• Testo INTERPELLANZA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.2/00661 (2-00661) «Fassina, Palazzotto, Fornaro».



Atto Camera

Interpellanza 2-00661presentato daFASSINA Stefanotesto diMartedì 3 marzo 2020, seduta n. 314

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:

   il piano di pace tra lo Stato di Israele e lo Stato di Palestina predisposto dall'amministrazione Trump sotto il titolo «Peace to prosperity» contraddice non solo diverse risoluzioni dell'Onu, ma anche accordi precedenti in materia di Confini, insediamenti, rifugiati e sullo status di Gerusalemme. Si stabilisce che Gerusalemme è capitale una e indivisibile di Israele, si annette a Israele la Valle del Giordano e vengono integrati nello Stato di Israele tutti gli insediamenti di coloni sorti nei Territori palestinesi. E, soprattutto, il territorio assegnato allo Stato palestinese, non solo non coincide con la Cisgiordania e la linea di demarcazione del 1967, ma è molto più piccolo di tutte le proposte previste dagli accordi da Oslo ad oggi;

   The Times of Israel del 4 febbraio 2020, sotto il titolo «6 countries block EU resolution that would have condemned Trump plan, annexation» ha dato notizia che sei Paesi dell'Unione europea, con la loro posizione contraria, hanno impedito che il Consiglio degli affari esteri dell'Unione adottasse la risoluzione caldeggiata dall'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, di critica al piano di pace tra lo Stato di Israele e lo Stato Palestinese, proposto dall'amministrazione Trump;

   la stessa fonte annovera l'Italia fra i 6 Paesi che si sono opposti alla risoluzione e informa che l'Alto rappresentante, non essendo riuscito a ottenere l'unanimità necessaria per l'adozione della risoluzione da parte del Consiglio, ha rilasciato una dichiarazione a titolo personale in cui si rigetta la proposta statunitense, avvertendo che l'annessione israeliana di buona parte della Cisgiordania in essa prevista violerebbe il diritto internazionale e non passerebbe incontrastata. L'Unione europea, ricorda Borrell, è pienamente «impegnata nel partenariato transatlantico con gli Stati Uniti e apprezza tutti gli sforzi per aiutare a trovare una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese. Ma per costruire una pace giusta e duratura le questioni devono essere decise attraverso negoziati diretti tra le due parti»;

   il 26 febbraio 2020 circa 50 ex Ministri di Stati europei hanno scritto una lettera pubblica in cui esprimono preoccupazione per il piano del Presidente Trump sul Medio Oriente e chiedono «all'Europa di respingere il piano degli Stati Uniti come base per i negoziati e di prendere misure immediate ed efficaci per contrastare la minaccia dell'annessione, preservando così l'ordine internazionale basato sul diritto»;

   la complessità e la delicatezza della questione mediorientale, la cui instabilità trova uno dei principali fattori, forse il maggiore, nel conflitto israelo-palestinese che si trascina da oltre 70 anni, sono ben note. Ed altrettanto è noto che il superamento di quel conflitto è possibile solo attraverso una soluzione che garantisca all'unisono sia la sicurezza dello Stato israeliano sia i diritti del popolo palestinese di vivere in libertà e con dignità nei territori riconosciuti dall'Onu, tutelato da uno Stato democratico, laico e pienamente sovrano;

   è pertanto evidente l'assoluta inadeguatezza della proposta Trump che non è frutto di una mediazione tra le parti in conflitto, ma di un'autonoma elaborazione dell'Amministrazione statunitense che trova consenziente soltanto una delle parti in conflitto, quella israeliana. Appare evidente, inoltre, che le soluzioni proposte infrangano fondamentali risoluzioni dell'Onu e il principio ispiratore di anni di trattativa per cui il conflitto può e deve essere risolto sulla base del rispetto dei diritti nazionali dei due popoli e della coesistenza fra due Stati sovrani –:

   se risponda al vero che nel Consiglio dei ministri per gli affari esteri dell'Unione europea il voto dell'Italia si sia unito a quello di altri 5 Stati per impedire l'adozione di una risoluzione di critica al piano proposto dall'Amministrazione Trump e, in caso affermativo, in base a quali motivazioni;

   quali iniziative il Governo intenda adottare se, come è auspicabile, la notizia fosse infondata, al fine di smentirla ufficialmente;

   quale posizione il Governo ritenga di assumere nei confronti del Piano Trump sia per concorrere alla tutela del diritto internazionale sia in rapporto agli interessi nazionali, tenuto conto delle reazioni che la sua attuazione potrebbe provocare in un'area vitale per la pace nel Mediterraneo e, quindi, per il nostro Paese.
(2-00661) «Fassina, Palazzotto, Fornaro».