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Atto a cui si riferisce:
C.1/00336    premesso che:     il diffondersi del contagio da Coronavirus nelle regioni della Lombardia e del Veneto e gli interventi adottati, ad oggi, a livello nazionale hanno...



Atto Camera

Mozione 1-00336presentato daGELMINI Mariastellatesto diMartedì 3 marzo 2020, seduta n. 314

   La Camera,

   premesso che:

    il diffondersi del contagio da Coronavirus nelle regioni della Lombardia e del Veneto e gli interventi adottati, ad oggi, a livello nazionale hanno avviato una fase di rallentamento delle attività economiche destinato a produrre gravi ripercussioni non solo nell'immediato ma anche nei prossimi anni;

    tra gli effetti di questa epidemia si evidenzia, innanzitutto, il ritorno di immagine negativo percepito a livello internazionale, con conseguente perdita totale di attrattività a danno delle regioni Lombardia e Veneto, sia per quanto riguarda le attività recettive e turistiche, sia per quanto riguarda l'intero comparto manifatturiero;

    già oggi, con le dovute cautele, è possibile avviare una prima stima dei danni che verosimilmente ricadranno sull'economia lombardo-veneta e di conseguenza, sui lavoratori e sulle famiglie di tali regioni;

    le prime analisi sullo scenario economico evidenziano come per l'industria, un settore da tempo colpito da crisi economica, la diffusione del Coronavirus potrebbe produrre conseguenze disastrose. Nelle fabbriche dove operano dipendenti contagiati la produzione in alcuni casi si ferma; i clienti stranieri, anche a causa di seri problemi di approvvigionamento provenienti dalla Cina, stanno chiedendo conferme sulla capacità delle aziende italiane di rispettare le consegne;

    i consumi che prima avvenivano fuori casa (dai ristoranti alle mense scolastiche) ora si trasferiscono tra le mura domestiche;

    Confcommercio ha stimato la possibilità di 100.000 dipendenti a rischio nel settore dei pubblici esercizi;

    secondo l'Alleanza delle cooperative, con la chiusura delle scuole, la cooperazione sociale ritiene a rischio oltre 30.000 lavoratori, con un danno economico stimabile in 10 milioni di euro al giorno;

    il blocco delle attività fieristiche e congressuali di questo periodo genera nell'indotto un danno pari a 10/15 volte superiore al mancato fatturato degli eventi stessi;

    l'incertezza dei mercati finanziari, oltre ad aver bruciato in un solo giorno oltre 30 miliardi di euro in borsa, rischia di generare un impatto, in particolare sulle piccole e medie imprese, tra lo 0,2 per cento e lo 0,4 per cento del prodotto interno lordo, pari rispettivamente a circa 3,5-7 miliardi di euro;

   per Confcommercio saranno a rischio, tra il mese di marzo e il mese di maggio, oltre 20 milioni di presenze turistiche, con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi di euro. Esiste, infatti, la possibilità di disdette per le vacanze pasquali, senza parlare del fatto che molti turisti stranieri potrebbero prenotare le vacanze estive al di fuori dell'Italia;

    il 25 febbraio 2020 il consiglio della regione Lombardia ha votato una mozione che chiede l'attivazione di misure finalizzate ad accompagnare imprese e lavoratori in questa fase di emergenza;

    quanto sta accadendo in questi giorni è destinato a modificare profondamente l'assetto socio-economico lombardo e veneto, prefigurando uno scenario di crisi profonda e depressione economica che dovrà essere necessariamente accompagnata da interventi di carattere strutturale e non solo emergenziale;

    la Lombardia e il Veneto rappresentano il motore economico del Paese e un loro rallentamento condizionerà, inevitabilmente, il quadro economico nazionale nel prossimo futuro;

    appare fondamentale avviare quanto prima iniziative atte a sostenere il contenimento della crisi economica e individuare linee di intervento per il rilancio economico e di immagine del territorio e del tessuto imprenditoriale lombardo e veneto;

    nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 23 febbraio 2020 è stato pubblicato il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19», nonché il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020 recante le relative disposizioni attuative;

    a tali provvedimenti volti ad evitare la diffusione del Coronavirus a livello nazionale, per quanto risulta, si affiancherà un altro provvedimento d'urgenza recante misure di carattere economico di varia natura;

