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Atto a cui si riferisce:
C.4/03735 (4-03735)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 25 febbraio 2020
nell'allegato B della seduta n. 311
4-03735
presentata da
GAGLIARDI Manuela

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante, nel fare riferimento agli esiti della visita presso il carcere di La Spezia effettuata il 15 agosto scorso da una delegazione di dirigenti e militanti del Partito Radicale insieme all'Osservatorio delle Camere penali italiane, a diversi parlamentari, ai garanti delle persone private della libertà, da cui sono emerse una serie di criticità relative, in particolare, al sovraffollamento carcerario, alle scoperture degli organici di Polizia penitenziaria, all'eliminazione delle sale colloqui con avvocati e con educatori, alla prevalenza numerica delle celle a regime chiuso, alle gravi patologie psichiatriche di cui soffre la maggior parte della popolazione detenuta, chiede di sapere se il Ministro della giustizia sia a conoscenza della situazione descritta, quali iniziative si intendano assumere affinché sia garantito il rispetto dell'articolo 27, comma 3, della Costituzione, quali iniziative si intendano adottare per riportare nella legalità costituzionale il carcere di La Spezia e porre fine ai trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposti ogni giorno i detenuti, quali iniziative di competenza si intendano adottare per fronteggiare la gravissima situazione sanitaria e per vigilare affinché venga garantito il diritto alla salute dei detenuti, considerata la presenza di un così alto numero di casi psichiatrici e di tossicodipendenti.
  Va considerato in premessa che, alla data del 28 novembre 2019, presso la casa circondariale di La Spezia risultano ristretti 292 detenuti rispetto a 151 posti disponibili, per una percentuale di affollamento pari al 151,66 per cento, come tale superiore alla media del Paese che si attesta attorno al 128 per cento.
  Ciò nondimeno, va comunque dato atto del pieno rispetto dei parametri minimi stabiliti dalla Cedu, in quanto 78 detenuti risultano avere a disposizione uno spazio di vivibilità compreso tra i 3 e i 4 metri quadrati, mentre i restanti 151 ristretti risultano disporre di uno spazio superiore ai 4 metri quadrati.
  Per quanto riguarda l'elevato numero di detenuti stranieri (123 rispetto ai 106 italiani) va dato atto dell'azione che, in campo internazionale, il Ministero sta già conducendo al fine di favorirne il rimpatrio per l'espiazione del residuo pena nei rispettivi Paesi di origine, proseguendo i negoziati in essere, stipulando nuovi accordi e valorizzando altresì lo strumento dell'espulsione verso i Paesi d'origine per quei detenuti la cui pena residua lo consenta.
  In particolare, è fermo proposito di questo dicastero sviluppare e condurre in porto in tempi ragionevoli i negoziati già in corso con molti Stati (Capo Verde, Filippine, Tunisia, Vietnam, Cina), affinché, in linea con i risultati soddisfacenti già conseguiti nell'anno corrente (Argentina, Colombia, Kosovo, Mali, Libia, Niger, Nigeria, Taiwan, Paraguay) nuovi accordi vengano siglati anche nell'anno venturo e verranno aperti nuovi fronti di dialogo con Paesi come la Bolivia e Cuba.
  Nella medesima direzione deflativa si iscrive la recente istituzione, presso il Ministero della giustizia, di un tavolo tecnico fra il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ed il dipartimento per gli affari di giustizia con l'obiettivo di stimolare l'adozione e l'esecuzione di provvedimenti di espulsione dei detenuti stranieri ex articolo 16, comma 5, del decreto legislativo n. 286 del 1998 (Testo unico immigrazione) verso i Paesi d'origine, velocizzandone le procedure di identificazione all'atto dell'ingresso in carcere attraverso lo sviluppo di una sinergia virtuosa con gli Uffici Immigrazione delle questure, da un lato, ed i tribunali di sorveglianza, dall'altro, ciascuno per i profili di rispettiva competenza.
