Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/03336 (5-03336)
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-03336presentato daORLANDO Andreatesto diVenerdì 3 gennaio 2020, seduta n. 283
ORLANDO, VERINI, MADIA, LAPIA e ROTTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
si apprende da notizie di stampa e da un comunicato stampa della camera penale del Piemonte che mercoledì 18 dicembre 2019 presso il tribunale di Asti, a conclusione di un processo, durante la discussione finale nel corso della quale prendono la parola il pubblico ministero, il difensore della parte civile e il difensore degli imputati, il giudice avrebbe pronunciato la sentenza di condanna a carico di un imputato senza aver prima dato la parola alla difesa;
l’«anomalia» nella procedura sarebbe stata segnalata dall'avvocato difensore e il giudice, a seguito di tale segnalazione, avrebbe materialmente «stracciato» il foglio sul quale era stato scritto il dispositivo di condanna appena letto e avrebbe invitato l'avvocato a concludere;
a fronte delle perplessità manifestate dal difensore nel dovere illustrare e formulare le proprie conclusioni ad un tribunale che sembrava aver già deciso, il collegio si sarebbe ritirato in camera di consiglio, dichiarando successivamente di astenersi;
in merito all'accaduto, il presidente del tribunale di Asti, Giancarlo Girolami, ha dichiarato: «Sto raccogliendo tutti i dettagli possibili su quanto è successo in aula e solo dopo potrò commentare ed esprimere delle valutazioni.». Sull'episodio è intervenuta, con parole molte dure, anche la camera penale del Piemonte;
in base all'articolo 27, comma secondo, della Costituzione nessuno può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva. È il principio della presunzione d'innocenza in base al quale l'unica finalità legittima del processo penale è quella di conoscere per verificare l'ipotesi d'accusa, che diventa valida solo con la sopravvenienza di una sentenza di condanna definitiva;
la Costituzione prevede poi una serie di diritti e tutele di cui deve godere l'imputato che subisce il processo: si tratta, tra gli altri, del diritto ad un giusto processo, del diritto alla difesa, della regola del contraddittorio;
a parere degli interroganti appare molto grave, ove venisse accertata, la non piena applicazione delle garanzie e tutele previste dalla Costituzione che rappresentano, secondo autorevole dottrina, «non solo un sistema di presidi a tutela dell'indagato o imputato rispetto all'errore giudiziario (...) ma sono, prima e più in alto, recinto di protezione e riparo per il giudice e per la legittimazione della stessa giurisdizione rispetto alle aspettative connesse al bisogno emotivo di punire» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se corrispondano al vero;
in caso affermativo, quali iniziative di competenza intenda assumere, nel pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura, per la salvaguardia dell'immagine della stessa, quanto alla corretta applicazione delle norme processuali ispirate ai principi costituzionali previsti dal nostro ordinamento giudiziario.
(5-03336)