• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02864 LANNUTTI, MATRISCIANO, CORRADO, GIANNUZZI, PAVANELLI, LEONE, PISANI Giuseppe, GALLICCHIO, NATURALE, CAMPAGNA, ACCOTO, PESCO, FENU, DRAGO, LICHERI, PELLEGRINI Marco, LANZI, RICCARDI,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02864 presentata da ELIO LANNUTTI
giovedì 6 febbraio 2020, seduta n.188

LANNUTTI, MATRISCIANO, CORRADO, GIANNUZZI, PAVANELLI, LEONE, PISANI Giuseppe, GALLICCHIO, NATURALE, CAMPAGNA, ACCOTO, PESCO, FENU, DRAGO, LICHERI, PELLEGRINI Marco, LANZI, RICCARDI, MAIORINO, LOMUTI, CROATTI, PIARULLI, TRENTACOSTE, DELL'OLIO, ABATE, DESSI', NOCERINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:

"Il Foglio", organo di Convenzione per la giustizia, movimento politico fondato dai parlamentari Marcello Pera e Marco Boato, ha beneficiato di finanziamenti pubblici ai giornali di partito per un importo di 54.130.802,00 € (54,1 milioni) dal 1997 al 2017, anno in cui ha incassato 803.170,06 euro; nel 2018 ha incassato la prima rata pari al 50 per cento, presumibilmente 400.000 euro circa. Giuliano Ferrara, fondatore e direttore de "Il Foglio" ha testualmente dichiarato alla trasmissione "Report", andata in onda su Raitre il 23 aprile 2006: «Dal secondo anno dalla fondazione, il contributo dello Stato, con il trucco della famosa Convenzione per la giustizia che era un... un trucco. La legge dava una possibilità e noi l'abbiamo sfruttata. È un trucco nel senso che non era un vero partito, era un... Sì avevamo chiesto a due amici, Marcello Pera, che faceva parte del centro-destra, senatore, e Marco Boato, deputato del centro-sinistra, due persone amiche, due lettori del giornale, di firmare per il giornale, abbiamo fatto questa convenzione. Un escamotage, sì, legale, perfettamente legale»;

la società cooperativa Il Foglio quotidiano editrice della testata "Il Foglio quotidiano", registrata il 7 dicembre 1995 al n. 611 al Tribunale di Milano, con sede in Via Vittor Pisani a Milano, controllata dal 2016 al 100 per cento dalla Sorgente Group di Walter Mainetti tramite la Musa Comunicazione della Foglio Edizioni, il cui direttore responsabile è Claudio Cerasa, il quale il 23 dicembre ha polemizzato sul mancato finanziamento pubblico a "Il Foglio", perché non figurava tra le testate beneficiarie nel 2018 dei contributi pubblici all'editoria, stando all'elenco pubblicato dal dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, che fa capo al sottosegretario Andrea Martella (Padova). Una scelta difesa dal predecessore di Martella, Vito Crimi, ma contestata da altri esponenti politici;

secondo quanto ha scritto Michele Arnese il 10 giugno 2018 in un articolo dal titolo "Ecco la vera Sorgente dei travagli di Mainetti" ("Il Foglio"): «"Il Foglio" perde da anni. Nel periodo 2010-2016 la cooperativa di giornalisti che pubblica il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara si aspettava di incassare dallo Stato 14 milioni di contributi per l'editoria ma ne sono arrivati solo 9,68. E Foglio Edizioni srl (la società di Mainetti, che dal 2016 possiede la testata e l'affitta alla cooperativa) ha dovuto anticipare ai giornalisti 4,5 milioni. Mainetti sostiene "Il Foglio" con i soldi estratti dagli immobili degli enti. I fondi perdono, il gestore guadagna. Nel 2017 gli immobili del fondo Megas (520 milioni di valore) hanno portato affitti per 19 milioni e costi per 36, con una perdita finale di 17,5 milioni. Il fondo Michelangelo 2 (221 milioni di immobili) ha perso in un anno 32,6 milioni. Nel frattempo Sorgente ha incassato solo come commissioni di gestione 7,7 milioni»;

considerato che:

in seguito all'apertura dell'indagine da parte della Guardia di finanza «per aver incassato contributi pubblici all'editoria senza averne avuto diritto» (soldi che dovrebbe restituire) il dipartimento per l'informazione e per l'editoria ha bloccato l'erogazione dei nuovi contributi;

