• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04466 (4-04466)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04466presentato daEPIFANI Ettore Guglielmotesto diMartedì 14 gennaio 2020, seduta n. 288

   EPIFANI e ROSTAN. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Tirrenia di Navigazione è stata una società italiana di trasporti marittimi a controllo statale; con le sue navi merci e passeggeri collegava diversi porti italiani e del Mar Mediterraneo, garantendo, inoltre, la continuità territoriale con le isole durante tutto l'arco dell'anno;

   la società venne fondata il 21 dicembre 1936 a Napoli, con sede principale all'interno del Palazzo Caravita di Sirignano;

   durante la seconda guerra mondiale perse quasi completamente l'intera flotta. A partire dagli anni Cinquanta, la società si espanse commissionando la costruzione di numerose navi per affrontare le richieste di trasporto dovute alla motorizzazione degli italiani e al cambiamento del loro stile di vita;

   dal novembre 2008 il Governo diede inizio alle procedure per la privatizzazione della Tirrenia: la gara per l'acquisto veniva vinta nel maggio 2011 dalla Compagnia italiana di navigazione (Cin), composta da gruppo Grimaldi, Moby Lines e Marinvest;

   nell'aprile 2012 la nuova Cin, composta dal Fondo Clessidra, dall'armatore Vincenzo Onorato assieme ad altri investitori privati, si aggiudicò definitivamente l'azienda di Stato;

   nel 2015 con un bond da 300 milioni di euro quotato alla borsa del Lussemburgo, Onorato Armatori riassettava la propria società «Moby» e acquisiva il 100 per cento di Compagnia italiana di navigazione (Cin)-Tirrenia;

   alla fine del 2015, dei 380 milioni di euro complessivi, Onorato doveva pagare ancora 180 milioni in tre rate equivalenti (scadenza 2016, 2019, 2021) e una tranche da 62 milioni, cui erano state legate a garanzia le navi della flotta;

   Cin chiese e ottenne di pagare anticipatamente questa posta in cambio della cancellazione delle ipoteche sulle navi; con tale manovra svincolò le ipoteche, iniziando la vendita della flotta e non liquidò le 2 rate scadute 2016 e 2019;

   sul piano occupazionale la Onorato Armatori ha ridimensionato le garanzie contrattuali del personale navigante attraverso una diminuzione di contratti a tempo indeterminato in favore di una precarizzazione del lavoro;

   secondo i sindacati, la gestione della Onorato Armatori si sarebbe caratterizzata per un preciso disegno di svuotamento dell'autonomia gestionale di Cin dislocando presso la sede di Milano della «Moby» i settori operativi della società e privando Napoli del centro decisionale e della possibilità di essere volano di sviluppo per le imprese soprattutto meridionali che gravitavano nell'area degli appalti per le manutenzioni e le forniture alle navi della flotta;

   Cin-Tirrenia, controllata dall'armatore Moby riconducibile a Vincenzo Onorato, opera in regime di continuità territoriale con le maggiori isole italiane, assicurando il collegamento grazie a una convenzione dello Stato che vale 72 milioni di euro;

   la convenzione è in scadenza a luglio 2020 e bisognerà decidere se procedere alla proroga o al rinnovo della convenzione o alla messa a gara;

   pendente c'è anche un provvedimento dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha sanzionato per 29 milioni di euro l'armatore per abuso di posizione dominante per le tratte sarde;

   il quadro è ulteriormente complicato dalla situazione finanziaria di Moby, che appare in grossa difficoltà;

   per Tirrenia-Cin c'è il rischio di 1.000 esuberi tra il personale marittimo dal 2020 e della chiusura della sede amministrativa di Napoli, con il trasferimento coatto di tutto il personale nelle sedi di Portoferraio, Livorno e Milano;

   contro questo scenario Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti a seguito dell'incontro con Tirrenia-Cin, hanno già proclamato lo stato di agitazione –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga, e in che termini, di garantire una propria iniziativa in relazione alla situazione, soprattutto a salvaguardia dei posti di lavoro, che appaiono fortemente a rischio.
(4-04466)