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Atto a cui si riferisce:
C.4/03633 (4-03633)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 febbraio 2020
nell'allegato B della seduta n. 311
4-03633
presentata da
GIACHETTI Roberto

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nel fare riferimento agli esiti della visita presso il carcere di Prato effettuata il 15 agosto 2019 da una delegazione di radicali italiani, da cui sono emerse una serie di criticità relative, in particolare, al sovraffollamento della popolazione detenuta, il 55 per cento della quale di origine straniera, allo scarso numero di ore giornaliere di assegnazione del personale medico, alle scoperture degli organici della polizia penitenziaria, alla mancanza dei vari profili professionali, tra cui quella degli educatori, ed al diffuso senso di malessere che ne consegue fra i soggetti ristretti i quali hanno dato vita anche a forme di proteste eclatanti, chiede di sapere se il Governo sia a conoscenza di tale situazione, se siano previste in futuro la revisione e l'incremento della pianta organica reale e di conseguenza l'immissione in servizio di personale per le figure degli agenti, sovrintendenti, ispettori, commissari, personale medico ed educatori, quali siano le iniziative che si intendano intraprendere per riportare alla piena efficienza la struttura penitenziaria in parola, anche tenuto conto della peculiarità del territorio di Prato in cui sono presenti 126 etnie diverse ed una popolazione straniera che si attesta su una percentuale pari al 21 per cento del totale.
  Per quanto attiene alle presenze detentive, va detto che alla data del 17 ottobre 2019, presso la casa circondariale di Prato, sono presenti un totale di 610 detenuti, rispetto a una capienza regolamentare pari a complessivi 589 posti disponibili.
  Ne consegue che il numero di detenuti è di poco superiore a quello dei posti disponibili rilevandosi un indice percentuale di affollamento pari al 112,55 per cento come tale inferiore sia alla media regionale (127,77 per cento) che a quella nazionale, attualmente attorno al 129 per cento.
  Posto che la principale causa del problema è da individuarsi nei lavori di ristrutturazione di 27 camere detentive attualmente in corso, ne va debitamente rimarcata la portata transitoria, essendo tale criticità destinata a risolversi non appena saranno ultimati i lavori, grazie ai quali verrà ripristinata la massima capienza della struttura.
  Per altro, al fine di una razionale gestione del flusso demografico, occorre ricordare che dall'inizio dell'anno corrente al 1° ottobre, sono stati adottati quattro provvedimenti di movimentazione in uscita dalla Casa circondariale di Prato.
  In termini più generali, anche tenuto conto della forte connotazione straniera della popolazione detentiva ospitata in tale struttura (331 detenuti stranieri rispetto ai 279 italiani), va dato atto dell'azione che, in campo internazionale, il Ministero sta già conducendo al fine di favorire il rimpatrio dei detenuti stranieri per l'espiazione del residuo di pena nei loro Paesi di origine, proseguendo i negoziati in essere, stipulando nuovi accordi e valorizzando altresì lo strumento dell'espulsione verso i paesi d'origine per quei detenuti la cui pena residua lo consenta.
  In particolare, è fermo proposito di questo Dicastero sviluppare e condurre in porto in tempi ragionevoli i negoziati già in corso con molti Stati (Capo Verde, Filippine, Tunisia, Vietnam, Cina), affinché, in linea con i risultati soddisfacenti già conseguiti nell'anno corrente (Argentina, Colombia, Kosovo, Mali, Libia, Niger, Nigeria, Taiwan, Paraguay) nuovi accordi vengano siglati anche nell'anno venturo e verranno aperti nuovi fronti di dialogo con Paesi come la Bolivia e Cuba.
  Nella medesima direzione deflativa si iscrive la recente istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un tavolo tecnico fra il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il dipartimento per gli affari di giustizia con l'obiettivo di stimolare l'adozione e l'esecuzione di provvedimenti di espulsione dei detenuti stranieri ex articolo 16, comma 5, del decreto legislativo n. 286 del 1998 (testo unico sull'immigrazione) verso i Paesi d'origine, velocizzandone le procedure di identificazione all'atto dell'ingresso in carcere attraverso lo sviluppo di una sinergia virtuosa con gli uffici immigrazione delle questure, da un lato, ed i tribunali di sorveglianza, dall'altro, ciascuno per i profili di rispettiva competenza.
  Con specifico riferimento alla dotazione organica della Polizia penitenziaria, presso l'istituto in parola, a fronte di una pianta organica di 310 unità, ne risultano effettivamente in servizio 293.
  Le maggiori scoperture riguardano il ruolo dei sovrintendenti, in parte compensate, quanto meno numericamente, dal sovrannumero degli agenti/assistenti.
