• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/01230 (3-01230)



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01230presentato daPITTALIS Pietrotesto diLunedì 23 dicembre 2019, seduta n. 282

   PITTALIS. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con la delibera n. 16/25 del 28 marzo del 2017 la precedente giunta della regione Sardegna, ha autorizzato l'installazione di un impianto per il recupero di rifiuti speciali, per 80 mila tonnellate di fanghi fognari e di depurazione, provenienti soprattutto da altre regioni, oltre a 10 mila tonnellate di frazione organica. Si tratta di una massa di rifiuti ben superiore a quella prodotta da tutta la Sardegna messa assieme;

   l'impianto è situato nel comune Magomadas (OR). Da tempo la vivibilità dell'intera area, che vive di agricoltura di qualità e pastorizia, oltre ad essere a pochi chilometri da Bosa una delle zone turistiche più rinomate della costa nord-occidentale, è stata messa in discussione. Nei giorni scorsi il comune di Magomadas è stato preso d'assalto da centinaia di cittadini che protestano per i miasmi provenienti dall'impianto di trattamento dei fanghi;

   sono state avviate indagini sulla qualità dei materiali in arrivo, sulle autorizzazioni e soprattutto sul processo di trasformazione, per il quale si prevedono lavorazioni di almeno 60 giorni in vasche, fino alla trasformazione del materiale in compost da utilizzare per concimare i terreni;

   nel decreto «Genova» n. 109 del 2018, per fare fronte ad una situazione emergenziale, sono stati innalzati i limiti di tolleranza relativi a talune sostanze inquinanti (soprattutto plastiche e idrocarburi) presenti nei fanghi da utilizzare in agricoltura. Le associazioni ambientaliste hanno osservato che questo innalzamento può costituire un pericolo per quel che riguarda la contaminazione dei suoli agricoli trattati con tali sostanze. Il principio di precauzione vuole che non possano essere sversate sui terreni, oltre una certa quantità, tali sostanze;

   l'impresa realizzatrice dell'impianto, lo considera «all'avanguardia, tra i primi in Italia....che attraverso un processo industriale recupera i fanghi e li trasforma in un ammendante compostato misto, che altro non è che un concime utilissimo all'agricoltura, che si sostituisce ai fertilizzanti chimici». Dichiara inoltre di aver installato «...di propria iniziativa un modernissimo abbattitore di odori, per quanto non previsto dalla normativa...»;

   tuttavia, le immagini televisive che sono circolate in questi giorni raccontano un'altra realtà: l'intensificarsi di un via vai di camion blindati provenienti dai porti di Olbia e Cagliari, sversamenti non in apposite vasche di cemento, ma in buche scavate in terra in aperta campagna, oltre un'insopportabile fetore che ormai affligge tutta l'area;

   la questione è giunta anche in regione, dove è stata presentata una mozione volta ad impedire che in Sardegna arrivino rifiuti e fanghi di depurazione provenienti da altre regioni, non solo per motivi ambientali, ma anche per non alterare l'immagine turistica della regione, che fa vanto di amplissime aree ancora vergini sotto il profilo ambientale –:

   se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda promuovere, per quanto di competenza, specifiche ispezioni da parte del comando dei Carabinieri per la tutela dell'ambiente per verificare la situazione esposta in premessa, posto che appare inaccettabile, sotto il profilo ambientale, la circolazione sul territorio nazionale di decine di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali che invece andrebbero trattati in prossimità dei luoghi di produzione;

   se il Governo non ritenga opportuno promuovere specifiche verifiche e monitoraggi, negli ambiti di competenza, sulla movimentazione di enormi quantità di rifiuti di tutte le tipologie che in questo momento sta interessando l'Italia nel suo complesso e la Sardegna in particolare, che dispone ancora di ampi spazi di natura incontaminata.
(3-01230)