• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.3/01232 (3-01232)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01232presentato daMARATTIN Luigitesto diGiovedì 9 gennaio 2020, seduta n. 285

   MARATTIN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in un'intervista a L'Economia del Corriere del Mezzogiorno del 2 dicembre 2019 il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ha dichiarato che l'Istituto disporrebbe di una valutazione dell'impatto del reddito di cittadinanza (RdC) sulla povertà;

   in particolare, dopo i primi sei mesi dall'introduzione della misura, Tridico ha dichiarato che vi sarebbe stata una «riduzione dell'intensità della povertà di circa l'8 per cento», una «riduzione dell'1,5 per cento circa dell'indice di Gini» e di «circa il 60 per cento del tasso di povertà assoluta»;

   Il Fatto Quotidiano ha riportato fedelmente suddetti dati in data 6 dicembre, attribuendone la paternità al Centro studi dell'Inps;

   in un'intervista a Radio Capitale del 10 dicembre 2019, il presidente Tridico ha nuovamente ribadito il dato, asserendo come vi sia stato un «più che dimezzamento» della povertà;

   le smentite non hanno tardato ad arrivare, dal momento che in un articolo de Il Foglio, datato 10 dicembre, sono riportati i dati del Centro studi Inps sul reddito di cittadinanza effettivamente presentati alla Commissione europea a novembre, in cui risulterebbe assente la menzione della riduzione della povertà assoluta pari al 60 per cento;

   il 12 dicembre, inoltre, in un'intervista a Piazzapulita, l'ex presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha dichiarato che le previsioni dell'Istituto – prima dell'entrata in vigore della misura – prevedevano una riduzione di circa un punto percentuale della povertà relativa;

   tali stime furono elaborate ipotizzando che la misura costasse più di 8 miliardi di euro, ma l'estensione concreta della misura è stata più contenuta di quanto preventivato, come dimostra il successivo «congelamento» delle cospicue risorse non utilizzate, di cui al decreto-legge 2 luglio 2019, n. 61;

   inoltre, nel 2018 – ultima rilevazione disponibile – l'Istat ha stimato circa 1,8 milioni di famiglie in povertà assoluta, per un totale di 5 milioni di individui (con incidenza pari all'8,4 per cento). A fronte di ciò, nelle slide presentate alla Commissione europea, il numero di percettori di reddito di cittadinanza è di poco inferiore a 2,3 milioni, ovvero solo il 45 per cento circa del numero di poveri assoluti stimato dall'Istituto statistico nazionale;

   difatti, come ha avuto modo di segnalare la Banca d'Italia, nell'ultima relazione annuale, la platea dei potenziali percettori della misura coincide solo in parte con i «poveri assoluti», dal momento che le condizioni imposte per accedere risultano più restrittive, determinando l'esclusione del 6 per cento dei poveri assoluti per requisito di residenza e di circa il 35 per cento per carenza dei requisiti reddituali e patrimoniali;

   a seguito di tali smentite, intervenendo in data 20 dicembre 2019 al Convegno delle Acli di Napoli, il presidente Tridico ha dichiarato che l'impatto del reddito di cittadinanza sarebbe ora pari a 8 punti percentuali;

   ad avviso dell'interrogante, risalta particolarmente l'incoerenza del dato riportato da Tridico relativamente ad una riduzione del 60 per cento della povertà assoluta con la ben più modesta riduzione della povertà relativa, che passa – secondo i dati del Centro studi Inps – dal 14,9 al 14,1 per cento, riducendosi quindi solo dello 0,8 per cento –:

   se sia a conoscenza della fonte dei dati di cui in premessa, riportati dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, in merito all'incidenza del reddito di cittadinanza sulla povertà assoluta;

   se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali disponga di una stima attendibile relativa all'impatto della misura in argomento sulla povertà assoluta.
(3-01232)