    il Ministro dell'economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, a seguito delle sollecitazioni e della presentazione di interrogazioni urgenti presso le Commissioni parlamentari di merito da parte del Gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente ha altresì recentemente firmato il decreto ministeriale che interviene sugli adempimenti a carico dei contribuenti residenti nelle zone interessate dall'emergenza Coronavirus. Con tale intervento vengono sospesi i versamenti delle imposte, delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus. La sospensione riguarda, inoltre, anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi;

    detto decreto riguarda i versamenti e gli adempimenti che scadono in un periodo molto circoscritto compreso fra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020. Sarebbe invece opportuno, come peraltro sollecitato dal Consiglio nazionale dei commercialisti ed esperti contabili, sospendere fino al 31 luglio 2020 gli adempimenti e versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali;

    inoltre, appare necessario, soprattutto con riferimento alla diffusione del fenomeno del Coronavirus nelle regioni della Lombardia e del Veneto intervenire per sospendere gli adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali non solo per i datori di lavoro e per i titolari di reddito di lavoro autonomo o d'impresa che svolgono l'attività o risiedono nei comuni in «quarantena», ma anche per coloro che non svolgono attività in tali comuni se però lì risiedono gli intermediari che effettuano gli adempimenti in materia contributiva e assicurativa;

    in questo frangente appare poi opportuno attivare la Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) e il Fis (Fondo d'integrazione salariale) per eventi di forza maggiore non solo nei comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio, ma anche per i lavoratori delle aziende collocate all'esterno di tali comuni se colpite da ordinanze di chiusura e limitazioni. L'attivazione degli ammortizzatori sociali dovrebbe essere prevista al di fuori dei comuni interessati anche per quelle attività che, comportando aggregazioni in luogo pubblico o privato, anche di natura sportiva, svolte in luoghi chiusi o aperti al pubblico, sono state sospese e sempre per le aziende non ubicate nei comuni interessati per i dipendenti che lì risiedono. Infine, poiché il Fis interviene nei settori non coperti dalla normativa in materia di integrazione salariale per i datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti, in via eccezionale, appare necessario che per la causale Covid-19 l'assegno ordinario intervenga a prescindere dal limite dimensionale delle imprese,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative per estendere, in deroga alla normativa vigente, le misure di favore previste dal decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017 n. 123, in materia di zone economiche speciale (Zes) nei confronti delle regioni Lombardia e Veneto, al fine di garantire il riconoscimento di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative nei confronti delle imprese lombarde e venete;

2) a porre in essere ogni iniziativa presso le competenti sedi dell'Unione europea per riorientare tutte le risorse residue dei fondi strutturali europei (ciclo di programmazione 2014-2020), già destinate alle regioni Lombardia e Veneto per interventi a sostegno delle imprese lombarde e venete, gravemente minacciate nella loro sopravvivenza dagli effetti della diffusione del Coronavirus (Covid-19);

3) ad adottare iniziative per sospendere fino al 31 luglio 2020 gli adempimenti e i versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali, estendendo tale sospensione anche nei confronti delle aziende che, pur non operando nelle aree sottoposte a restrizione, si avvalgono di intermediari che risiedono in tali zone;

4) ad assumere iniziative per attivare gli ammortizzatori sociali anche per i dipendenti delle aziende non ubicate nei comuni interessati dal Coronavirus senza passare dalla procedura di consultazione sindacale prevista dal decreto legislativo n. 148 del 2015 nei termini descritti in premessa;

5) ad adottare iniziative di sostegno economico per tutte le attività lavorative interessate prevedendo l'estensione della cassa integrazione guadagni anche ai commercianti e ai lavoratori autonomi, oltre che ai lavoratori dipendenti privati.
(1-00336) «Gelmini, Palmieri, Giacomoni, Brunetta, Mandelli, Cattaneo, Bond, Caon, Cortelazzo, Marin, Milanato, Zanettin, Aprea, Brambilla, Cannatelli, Della Frera, Musella, Rossello, Saccani Jotti, Squeri, Valentini, Zanella, Fatuzzo, Versace, Gregorio Fontana, Orsini, Anna Lisa Baroni, Perego Di Cremnago».