• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/00427 (7-00427) «Deiana, Corda, Ilaria Fontana, Braga, Fregolent, Muroni, Daga, D'Ippolito, Federico, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli,...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00427presentato daDEIANA Paolatesto diMercoledì 4 marzo 2020, seduta n. 315

   Le Commissioni IV e VIII,

   premesso che:

    il Faro di Capo Caccia è situato nell'omonimo promontorio di Capo Caccia a circa 25 chilometri a ovest di Alghero, sulla costa Nord occidentale della Sardegna, all'interno dei confini del Parco naturale regionale di Porto Conte e dell'Area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana;

    il Faro è situato proprio in cima allo strapiombo che segna l'estremità del golfo di Porto Conte ed è una costruzione imponente, sulla cui sommità svetta una torre di circa 24 metri che, sommati, all'altezza della scogliera, porta l'altezza totale del faro a 186 metri sul livello del mare e che fa di Capo Caccia il faro più alto d'Italia;

    è stato da tempo formulata dal Parco una proposta di progetto di collaborazione con i competenti uffici del Ministero della difesa – Marina Militare per l'utilizzo, in coerenza con le finalità istituzionali delle competenti amministrazioni, di porzioni del compendio immobiliare del Faro di Capo Caccia; proposta che tutt'ora risulta pendente;

    il progetto proposto dal Parco prevede quattro possibili ambiti di intervento: l'educazione ambientale; la fruizione naturalistica; le attività di monitoraggio ambientale; la sperimentazione e la ricerca su progetti innovativi, il tutto anche in un contesto di promozione della valenza storico-culturale e paesaggistica in genere del sito;

    con riferimento al primo ambito, il Parco chiede, nelle forme da concordare, di poter contare sulla disponibilità dell'ex abitazione del fanalista (non più utilizzata essendo oggi il faro automatizzato), per potenziare la propria attività di educazione ambientale che, già oggi, può contare sul coinvolgimento di circa 12.000 studenti all'anno, al fine di poter attuare un ciclo didattico dedicato alla storia ed alle implicazioni naturalistiche degli ambienti che ospitano il faro. Gli oneri riguardanti la manutenzione ordinaria della strada di accesso e dell'immobile (dell'ex fanalista) e gli allestimenti degli ambienti per le esigenze dell'attività didattica sarebbero a totale carico del Parco;

    con riferimento al secondo ambito inerente alla fruizione naturalistica, il Parco per una reale valorizzazione ambientale e storico-culturale degli ambienti di falesia che ospitano il faro, intenderebbe inserire il «percorso del faro» nel quadro delle proprie escursioni naturalistiche offerte a visitatori e turisti, valorizzando la funzione assolta dalla struttura al servizio della comunità, e nei limiti della piena operatività del sito. Anche in questo caso sarebbero a totale carico del Parco gli oneri di organizzazione del servizio di fruizione e mobilità sostenibile e quelli legati alla manutenzione della strada e dell'immobile;

    con riferimento al terzo ambito, ovvero quello del monitoraggio ambientale, una porzione degli immobili dell'ex fanalista potrebbero essere destinati alla realizzazione di un osservatorio internazionale dedicato al monitoraggio permanente degli ambienti di falesia e delle specie protette in essa ospitate, nella piena salvaguardia dei prioritari interessi istituzionali del Ministero della difesa. Sarebbe, anche questa, un'iniziativa con un ampio risalto al livello nazionale ed internazionale ed un caso di eccellenza nei rapporti di collaborazione fra istituzioni civili e militari;

    con riferimento al quarto ambito, concernente la ricerca su progetti innovativi, il Parco ha in corso importanti collaborazioni per iniziative di sperimentazione per la produzione di energia da moto ondoso. L'Italia ed, in particolare, la Sardegna possiedono un importante potenziale di energia associata al moto ondoso ed il primato non solo nell'isola, ma al livello euro-mediterraneo, spetta all'area nord-occidentale nei pressi di Alghero (e quindi a Capo Caccia). Lo sfruttamento dell'energia del moto ondoso è di recente sperimentazione, ma vanno ancora individuati i moduli commerciali che possano soddisfare le esigenze specifiche di un parco naturale e/o di un'area marina protetta con specifico riguardo al contenimento degli impatti in maniera significativa su flora e fauna marine. Il Parco di Porto Conte e l'area marina protetta di Capo Caccia, potrebbero fungere da sperimentatori di un sistema innovativo di produzione di energia pulita e rinnovabile a bassissimo impatto ambientale, utilizzabile in particolare per alimentare la mobilità sostenibile (via mare e via terra) all'interno di un'area parco naturale. Nell'ambito del quadro complessivo esposto, al fine di promuovere un'iniziativa, anche simbolica, a livello internazionale il Parco propone, qualora ne sussistessero le condizioni anche tecniche e di sicurezza segnaletica, e questo non contrastasse e non ostacolasse le attività strategiche da parte del Ministero della difesa, di realizzare un progetto pilota per dimostrare l'utilità della fonte rinnovabile sfruttante il moto ondoso rispetto alle esigenze logistiche del sito specifico;

    da fonti di stampa emerge con forza la richiesta da parte delle istituzioni locali della Sardegna di un intervento finalizzato ad individuare soluzioni che consentano di ottimizzare la gestione delle strutture demaniali facenti capo al Ministero della difesa presenti nell'isola, nell'ottica dello sviluppo industriale e tecnologico del territorio, nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini,

impegnano il Governo:

   a porre in essere idonee iniziative al fine di favorire, nell'ambito dei previsti strumenti generali per la valorizzazione e razionalizzazione di immobili già militari, la sottoscrizione di uno o più distinti specifici protocolli d'intesa attuativi aventi ad oggetto gli ambiti di cui in premessa, con il coinvolgimento delle competenti strutture del Ministero della difesa e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dall'Agenzia del demanio, del Parco di Porto Conte e dell'area marina protetta di Capo Caccia e gli enti territoriali di riferimento, ovvero con l'ausilio dell'esistente gruppo di lavoro anche supportato dall’expertise tecnica dei pertinenti organismi in house e con il contributo delle altre competenti strutture ministeriali in ordine alla promozione e alla sperimentazione di produzione di energia elettrica da moto ondoso, anche per favorire la mobilità sostenibile all'interno dell'area Parco, il tutto in un'ottica di migliore razionalizzazione delle procedure in essere a beneficio dei tempi di definizione dell’iter stesso.
(7-00427) «Deiana, Corda, Ilaria Fontana, Braga, Fregolent, Muroni, Daga, D'Ippolito, Federico, Licatini, Alberto Manca, Maraia, Micillo, Ricciardi, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Zolezzi, Giovanni Russo, Cabras, Marino, Perantoni, Frailis».