  In ogni caso, al di là del dato numerico, al fine di un riequilibrio anche sul piano funzionale, con riferimento alla carenza dei sovrintendenti, va ricordato in questa sede che i vincitori del concorso interno a complessivi 2.851 posti proprio per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo sia maschile che femminile del Corpo, al termine del corso di formazione, costituiranno un bacino significativo a cui attingere per colmare le diffuse scoperture che su tutto il territorio si registrano in questo profilo professionale.
  Si tratta di una misura che si innesta a pieno titolo nel più ampio alveo delle mirate politiche assunzionali perseguite da questo Ministero, anche nel comparto penitenziario.
  A tal riguardo ci si limita a evidenziare che è di imminente avvio il corso di formazione anche per i vincitori del concorso a 80 posti di vice commissario, mentre verranno completate le procedure concorsuali a complessivi 49 posti di ispettore superiore ed a complessivi 754 posti di allievo agente. Si provvederà, altresì, al completamento dell'assunzione straordinaria di 1300 allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria – ai sensi dell'articolo 1, commi 382-383, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) – anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti e verranno inoltre avviate, nei prossimi mesi, le procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendenti conseguito all'incremento della dotazione organica previsto dall'articolo 44, comma 8, lettere b) e b-bis), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 (di revisione dei ruoli delle forze di polizia), e alle vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018.
  Nei prossimi quattro anni sono previste ulteriori assunzioni straordinarie e, precisamente, 513 unità nell'anno 2020; 337 unità nell'anno 2021; 100 unità sia per l'anno 2022 che per l'anno 2023.
  In tale direzione, si confida realisticamente di poter disporre, a breve, di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio e rispetto a cui saranno tenute in debita considerazione anche le esigenze della casa circondariale di Prato che, comunque, va ricordato, già lo scorso mese di luglio ha fruito di un incremento di dieci unità.
  Per quanto attiene al personale del comparto funzioni centrali, l'attuale situazione presso la struttura fa registrare la presenza di complessive 24 unità (escluse le 3 unità dirigenziali), rispetto alle 29 previste.
  Dei vari settori, l'area trattamentale è quella che risente del minor tasso di scopertura, essendo presenti 8 unità rispetto alle 9 previste.
  In ogni caso, anche su questo piano, deve darsi atto degli imminenti rimedi derivanti dalle politiche assunzionali perseguite da questo Dicastero.
  È infatti in programma un'altra procedura concorsuale per il reperimento di ulteriori 50 unità appartenenti al profilo di funzionario giuridico pedagogico, che andranno a coprire i posti attualmente vacanti sul territorio nazionale rispetto a tale qualifica.
  La modesta scopertura di funzionari contabili (4 presenti su 6 previsti), sarà a propria volta reintegrata con la prossima definizione dell'interpello straordinario nazionale, tuttora in corso, nonché con le prossime assunzioni di funzionari contabili a seguito della conclusione della relativa procedura concorsuale.
  L'area amministrativa non presenta criticità, mentre, in area tecnica, si registra la carenza di una unità rispetto alle due previste, rispetto a cui giova ricordare che è prossimo l'espletamento di una procedura concorsuale per il reperimento di risorse appartenenti al predetto profilo.
  A tutto ciò va aggiunto che, con la legge di bilancio, è in previsione un programma straordinario di assunzioni in tutto il settore penitenziario, con un incremento ulteriore di 620 unità di Polizia penitenziaria e 150 unità del personale del comparto funzioni centrali.
  Con specifico riguardo all'assistenza sanitaria, occorre rimarcare che presso la struttura è attivo un servizio di guardia medica h 24, sono stati allestiti un ambulatorio odontoiatrico e uno radiologico, regolarmente funzionanti, in cui prestano servizio 15 specialisti (oculista, diabetologo, urologo, cardiologo, chirurgo, podologo, infettivologo, dermatologo e internista), compresi lo psichiatra, che effettua tre accessi settimanali, e lo psicologo, che si occupa dei nuovi giunti.
  È attivo, inoltre, il presidio per i detenuti tossicodipendenti.
  In termini più generali occorre sottolineare che il potenziamento complessivo dell'assistenza sanitaria dei detenuti, entro i limiti delle proprie competenze, riveste uno specifico rilievo nell'ambito delle linee programmatiche di questo Dicastero.
  Con specifico riguardo all'incremento di problematiche di natura psicologica e psichiatrica in contesto carcerario, va dato atto che sono in corso progetti per incrementare o istituire nuove sezioni della A.t.s.m. (articolazioni per la tutela della salute mentale) presso varie strutture carcerarie del territorio.
