• Testo ODG - ORDINE DEL GIORNO IN ASSEMBLEA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.9/02305/038    premesso che:     il disegno di legge in esame, recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022,...



Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02305/038presentato daFOTI Tommasotesto diLunedì 23 dicembre 2019, seduta n. 282

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame, recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, all'articolo 1, comma 738 dispone, a decorrere dal 2020, la unificazione delle vigenti imposte IMU e TASI;
    nei successivi commi è disciplinata la configurazione dell'IMU e le dinamiche applicative della stessa;
    il comma 747 conferma la disciplina vigente di cui all'articolo 13 comma 3 del decreto-legge 201 del 6 Dicembre 2011 convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 con riferimento agli immobili «inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati», prevedendo la riduzione al 50 per cento della relativa base imponibile ai fini del calcolo dell'IMU: paradossalmente tale disposizione accomuna la suddetta fattispecie di immobile a quella degli immobili di interesse storico o artistico e a quelli concessi in comodato d'uso;
    si evidenzia che gli immobili rientranti nella fattispecie degli «inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati» non generano benefici in capo al proprietario, né in termini di utilizzo diretto, né in termini di redditività e commerciabilità tale da evidenziare una totale assenza di commisurazione tra configurazione dell'imposta e valore del patrimonio su cui l'imposta è applicata;
    in tale prospettiva si rende auspicabile rivedere la disciplina dell'applicazione dell'IMU per la suddetta fattispecie immobiliare, anche nella prospettiva di attenuare gli effetti della volontaria riduzione in ruderi degli immobili, operata dai proprietari e finalizzata ad evitare di sostenere le correlate imposte patrimoniali;
    infatti a tal riguardo si evidenzia che nel 2018, il numero degli immobili collabenti – immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado, inquadrati nella categoria catastale F2 e privi di rendita catastale – è cresciuto del 5,3 per cento rispetto al 2017: in particolare se si analizzano i dati mettendo a confronto quelli del periodo antecedente e successivo all'entrata in vigore dell'IMU, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono raddoppiati, passando da 278.121 a 548.148 con un incremento del 97 per cento;
    i dati pertanto confermano una prassi piuttosto comune nel Paese attuata nella prospettiva di eludere l'assoggettamento all'imposta considerata iniqua dai proprietari poiché non commisurata al valore dei cespiti immobiliari;
    un'ulteriore categoria meritevole di attenzione alla luce dell'attuale configurazione dell'imposta risulta quella degli immobili non utilizzati dai proprietari e privi di qualsiasi interesse da parte di possibili acquirenti o di potenziali conduttori, che si collocano al di fuori delle dinamiche e degli interessi di mercato;
    nella suddetta categoria di immobili rientrano in particolare fabbricati situati, per lo più, nelle aree periferiche delle città e nelle aree interne del nostro Paese, segnatamente in Comuni di piccole dimensioni,

impegna il Governo,

a valutare l'opportunità di prevedere per il futuro per gli immobili inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, nonché per quelli privi di mobili e suppellettili e sprovvisti di contratti attivi di fornitura dei servizi pubblici a rete, l'esenzione dal pagamento dell'IMU.
9/2305/38. Foti, Prisco, Ciaburro.