  Quanto alla dotazione organica della polizia penitenziaria, presso l'istituto in parola, le maggiori scoperture si registrano nel ruolo dei sovrintendenti, compensate almeno numericamente dall'esubero nel ruolo degli agenti/assistenti.
  In ogni caso, al fine di un riequilibrio anche sul piano funzionale, con riferimento alla carenza dei sovrintendenti, va ricordato in questa sede che i vincitori del concorso interno a complessivi 2.851 posti proprio per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente, al termine del corso di formazione, costituiranno un bacino significativo a cui attingere per colmare le diffuse scoperture che su tutto il territorio si registrano in questo profilo professionale.
  Si tratta di una misura che si innesta a pieno titolo nel più ampio alveo delle mirate politiche assunzionali perseguite dal Ministero della giustizia, anche nel comparto penitenziario.
  A tal riguardo ci si limita a evidenziare che è in atto il corso di formazione anche per i vincitori del concorso a 80 posti di vice commissario, mentre verranno completate le procedure concorsuali a complessivi 49 posti di ispettore superiore ed a complessivi 754 posti di allievo agente. Si provvederà, altresì, al completamento dell'assunzione straordinaria di 1.300 allievi agenti del corpo di polizia penitenziaria – ai sensi dell'articolo 1, commi 382-383, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) – anche mediante scorrimento delle graduatorie vigenti e verranno inoltre avviate, nei prossimi mesi, le procedure per la copertura dei posti di vice sovrintendenti conseguito all'incremento della dotazione organica previsto dall'articolo 44, comma 8, lettere b) e b-bis), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95 (di revisione dei ruoli delle forze di polizia), e alle vacanze disponibili dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018.
  È altresì previsto un programma straordinario di assunzioni per i prossimi anni per un totale di 620 unità di polizia penitenziaria e di 150 unità del comparto funzioni centrali con un impegno di spesa di quasi sei milioni annui per il 2020 e per il 2021.
  In tale direzione, si confida realisticamente di poter disporre, a breve, di un ampio bacino di risorse umane a cui attingere per sanare le varie scoperture di cui risentono gli istituti di tutto il territorio e rispetto a cui saranno tenute in debita considerazione anche le esigenze della casa circondariale di La Spezia che, comunque, va ricordato, già lo scorso mese di luglio ha fruito di un incremento di 2 unità.
  L'offerta trattamentale di tipo lavorativo non presenta elementi di specifica criticità.
  All'interno dell'istituto lavorano stabilmente tre imprese private (Euroguarco s.p.a., Metallica s.r.l. e Il Golfo s.r.l.) che, negli anni, hanno garantito l'inserimento lavorativo a un significativo numero di detenuti che, infatti, hanno avuto l'occasione di sviluppare professionalità ed esperienza nei tre settori a cui si dedicano le citate imprese, avendo così la possibilità di inserirsi con più facilità nel mercato del lavoro. Oltre a tener conto del numero dei detenuti attualmente inseriti (tre dipendenti per Metallica s.p.a., un dipendete per Golfo s.r.l. e due dipendenti per Euroguarco s.p.a.), va dato particolare risalto al giovamento che la presenza delle citate imprese ha creato negli anni in favore della popolazione detenuta, ben sintetizzato dalla circostanza per cui dei trenta detenuti formati dalla società Metallica s.r.l. solo due hanno di nuovo fatto ingresso in istituto.
  Per completezza si evidenzia che i detenuti lavoranti, alla data del 30 giugno 2019 (ultima rilevazione disponibile) sono complessivamente 64, dei quali 44 impiegati alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria e 20 alle dipendenze di soggetti terzi. L'asserita inesistenza di idonei spazi per i colloqui sia con i funzionari giuridico-pedagogici sia con gli avvocati, non trova alcuna corrispondenza in atti; i primi, infatti, hanno a disposizione delle salette dedicate sia all'interno delle sezioni detentive sia nei corridoi di collegamento, mentre gli avvocati usufruiscono di due uffici e di una saletta.