in difesa de "Il Foglio" sono scesi in campo alcuni esponenti politici, che hanno diffuso messaggi a tutela della libertà di informazione. Lo stesso Martella ha affermato che: «Sul tema dei contributi al "Foglio" penso sia necessario e utile evitare polveroni e strumentalizzazioni che non servono a nessuno e lasciare parlare solo i fatti. È in corso da parte del dipartimento per l'Informazione e l'Editoria un'istruttoria tecnica a seguito delle risultanze di una verifica effettuata dalla Guardia di Finanza, che acquisirà le contro deduzioni da parte della testata e si concluderà per legge entro il prossimo febbraio». Una nota del dipartimento dell'editoria in cui si spiega che «l'anticipo pari al 50% del contributo 2018 risulta regolarmente erogato, in quanto anteriore alle comunicazioni della Guardia di Finanza, la mancata erogazione del saldo non può al momento configurarsi quale diniego», e che «il termine finale di legge per l'adozione del provvedimento conclusivo verrà infatti a scadenza soltanto il prossimo 28 febbraio 2020». Partita non chiusa visto che: «in data 9 dicembre 2019, il dipartimento ha concesso ulteriori 30 gg. per acquisire le controdeduzioni della Testata». Secondo "Il Foglio", «in base a questi falsi materiali, su cui i tribunali dovranno decidere, la pretesa dell'autorità politica e burocratica delegata a confermare o cancellare l'erogazione dei contributi all'editoria è di indurre "Il Foglio" a una grave crisi editoriale, eventualmente alla chiusura, intimandogli la restituzione di sei milioni circa di euro per il biennio già menzionato e nel frattempo sospendendo l'erogazione di contributi a titolo di garanzia, procedendo senza nemmeno ancora avere acquisito la controrelazione del giornale rispetto al verbale dei finanzieri, il che è addirittura enorme, madornale»;

scrive Salvatore Cannavò in un articolo su "Il Fatto Quotidiano" del 27 dicembre 2019 dal titolo: "Il Foglio e quei liberisti con i soldi altrui": "Senza competizione, non c'è efficienza. Senza efficienza, non c'è risparmio. Senza risparmio, non c'è investimento. Senza investimento, non c'è futuro. E senza concorrenza, purtroppo, non c'è alcuna speranza di non ritrovarsi presto con un paese fottuto". Il punto che ci interessa, invece, è discutere se si possa invocare il libero mercato, la concorrenza, la libertà dei capitali privati quando in gioco ci sono le vite degli altri e chiedere il sostegno pubblico se a ballare è la propria, di vita. Solo il 22 dicembre scorso, il quotidiano dedicava un'intera delle sue voluminose pagine a un pezzo contro "La Repubblica dei salvataggi" criticando il modo in cui il governo affronta i casi di Alitalia, Ilva o Whirlpool. "Il mercato non si può sfidare in eterno" recitava il sommario e nel suo articolo Stefano Cingolani scriveva dei "soldi dei contribuenti e dei risparmiatori nelle aziende fallite". Per aggiungere che "se di sostegno pubblico c'è bisogno, allora deve servire ad aumentare il capitale, razionalizzare, chiudere gli istituti incapaci di risanare",

si chiede di sapere:

se il Governo ritenga sia serio assecondare il libero mercato, la concorrenza e la libertà dei capitali privati quando in gioco ci sono le vite degli altri, ossia di tanti lavoratori licenziati e cacciati dal posto di lavoro dalle imprese che delocalizzano, col 'mercato che non si può sfidare in eterno come recitava l'articolo di Stefano Cingolani, impiegando soldi dei contribuenti e dei risparmiatori nelle aziende fallite, e se di sostegno pubblico c'è bisogno, allora deve servire ad aumentare il capitale, razionalizzare, chiudere gli istituti incapaci di risanare, continuando ad invocare il sostegno pubblico se a ballare è la propria, di vita, ossia quella de "Il Foglio";

se sia a conoscenza del fatto che "Il Foglio", nonostante i fondi pubblici erogati per 54,1 milioni di euro, continui ad accumulare perdite, analogamente alle tanto deprecate aziende pubbliche, non avendo il dovuto riscontro delle vendite per stare sul mercato;

se i pubblici finanziamenti di 54,1 milioni di euro erogati in 20 anni a "Il Foglio", sulla base del trucco della famosa "Convenzione per la giustizia", non abbiano comportato un pregiudizio per gli interessi dello Stato, sul quale debbano essere svolti i necessari accertamenti e le opportune segnalazioni alle autorità competenti.

(4-02864)