro nel caso dell'Italia, è stata già adottata una misura d'isolamento generalizzato della popolazione nelle proprie abitazioni, con una ben più grave ed evidente incidenza sui diritti di spostamento e sulla stessa libertà individuale;
si osserva incidentalmente che la decisione sopra ricordata - e che comunque si condivide in linea generale- è stata presa tramite lo strumento del DPCM, ossia un decreto ministeriale sotto altro nome, strumento che non consente in alcun modo al Parlamento di esercitare la funzione di controllo e modifica dei provvedimenti che gli è proprio. Tra l'altro, le limitazioni previste dai vari DPCM incidono sull'articolo 16 della Costituzione, secondo il quale la libertà di spostamento è garantita e può essere limitata solo tramite legge;
non si può, dunque, parlare di ostacoli «giuridici», in particolare quando l'adozione delle misure di difesa «attiva», consentirebbe un più rapido ritorno alla normalità e quindi la rimozione dei provvedimenti d'isolamento che in questo momento stanno anche economicamente mettendo a dura prova il nostro Paese, incidendo su valori costituzionali di rilevanza maggiore rispetto a quello alla riservatezza, e che non possono durare all'infinito, pena il crollo fisico, psicologico ed economico dell'interno Paese;
considerato anche che:
la nostra Costituzione pone al vertice dell'ordinamento il bene della vita riconoscendogli la maggior importanza tra tutti i valori tutelabili dall'ordinamento giuridico stesso: solo chi è vivo può esercitare i propri diritti e quindi il diritto alla vita costituisce secondo la stessa Corte costituzionale la priorità logica, oltre che giuridica, su tutti gli altri, con ciò giustificando la compressione di tutti gli altri interessi, e che, quindi, misure eccezionali di deroga anche totale alla disciplina in materia di protezione della privacy trovano in un momento eccezionale come questo piena copertura giuridica;
nel decreto legge in esame si fa riferimento (Art. 14) alle norme previste all'articolo 1, comma 2, lettera h) del decreto - legge 23 febbraio 2020 n. 6, esentando i dipendenti delle imprese che operano nell'ambito della produzione e dispensazione dei farmaci e dei dispositivi medici e diagnostici nonché delle relative attività di ricerca e della filiera integrata per i subfornitori dall'applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva agli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva, previsione certamente più rischiosa, e non solo per la privacy, di qualunque eventuale norma di difesa attiva;
la Corea del Sud, come detto, sta implementando con successo queste misure, non è un paese autoritario, ma una delle democrazie asiatiche più evolute e non pare che le vi siano stato risposte negative da parte della popolazione, la quale invece, ha ben tollerato ed anzi incoraggiato la reazione delle autorità statali che ha consentito la riduzione dei pericoli per la propria vita e l'avvio di un processo di ritorno alla normalità, e l'uscita dall'isolamento collettivo;
quanto sopra esposto, pur essendolo in ambito prettamente politico quale è il Senato della Repubblica, non intende essere inteso come questione politica. Infatti, cambiare strategia nell'affrontare l'emergenza sanitaria è necessario, poiché è essa stessa l'interesse generale, e non una posizione di parte politica;
le misure di «difesa attiva» implementate dovranno naturalmente essere utilizzate solo ed esclusivamente nel periodo dell'emergenza.
impegna il Governo:
a varare in tempi rapidi tutte le necessarie misure di difesa attiva contro la diffusione di epidemia di Coronavirus, quali ad esempio, la tracciatura dei positivi attraverso sistemi GPS o satellitari, da utilizzare esclusivamente nel periodo dell'emergenza dettata dall'epidemia di Coronavirus, modificando dei protocolli che evidentemente non stanno funzionando a dovere, visto il costante numero di contagiati e di morti, che, come ricordato, ci sta conducendo al triste primato di Paese più colpito al mondo dal Coronavirus;
a compiere tutti ulteriori sforzi necessari per ridurre al minimo il periodo d'isolamento e di porre in essere tutte le attività che possano essere utili, quali le ricordate misure di difesa attiva, a circoscrivere l'infezione, consentendo il più rapido ritorno alla normalità e la cessazione di questa gravissima e intensa compressione delle libertà individuali.
(0/1766/55/5)
De Falco, De Petris, Garavini, Fattori, Vono, Buccarella, Nencini, Nugnes, De Bonis, Di Marzio