• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00697 (2-00697) «Provenza, Massimo Enrico Baroni, Bologna, D'Arrando, Ianaro, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Sapia, Sarli, Sportiello, Troiano, Alemanno».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00697presentato daPROVENZA Nicolatesto diMartedì 31 marzo 2020, seduta n. 321

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il 30 gennaio 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato l'epidemia da Covid-19 un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e, con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, l'Italia ha dichiarato, per 6 mesi, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;

   il nostro Paese sta affrontando un'emergenza sanitaria impegnativa. Una pandemia dalle caratteristiche cruente e che, per tanti aspetti «scientifici», non era forse immaginabile e prevedibile; in Italia, questa pandemia ha travolto duramente il servizio sanitario e gli operatori che vi lavorano, molti dei quali sono morti;

   tra i numerosi provvedimenti emergenziali, il decreto-legge 9 marzo 2020, n. 14, recante disposizioni urgenti per il potenziamento del servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza Covid-19, all'articolo 8, in relazione al potenziamento delle reti assistenziali, dispone che, per la durata dell'emergenza ed entro dieci giorni dall'entrata in vigore del decreto, le regioni istituiscano, presso una sede di continuità assistenziale già esistente, una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. L'unità è attiva sette giorni su sette, dalle 8,00 alle 20,00, e ciascun medico di medicina generale o pediatra di libera scelta comunica all'unità, a seguito del triage telefonico, il nominativo e l'indirizzo dei pazienti affetti da Covid-19. I medici dell'unità devono essere dotati di ricettario del servizio sanitario nazionale e di idonei dispositivi di protezione individuale e seguire tutte le procedure già all'uopo prescritte; non è prevista per tali unità alcuna dotazione tecnologica che consenta ai medici di garantire la continuità delle cure, contenendo al contempo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari ed evitando il più possibile gli spostamenti;

   ogni emergenza, inclusa una pandemia, richiede che ciascun Paese del mondo sia dotato, già in tempi di non emergenza, di un piano nazionale di preparazione e risposta, piano di cui l'Italia si è dotata già nel 2005;

   eppure nel citato piano del 2005, c'è un vulnus incomprensibile: manca totalmente l'ausilio e il supporto della tecnologia che pure in questi giorni si sta dimostrando un fattore importantissimo per la risoluzione di tante e rilevanti problematiche; eppure, la tecnologia a distanza, applicata alla medicina, appare oggi lo strumento fondamentale, ancorché mancante, per arginare, contenere e affrontare questa pandemia;

   in questo contesto emergenziale appare più che mai necessario mantenere la continuità delle cure, contenendo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari, evitando il più possibile gli spostamenti; in tal senso, strumenti tecnologici innovativi, come, ad esempio, il sistema di videoconsulto, possono sicuramente fornire un considerevole supporto;

   la fase iniziale della patologia è importantissima e, forse, la si sta sottovalutando, visto che non si riesce ad agire tempestivamente, laddove si può ridurre il danno ed evitare ai pazienti di andare in terapia intensiva;

   per la gestione domiciliare dei casi di Covid-19, per il monitoraggio degli asintomatici a quelli paucisintomatici e con presentazioni cliniche di bassa e media gravità, sono già disponibili sul mercato strumenti di monitoraggio dello stato di salute delle persone di rapido utilizzo sia per medici sia per i pazienti, strumenti che consentono la rilevazione a distanza dei sintomi dei pazienti;

   tali innovazioni tecnologiche consentono di gestire rapidamente sia un monitoraggio manuale ma strutturato delle misurazioni fatte a domicilio dal paziente o anche dal paziente supportato a domicilio da caregiver o personale di assistenza domiciliare sia il telemonitoraggio, attraverso device integrabili, come ad esempio saturimetri, Ecg, misuratori della pressione;

   questi sistemi sono configurati per generare alert e messaggi automatici in presenza di valori alterati o critici, circoscrivendo il più possibile le occasioni di contatto tra medico e paziente e quelle tra paziente e 112, consentendo di veicolare in caso di criticità, in modo istantaneo, il paziente ad andare dal medico o a rivolgersi al 112; questi sistemi consentono l'integrazione tra diversi professionisti che, dotati delle protezioni idonee, potranno recarsi, in caso di necessità, al domicilio dei pazienti per una valutazione clinica diretta a cui potrà seguire, in modo coordinato e programmato, un ricovero in strutture idonee identificate;

   i fatti di questi giorni rivelano, o meglio confermano in maniera drammatica, un dato fondamentale del servizio sanitario nazionale: l'impossibile sostenibilità del sistema sanitario a fronte dell'invecchiamento della popolazione e del progressivo aumento delle patologie croniche; al riguardo, proprio la telemedicina può rappresentare un utile strumento per la gestione delle malattie croniche non trasmissibili, in pediatria, nell'adulto e nell'anziano fragile e durante la riabilitazione, che ancor più in situazioni emergenziali come quella che si sta vivendo, rappresentano la principale debolezza del sistema sanitario nazionale;

   secondo uno studio del dipartimento per la salute del Governo britannico, l'introduzione della telemedicina e la teleassistenza nel sistema sanitario andrebbe a ridurre ben del 45 per cento il tasso di mortalità proprio per le patologie croniche e questo perché consente di ridurre il tasso di aggravamento grazie al monitoraggio. Le malattie croniche consentono al paziente di continuare a vivere nella propria abitazione ma senza adeguata protezione da rischi e complicanze; la telemedicina e la teleassistenza fornirebbero proprio la protezione da tali rischi e complicanze;

   è necessario, oggi, avere l'immediata disponibilità di tali tecnologie e strumenti che consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo del Covid-19 e che, secondo una visione di più lungo periodo, rendano permanentemente sostenibile e meglio gestibile il servizio sanitario nazionale –:

   se, per l'emergenza sanitaria da Covid-19, siano stati attivati gli opportuni percorsi di acquisizione per dotare le unità assistenziali speciali delle tecnologie e degli strumenti che consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo, anche a distanza, contenendo al contempo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari e per i loro pazienti;

   se ritenga opportuno adoperarsi per garantire permanentemente il monitoraggio, la prevenzione e il controllo anche a distanza, attraverso una capillare diffusione degli strumenti della telemedicina, della teleassistenza e del teleconsulto presso tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale.
(2-00697) «Provenza, Massimo Enrico Baroni, Bologna, D'Arrando, Ianaro, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Sapia, Sarli, Sportiello, Troiano, Alemanno».