• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/02678 MONTANI, SIRI - Al Ministro per gli affari europei. - Premesso che: in conseguenza della crisi che ha colpito i mercati finanziari dell'Unione europea, negli scorsi anni numerose banche...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02678 presentata da ENRICO MONTANI
mercoledì 8 gennaio 2020, seduta n.179

MONTANI, SIRI - Al Ministro per gli affari europei. - Premesso che:

in conseguenza della crisi che ha colpito i mercati finanziari dell'Unione europea, negli scorsi anni numerose banche italiane in grave crisi, al fine di evitare il dissesto, hanno potuto fare ricorso in via esclusiva alle procedure autorizzate dai regolamenti dell'Unione europea;

con l'obiettivo di garantire la solidità del sistema bancario e finanziario, la Bank recovery and resolution directive del 2014 (direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio), in vigore dal gennaio 2016, parla chiaramente dell'obbligo per azionisti e creditori di contribuire al risanamento dei conti, accollandosi parte dei costi in applicazione del noto, discusso e controverso meccanismo del bail-in;

con riguardo alle vicende che hanno interessato le banche italiane negli scorsi anni, si ricorda come la Direzione generale per la concorrenza della Commissione europea (DG Comp) abbia applicato con irreprensibile rigore la procedura "burden sharing", procedimento disciplinato dall'articolo 132 della direttiva 2014/59/UE, che stabilisce che qualsiasi aiuto pubblico ad una banca deve essere esaminato e approvato dalla Commissione europea e, soprattutto, deve essere erogato solamente in seguito alla riduzione del valore nominale di azioni e obbligazioni subordinate, secondo la logica della "condivisione degli oneri" che dà il nome alla medesima procedura;

quest'azione ha bocciato il salvataggio della banca italiana Tercas mediante ricorso al fondo interbancario di tutela dei depositi (FIDT), con la motivazione che la stessa banca, pur operando con i capitali privati, agiva sotto il controllo delle autorità pubbliche italiane (segnatamente, della Banca d'Italia): decisione, questa, che determinò un pesante aggravio di spese in carico ai risparmiatori coinvolti dalla crisi di Tercas;

considerato che in questi giorni la medesima Direzione generale ha invece deciso di approvare il piano per il salvataggio di NordLB ("Norddeutsche Landesbank Girozentrale"), consentendo un'iniezione di capitale pari a 3,6 miliardi di euro, dei quali 2,8 miliardi in liquidità a carico degli azionisti pubblici (Bassa Sassonia al 59,13 per cento, Sassonia-Anhalt al 5,57 per cento e un gruppo di casse di risparmio locali per la restante quota). Via libera che è stata concessa in virtù del fatto che, secondo la Commissione europea, tale salvataggio avverrebbe alle stesse condizioni di un salvataggio privato, nonostante autorevoli fonti stampa abbiano riportato che in questo stesso caso il tentativo di salvare la banca con fondi privati sia fallito in tempi rapidissimi,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non consideri opportuno segnalare la questione e chiedere le differenze tra il caso tedesco ed i casi italiani, al fine di ricevere dettagli esaustivi, per fare piena e totale chiarezza sul caso e soprattutto fugare ogni dubbio di incoerenza e disparità di trattamento tra soggetti di Stati diversi;

se non ritenga necessario richiedere chiarimenti rispetto ai motivi per i quali la Commissione europea ha, da un lato, fatto richiesta di appello alla Corte di giustizia contro la sentenza favorevole alla banca Popolare di Bari sul caso Tercas, e, dall'altro, concede alle autorità pubbliche tedesche la possibilità di effettuare un'ingente iniezione di capitale pubblico per salvare una banca con un capitale largamente insufficiente ed una redditività irrisoria.

(4-02678)