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Atto a cui si riferisce:
C.5/03399 (5-03399)



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 16 gennaio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-03399

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante richiama l'attenzione del Governo sulla situazione contrattuale dei lavoratori del negozio di abbigliamento H&M della sede di Piacenza.
  Concordo pienamente sul fatto che non è possibile consentire un utilizzo distorto di uno strumento normativo qual è il contratto a chiamata che, in base alla sua natura può essere utilizzato quando il datore di lavoro deve sopperire ad esigenze di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente previste dal CCNL e non può e non deve diventare uno strumento cui si fa ricorso in maniera strutturale.
  Con riguardo a questa particolare tipologia di contratto, si evidenzia, inoltre, che – ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo n. 81 del 2015 – ai lavoratori assunti con tale tipologia contrattuale spetta un trattamento retributivo, normativo e previdenziale complessivamente non meno favorevole di quello che spetterebbe al lavoratore subordinato di pari livello a parità di mansioni svolte e che tale trattamento va riproporzionato in ragione della prestazione lavorativa effettivamente eseguita.
  Pertanto, diversamente da quanto paventato dall'interrogante, sul piano normativo, al lavoratore non vengono riconosciute tutele ridotte, atteso che il ricorso al contratto a chiamata è possibile solo in presenza delle condizioni sopra specificate e che al lavoratore devono essere garantiti, per i periodi lavorati, gli stessi diritti riconosciuti alla generalità dei lavoratori.
  In ogni caso, l'impegno del Ministero del lavoro sarà quello di implementare le verifiche presso le aziende, al fine di prevenire e contrastare un uso improprio di questa forma contrattuale o, viceversa, un'applicazione distorta delle relative finalità.
  Ciò posto, condivido l'attenzione posta su questa tematica, in quanto il Governo ed il Ministero che rappresento hanno dimostrato una particolare sensibilità in favore dell'inserimento occupazionale dei giovani.
  Le norme del decreto dignità unite a quelle già presenti nelle norme di bilancio degli anni passati, tra cui ricordo a me stesso gli esoneri contributivi, gli incentivi alle assunzioni di giovani, i premi erogati alle assunzioni di eccellenze, sono il battistrada sul quale il Governo intende continuare e muoversi con convinzione e motivazione, cercando risorse economiche da impiegare sempre più cospicue, nella convinzione che la stabilità del posto di lavoro e l'apertura del mercato ai giovani siano gli ingredienti primari per la ripresa del Paese.