  I suddetti spazi, effettivamente, sono stai ridotti, ma solo per la necessità di dedicare spazi ulteriori all'interno dell'istituto in favore di un'aliquota di personale di Polizia penitenziaria che ricopre cariche fisse.
  Relativamente alla riferita prevalenza del cosiddetto «regime chiuso», occorre debitamente rimarcare che in tutte le sezioni è prevista l'apertura di otto ore, con la sola eccezione della seconda sezione dedicata all'articolo 32 del regolamento di esecuzione (decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000), per la quali sono comunque garantire 6 ore di apertura. La sezione «protetti promiscua» ha un maggior numero di ore di apertura, poiché a tutt'oggi è classificata come una sezione di reclusione.
  Al fine di garantire un'adeguata offerta sanitaria in favore dei detenuti con problematiche di ordine psichiatriche, in accordo con la Asl 5 di La Spezia, l'istituto assicura la copertura giornaliera dello psichiatra per 6 ore, tutti i giorni della settimana, compreso il sabato.
  A ciò, si aggiunge il medico di guardia che effettua una turnazione sulle 24 ore e la guardia infermieristica (anch'essa organizzata sulle 24 ore). Si aggiungono poi gli specialisti in numerose branche come oculista, ortopedico, dentista, infettivologo, dermatologo e altri, che visitano, su appuntamento, all'interno della struttura.
  Il potenziamento complessivo dell'assistenza sanitaria in contesto penitenziario, entro i limiti delle proprie competenze, riveste uno specifico rilievo nell'ambito delle linee programmatiche di questo dicastero.
  Con specifico riguardo al segnalato incremento di problematiche di natura psicologica e psichiatrica in contesto carcerario, va dato atto che sono in corso progetti per incrementare o istituire nuove sezioni delle A.T.S.M. (articolazioni per la tutela della salute mentale) presso varie strutture carcerarie del territorio.
  Inoltre, si fa presente che è intendimento di questa Amministrazione continuare a sviluppare la progettualità appena descritta, nonché proporre la riattivazione dei lavori del Tavolo di consultazione permanente per la sanità penitenziaria presso la Conferenza unificata, per condividere con il Ministero della salute e le Regioni la definizione di un regolamento organizzativo delle articolazioni per la tutela della salute mentale con l'obiettivo di implementare l'assistenza psichiatrica negli istituti penitenziari, rendere omogenei i criteri di ammissione dei detenuti nelle A.T.S.M. e uniformare l'assistenza sul territorio nazionale.
  Proprio grazie alla necessaria sinergia con il Servizio Sanitario e con le Regioni, si persegue l'obiettivo di ampliare e migliorare il servizio anche attraverso informazioni complete sullo stato di salute dei detenuti, un accesso veloce alle prestazioni sanitarie, un incremento dei reparti di medicina protetta ex articolo 7 del decreto-legge n. 187 del 1993 ed un rafforzamento del piano nazionale di intervento per la prevenzione dei suicidi in carcere.
  A tal riguardo, per i profili di sua competenza, il Ministero della salute ha evidenziato che sono in corso i lavori del tavolo di consultazione permanente sull'attuazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 e del comitato paritetico per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. In particolare, il suddetto Dicastero, ha rappresentato che il 15 gennaio 2019 si è svolta l'ultima riunione plenaria che ha tracciato un focus sulle principali azioni da sviluppare, individuandole nella revisione degli accordi conferenza Stato-Regioni e unificata, nel monitoraggio dei cambiamenti del settore e nella ripresa di un governo strategico della problematica gestione delle Rems che, giova ricordare, esulano dalla sfera di competenza di questo dicastero, ai sensi del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9.