  Inoltre, si fa presente che è intendimento di questa Amministrazione continuare a sviluppare la progettualità appena descritta, nonché proporre la riattivazione dei lavori del tavolo di consultazione permanente per la sanità penitenziaria presso la Conferenza unificata, per condividere con il Ministero della salute e le regioni la definizione di un regolamento organizzativo delle articolazioni per la tutela della salute mentale con l'obiettivo di implementare l'assistenza psichiatrica negli istituti penitenziari, rendere omogenei i criteri di ammissione dei detenuti nelle A.t.s.m. e uniformare l'assistenza sul territorio nazionale.
  Proprio grazie alla necessaria sinergia con il servizio sanitario e con le regioni, si persegue l'obiettivo di ampliare e migliorare il servizio anche attraverso informazioni complete sullo stato di salute dei detenuti, un accesso veloce alle prestazioni sanitarie, un incremento dei reparti di medicina protetta ex articolo 7 del decreto-legge n. 87 del 1993 ed un rafforzamento del piano nazionale di intervento per la prevenzione dei suicidi in carcere.
  A tal riguardo, per i profili di sua competenza, il Ministero della salute ha evidenziato che sono in corso i lavori del tavolo di consultazione permanente sull'attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 e del comitato paritetico per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. In particolare, il suddetto Dicastero, ha rappresentato che il 15 gennaio 2019 si è svolta l'ultima riunione plenaria che ha tracciato un focus sulle principali attività da sviluppare, individuandole nella revisione degli accordi Conferenza Stato-regioni e unificata, nel monitoraggio dei cambiamenti del settore e nella ripresa di un governo strategico della problematica gestione delle REMS che, giova ricordare, esulano dalla sfera di competenza di questo Dicastero, ai sensi del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, convertito con modificazioni dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9.
  Tali propositi si innestano a pieno titolo nel più ampio alveo delle coordinate operative che puntano ad un innalzamento complessivo della qualità della vita detentiva focalizzando particolare attenzione alla valorizzazione dei rapporti familiari e della genitorialità ed al miglioramento dell'offerta trattamentale, con specifico riguardo sia alle attività didattiche, che alle iniziative in campo lavorativo.
  Sotto il primo aspetto assumono particolare rilievo l'adozione di iniziative tese, fra l'altro, ad agevolare i colloqui dei detenuti con i familiari sia favorendone la prenotazione on line sia soprattutto, a seguito dell'adozione della circolare del 30 gennaio 2019, attraverso l'impiego dell'applicativo Skype for business per i video-colloqui.
  Attualmente già in 122 istituti di reclusione su 190 risulta attivo e funzionante il sistema Skype – con il 64 per cento di copertura – così come in 12 su 17 tra Icam e asili nido – per una percentuale pari al 75 per cento.
  In parallelo è intendimento di questo Dicastero curare un restyling logistico-strutturale attraverso l'allestimento e il miglioramento di spazi di accoglienza, animazione e supporto psicologico nelle strutture già esistenti.
  Sul piano trattamentale, occorre evidenziare che l'offerta didattica verrà potenziata e modernizzata sia grazie all'imminente rinnovo del protocollo d'intesa con il Miur, lungo un solco già tracciato dalla recente stipula, l'11 settembre 2019, del protocollo d'intesa con la Conferenza nazionale poli universitari (Cnupp) che prelude all'elaborazione di linee guida attraverso cui armonizzare i moduli di collaborazione fra atenei e mondo penitenziario, sia attraverso l'impiego del web per sostenere gli esami a distanza ed espletare gli adempimenti burocratici funzionali e propedeutici.
  Ulteriore stimolo verrà impresso alle iniziative a carattere lavorativo, proseguendo nella diffusione del format «Mi riscatto per...» ed estendendo la rete di contatti con il mondo imprenditoriale e delle cooperative così da ricreare, in contesto penitenziario, condizioni quanto più analoghe possibile al mercato del lavoro esterno e preparare al meglio i detenuti al re-ingresso nel tessuto produttivo all'atto della loro remissione in libertà.
  Il 14 ottobre 2019 il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha istituito la sezione «Mi Riscatto per il futuro – Ufficio Centrale per il lavoro dei detenuti», ossia un'innovativa articolazione centrale con il compito principale di agevolare l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro in contesto detentivo, tra l'altro attraverso la costituzione ed implementazione di una banca dati costantemente aggiornata con le informazioni relative al profilo lavorativo-attitudinale dei soggetti ristretti così da incrementare sensibilmente le attività trattamentali a base lavorativa, favorendo per tale via il re-inserimento sociale.
  È del tutto ragionevole ritenere che i propositi operativi sin qui sintetizzati impatteranno favorevolmente sulle condizioni e sulla qualità della vita detentiva così da comprimere significativamente quello stato di disagio che, comunemente, è alla base degli eventi critici nelle carceri, rispetto a cui, con specifico riferimento alla casa circondariale di Prato, giova evidenziare che, nell'ultimo triennio, non si è registrato alcun episodio di suicidio.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.