• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/00649 (4-00649)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00649presentato daBENEDETTI Silviatesto diLunedì 9 luglio 2018, seduta n. 22

   BENEDETTI, CAIATA, CECCONI, TASSO e VITIELLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la resistenza agli antibiotici è un processo naturale di selezione causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri, ma è anche il risultato di alcuni comportamenti: l'uso eccessivo e improprio degli antibiotici permette alle popolazioni resistenti di proliferare e prendere il sopravvento;

   i dati diffusi dal rapporto «Review on Antimicrobial Resistance», pubblicato nel 2016, riportano che, entro il 2050, le infezioni resistenti agli antibiotici potrebbero essere la prima causa di morte al mondo, con un tributo annuo di oltre 10 milioni di vite, più del numero dei decessi attuali per cancro;

   il sistema di sorveglianza europeo ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control) stima che in Italia il consumo di antibiotici sistemici sia superiore alla media europea, sia in ambito ospedaliero che territoriale;

   una recente indagine di Eurobarometro sull'uso degli antibiotici – pubblicata dalla Commissione europea nel giugno 2016 – mostra che gli italiani sanno poco dell'efficacia e degli effetti degli antibiotici e, quindi, li usano in modo inappropriato. In termini di consumo, l'Italia si colloca tra i primi cinque Paesi a livello europeo con il 43 per cento, mentre la media europea è del 34 per cento;

   il rischio di resistenza antimicrobica non deriva solo dall'abuso di antibiotici in ambito ospedaliero o domestico, ma anche dalla trasmissione di batteri resistenti agli antimicrobici attraverso la catena alimentare e dalla trasmissione di tale resistenza dai batteri animali ai batteri umani; l'uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti intensivi è una delle principali cause della sempre maggiore resistenza degli organismi patogeni agli antibiotici;

   il nostro Paese è il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa (dopo Spagna e Cipro), con un consumo più alto di quello effettuato da altri Paesi di simili dimensioni (il triplo della Francia e cinque volte il Regno Unito);

   l'Unione europea con una direttiva del 2006 ha proibito l'utilizzo di antibiotici come «promotori della crescita». Nel 2011 l'Ema ha pubblicato un piano in 12 punti contro la resistenza agli antibiotici;

   nel gennaio 2018 è stato pubblicato il primo rapporto dell'Organizzazione mondiale dalla sanità basato sul Global Antimicrobial Surveillance System (Glass), sistema di sorveglianza lanciato dalla stessa Organizzazione mondiale dalla sanità nell'ottobre 2015 per far fronte all'emergenza crescente dei super batteri che non rispondono agli antimicrobici normalmente utilizzati per debellarli. Lo scopo è quello di cercare di monitorare la situazione non solo in Europa e nelle nazioni ad alto reddito, ma anche nei Paesi meno ricchi. L'Italia non ha ancora aderito a questo progetto;

   nel gennaio 2017 è stata approvata dalla Camera la mozione a prima firma Mantero tesa ad impegnare il Governo pro tempore ad adottare varie iniziative per monitorare la resistenza ai batteri e promuovere scelte terapiche più appropriate, per potenziare la formazione del personale sanitario, per evitare autoprescrizioni avviando un differente sistema di confezionamento dei farmaci, per prevenire lo sviluppo e la trasmissione delle malattie all'interno degli allevamenti e per incentivare sistemi di allevamento estensivo e allevamenti con metodi biologici, che garantiscano una minore incidenza delle infezioni –:

   in che modo il Governo stia operando per dare attuazione a quanto previsto dalla suddetta mozione;

   quali fra gli impegni ivi previsti si intendano implementare e in che modo;

   se il Governo intenda assumere iniziative per l'adesione dell'Italia al progetto Glass insieme agli altri 52 Paesi che già ne fanno parte.
(4-00649)