  Tali propositi si innestano a pieno titolo nel più ampio alveo delle coordinate operative che puntano ad un innalzamento complessivo della qualità della vita detentiva focalizzando particolare attenzione alla valorizzazione dei rapporti familiari e della genitorialità ed al miglioramento dell'offerta trattamentale, con specifico riguardo sia alle attività didattiche, che alle iniziative in campo lavorativo.
  Sotto il primo aspetto assumono particolare rilievo l'adozione di iniziative tese, fra l'altro, ad agevolare i colloqui dei detenuti con i familiari sia favorendone la prenotazione on line sia soprattutto, a seguito dell'adozione della circolare del 30 gennaio 2019, attraverso l'impiego dell'applicativo Skype for business per i videocolloqui.
  Attualmente già in 122 istituti di reclusione su 190 risulta attivo e funzionante il sistema Skype – con il 64 per cento di copertura – così come in 12 su 17 tra Icam e asili nido – per una percentuale pari al 75 per cento.
  In parallelo è intendimento di questo Dicastero curare un restyling logistico-strutturale attraverso l'allestimento e il miglioramento di spazi di accoglienza, animazione e supporto psicologico nelle strutture già esistenti.
  Sul piano trattamentale, occorre evidenziare che l'offerta didattica verrà potenziata e modernizzata sia grazie all'imminente rinnovo del protocollo d'intesa con il Miur, lungo un solco già tracciato dalla recente stipula, lo scorso 11 settembre, del protocollo d'intesa con la Conferenza nazionale poli universitari (Cnupp) che prelude all'elaborazione di linee guida attraverso cui armonizzare i moduli di collaborazione fra atenei e mondo penitenziario, sia attraverso l'impiego del web per sostenere gli esami a distanza ed espletare gli adempimenti burocratici funzionali e propedeutici.
  Ulteriore stimolo verrà impresso alle iniziative a carattere lavorativo, proseguendo nella diffusione del format «Mi riscatto per..» ed estendendo la rete di contatti con il mondo imprenditoriale e delle cooperative così da ricreare, in contesto penitenziario, condizioni quanto più analoghe possibile al mercato del lavoro esterno e preparare al meglio i detenuti al re-ingresso nel tessuto produttivo all'atto della loro remissione in libertà.
  Il 14 ottobre scorso il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha istituito un'innovativa articolazione centrale (denominata «Mi riscatto per il futuro ») con il compito principale di agevolare l'incontro fra domanda ed offerta di lavoro in contesto detentivo, tra l'altro attraverso la costituzione ed implementazione di una banca dati costantemente aggiornata con le informazioni relative al profilo lavorativo-attitudinale dei soggetti ristretti così da incrementare sensibilmente le attività trattamentali a base lavorativa, favorendo per tale via il re-inserimento sociale.
  È fermo intendimento di questo Ministero valorizzare ed implementare in maniera significativa la funzionalità di tale struttura così da innalzare sensibilmente la percentuale dei detenuti lavoranti, che attualmente si attesta su una percentuale del 28 per cento, passando attraverso un radicale rinnovamento dell'impostazione di sistema del lavoro penitenziario. Per tale via si potrà favorire la capillare diffusione di laboratori e progettualità negli istituti di tutto il territorio e la realizzazione di cicli produttivi in cui coinvolgere stabilmente la popolazione detentiva così da assicurarle percorsi formativi e professionali qualificanti, agevolmente spendibili nei vari rami produttivi del mondo del lavoro, in tal modo facilitando sensibilmente il percorso di recupero e reinserimento sociale.
  È del tutto ragionevole ritenere, in conclusione, che i propositi operativi sin qui sintetizzati impatteranno favorevolmente sulle condizioni e sulla qualità della vita detentiva in maniera trasversale su tutti gli istituti penitenziari tra cui, evidentemente, anche la casa circondariale di La Spezia.
Il Ministro della giustizia: Alfonso Bonafede.