• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
S.2/00057 MALAN - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che: la Società italiana per il traforo autostradale del Frejus per azioni (SITAF SpA) nacque nel 1960 a Torino per...



Atto Senato

Interpellanza 2-00057 presentata da LUCIO MALAN
mercoledì 5 febbraio 2020, seduta n.187

MALAN - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

la Società italiana per il traforo autostradale del Frejus per azioni (SITAF SpA) nacque nel 1960 a Torino per iniziativa della Camera di commercio, dell'Unione Industriale, della Provincia e del Comune, nonché di alcune compagnie di assicurazione, istituti di credito e complessi industriali;

ad essa nel 1965 il Governo italiano affidò i lavori di progettazione, realizzazione e gestione di traforo e autostrada; nel 1980 venne inaugurato il traforo del Frejus; nel 1984 iniziarono i lavori per l'autostrada, lavori che proseguiranno per circa 10 anni, grazie soprattutto ai finanziamenti dello Stato cadenzati nel tempo, come indicato nel sito internet della stessa SITAF;

nonostante l'articolo 3, comma 2, della legge 21 maggio 1955, n. 463, recante "Provvedimenti per la costruzione di autostrade e strade e modifiche alle tasse automobilistiche", tuttora in vigore, ponga un limite massimo di 30 anni alla durata delle concessioni, nel 2009 è stato sottoscritto lo schema di convenzione unica tra ANAS e SITAF, ed è stata fissata la scadenza della concessione al 31 dicembre 2050; la SITAF ha dunque la concessione da 40 anni, contando solo il periodo dall'apertura al traffico della prima tratta, e ce l'avrà per altri 30, senza che sia mai stata attuata alcuna gara pubblica, in virtù della propria natura pubblica; la società è infatti stata inserita nell'elenco delle unità istituzionali che fanno parte del settore delle amministrazioni pubbliche, di cui alla Gazzetta Ufficiale del 30 settembre 2019;

negli anni immediatamente precedenti al 2014, il 31,75 per cento delle azioni della SITAF era dell'ANAS, il 10,65 per cento della società finanziaria del Comune di Torino denominata FCT Holding, l'8,69 per cento della Provincia di Torino, per un totale di 51,09 per cento in mano pubblica; il restante 48,91 per cento era di società del gruppo Gavio, e altri privati; le acquisizioni da soggetti pubblici da parte di quelli privati erano sempre avvenute senza gara pubblica;

con delibera di Giunta del 30 settembre 2014, n. 4356, il Comune di Torino, in ottemperanza all'articolo 3, commi 27 e 29, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), si determinò nel dismettere la propria partecipazione in quanto società esercente "attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessaria per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali", come definita dal comma 27; tale dismissione veniva attuata mediante procedura negoziata di vendita in favore di ANAS SpA onde far conseguire a questa, grazie ad analoga procedura parallela da parte della Provincia di Torino nel frattempo ridenominata Città metropolitana, la maggioranza assoluta;

il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata il 28 ottobre 2019, ha dichiarato nulla la citata delibera comunale e l'inefficacia della cessione azionaria dal Comune di Torino a ANAS SpA e ha ordinato al Comune stesso, "previa l'adozione delle formalità necessarie, di indire una procedura ad evidenza pubblica per la dismissione delle relative partecipazioni", procedura non seguita nella citata cessione;

nell'articolo "Un'alleanza tra gli enti locali per il futuro delle autostrade" del 17 dicembre 2019 del quotidiano "La Stampa" si riferisce che la Città metropolitana di Torino accetterebbe l'offerta di acquisto delle proprie azioni in SITAF formulata da Astm, società del gruppo Gavio, in cambio di un pacchetto di azioni della nuova società che, in caso di vittoria della gara pubblica, gestirà il sistema tangenziale e la Torino-Piacenza, accordo che scatterebbe solo in caso di vittoria nella gara; in tale nuova società la Provincia avrebbe diritto a un membro del consiglio di amministrazione, un sindaco effettivo e uno supplente; le azioni oggi della Città metropolitana sarebbero valutate 16 milioni di euro, cifra che lascia perplessi per l'8,69 per cento di una società che nel solo 2017 ha avuto un margine operativo lordo di 86,5 milioni di euro; sarebbe poi in programma un ulteriore passaggio riguardante il Comune di Torino;

se questa manovra fosse completata, il 31,75 per cento di Sitaf posseduto da ANAS, oggi incorporata nelle Ferrovie dello Stato, verrebbe fortemente svalutato essendo condannato per sempre a una posizione di minoranza, nonostante l'infrastruttura in concessione sia stata costruita in gran parte con fondi pubblici,

si chiede di sapere:

come il Ministro in indirizzo intenda tutelare il valore delle azioni in SITAF, già di ANAS SpA, ora incorporata nel gruppo Ferrovie dello Stato italiane;

se non intenda promuovere un accordo con il Comune e la Città di metropolitana di Torino per la vendita congiunta dell'intero pacchetto di maggioranza di SITAF allo scopo di tutelare il suo valore a beneficio di tutti e tre i soggetti interessati.

(2-00057)